SOCIETÀ
L'Italia dal Madapolam alla pasta senza glutine
Foto: Martino Lombezzi/contrasto
Lungo, corto macchiato, aromatizzato, decaffeinato. Pare facile ordinare “na tazzulella e café” e invece le varianti appaiono infinite. E anche per l’Istat non è semplice visto che nel paniere la voce Caffetteria al bar comprende il “caffè decaffeinato al bar”, il “caffè espresso al bar”, il “tè al bar”, il “cioccolato al bar”, l’ “orzo al bar”, il “cappuccino al bar” e, nuovo ingresso del 2015, il “caffè al ginseng al bar”.
A leggere i prodotti che compongono il paniere di riferimento della rilevazione dei prezzi al consumo scopriamo anche in che modo cambiano le abitudini di spesa delle famiglie e così, quest’anno, impariamo che molta più gente mangia biscotti e pasta senza glutine, beve birra analcolica, usa car e bike sharing e utilizza i distributori automatici di bevande, mentre non fanno più tendenza i corsi di informatica e i navigatori satellitari così come non interessano più i registratori per dvd e gli impianti hi-fi. Rispetto al 2014, tra le principali tipologie di prodotto aumenta il peso dei servizi a scapito dei beni e così entra nel paniere anche l’assistenza fiscale per il calcolo delle imposte sull’abitazione. Aumenta il peso sui consumi di servizi sanitari e spese per la salute, abitazione, acqua, elettricità e combustibili, comunicazioni, mentre i cali più consistenti interessano tutte le voci che in tempo di crisi ciascuno di noi sta, chi più chi meno, ridimensionando: abbigliamento e calzature, trasporti, mobili, articoli e servizi per la casa, bar e ristorante, divertimenti e, purtroppo, spettacoli e cultura.
Quest’anno il paniere comprende 12 divisioni di spesa 43 gruppi di prodotto 101 classi di prodotto 253 sottoclassi di prodotto 326 segmenti di consumo, 618 posizioni rappresentative, 1.441 prodotti.
Nel 1928, quando l’Istat utilizzò il primo paniere, questo era composto da sole 5 divisioni di spesa: alimentazione, vestiario, abitazione, riscaldamento e luce, varie per un totale di 59 prodotti. Le voci del vestiario erano tessuti: Madapolam per biancheria (tela di cotone fine e leggera originaria di Madapolam, città dell’India) e Drap (tessuto di lana molto fine, morbido, lucido, a pelo liscio e setoso) nero per donna e uomo. Per la salute bastava l’olio di fegato di merluzzo e l’antiacido “cremor di tartaro”. Sembra passato davvero un secolo.
Il paniere viene ritoccato lievemente nel 1939 - non più tessuti specifici ma abiti tout court - e rimase uguale fino al 1953. Dal 1954 al ’66 le divisioni divennero dieci e a segnalare un cambio di passo vennero introdotte le automobili, il canone del telefono, il pranzo al ristorante, la camera d’albergo e la pensione completa. Insomma, negli anni Sessanta gli italiani se ne andavano in vacanza e la specialità farmaceutica era l’aspirina.
Nel decennio successivo cultura e divertimento entrano nel paniere e tra le voci spiccano: atlanti, i Promessi sposi, rullini, quotidiani, periodici, rose e garofani, dischi e lezioni di lingua. Erano gli anni del’inter-rail e con un solo biglietto viaggiavi in 21 Paesi, Jugoslavia e Germania Est compresi, quindi per uno studente imparare le lingue era fondamentale. E alla voce abitazione non c’era più solo l’affitto, ma anche la paga oraria dell’operaio edile, forse perché quelli erano gli anni del boom edilizio e le case crescevano come funghi.
Dal 1976 il paniere diventa molto più articolato e sono davvero numerosi e, a volte, curiosi i beni che lo compongono: cineprese, partite di calcio, canone tv, cabine balneari e musei, biberon, compassi. Cambiano anche le abitudini in cucina e tra gli alimenti ci sono hamburger, pollo, lasagne e risotto surgelati. I cereali biologici invece saranno presenti solo dal 2004. I periodici son molto diffusi a differenziati: per adulti, femminili e per ragazzi. Intanto l’inflazione galoppa.
Fino al 1995 le divisioni restano otto e i beni considerati sono circa 800: tra questi veri pezzi storici come il “duplex”, il telefono condiviso tra due utenti, e i gettoni telefonici, i dischi a 45 giri e la dattilografia.
Dal 1996 a oggi si contano 12 divisioni con poco più di 600 beni. Dalla seconda metà degli anni Novanta arrivano i pacchetti vacanza, ma cresce l’attenzione alla salute ed entrano nel paniere le visite mediche specialistiche: cardiologo, ginecologo, dentista, oculista e poi le analisi del sangue e le iniezioni intramuscolari, le ecografie e la fisioterapia. In cucina invece spopolano i piccoli elettrodomestici: frullatori, tostapane, lucidatrici, aspirapolvere e robot diventano veri must per la casalinga italiana.
Dal 1998 a oggi scorrendo la voce “Bevande alcoliche e tabacchi” si vedono sfilare - e cambiare - i gusti: oggi bastano vino, birra, liquori dolci, amari, grappa, whisky e aperitivo alcolico mentre 15 anni fa c’erano anche brandy, sambuca, vermut e cognac. Oggi si fumano sigarette, sigari e sigaretti mentre allora i tabacchi erano nazionali ed esteri e si consumava il trinciato.
Nel 1996 arrivano i cellulari e nel 1999 abbonamento internet e modem. La rivoluzione tecnologica è ormai compiuta e si apre una voragine di cd, lettori dvd, tastiere, videocassette, calcolatrici tascabili, personal computer e stampanti. Netbook e tablet sono considerati dal 2001 mentre il lettore MP3 rientra dal 2013.
Ripercorrere le nostre abitudini, mode e manie somiglia a un film che ci fa vedere in filigrana come siamo cambiati, ma soprattutto come si sono trasformati i nostri bisogni: nel 1928 si usavano tagli di stoffa e i prodotti alimentari erano solo 20, oggi abbiamo fame di tecnologia e sogniamo i pacchetti vacanza sgranocchiando biscottini senza glutine.
Donatella Gasperi