IN ATENEO

Cun: sanzioni disciplinari, serve un organo unico

Un nuovo organo nazionale unico, che valuti i comportamenti del personale universitario e decida sulle eventuali sanzioni disciplinari: è la proposta del Cun, il Consiglio universitario nazionale, che ha inviato una raccomandazione al ministro dell’Istruzione Giannini per superare l’attuale sistema previsto dalla legge Gelmini. Oggi i procedimenti disciplinari che riguardano i dipendenti degli atenei sono di competenza dei singoli collegi di disciplina, istituiti in ciascuna università e formati da professori e ricercatori a tempo indeterminato e a tempo pieno. L’avvio di ogni procedimento spetta al rettore, che trasmette gli atti al collegio con una proposta motivata. Il collegio, dopo il contraddittorio, formula un parere vincolante al consiglio di amministrazione, cui è attribuita la decisione finale.

Secondo il Cun, il procedimento in vigore non garantisce la necessaria imparzialità degli organismi giudicanti, dal momento che non è assicurata l’“assoluta estraneità e neutralità rispetto agli interessi in causa”. Il Cun ritiene che debba essere prevista “una netta separazione fra chi promuove l’azione disciplinare, chi procede alla fase istruttoria e chi infligge la sanzione o dispone l’archiviazione”. Il conferimento a organi locali della competenza a giudicare può, secondo il documento, generare “irragionevoli disparità di trattamento tra casi simili”, anche a causa delle “differenze di ruolo o di posizione accademica tra chi è sottoposto a giudizio disciplinare e i componenti dell’organo di disciplina”.

Solo un nuovo organismo unico nazionale, conclude il Cun, potrà assicurare “imparzialità dei giudizi e uniformità dei criteri”.

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