SCIENZA E RICERCA

Un "mini" cuore totale su un giovane già trapiantato

"È un risultato importante che premia il lavoro di anni e lo sforzo di un intero team”, il professor Gino Gerosa non nasconde la soddisfazione e commenta così l’obiettivo raggiunto. Il direttore di Cardiochirurgia dell’ospedale di Padova, affiancato dal dottor Cosimo Guglielmi e dal dottor Vincenzo Tarzia e da una equipe di anestesisti e infermieri di sala operatoria, ha eseguito, per la prima volta in Italia, il trapianto di un cuore artificiale totale CardioWest 50 cc. Un intervento, durato ben 11 ore, eseguito inoltre per la prima volta al mondo su un giovane già trapiantato. 

Pesa 200 grammi, 40 in meno rispetto al CardioWest 70 cc, primo cuore artificiale totale che nel 2007 Gerosa inserì in un paziente adulto. Il CardioWest 50 cc è più piccolo e leggero e quindi adatto a giovani e donne. È stato impiantato “alcuni mesi fa su un ragazzo di 26 anni, in condizioni critiche – ha commentato lo stesso Gerosa - Ora il paziente sta bene, è tornato a casa”. La sua storia inizia dodici anni fa quando, a soli 15 anni, subisce un trapianto per poi tornare a condurre una vita normale, tra studio e sport. La scorsa estate, la diagnosi di un linfoma. Nei pazienti cardiotrapiantati questa neoplasia può presentarsi quale conseguenza della terapia con farmaci immunosoppressori assunti per prevenire il rigetto d’organo. L’incidenza della possibile complicanza neoplastica aumenta con il passare del tempo dal trapianto. A 10 anni di distanza, il linfoma è pari al 2%. I cicli chemioterapici danneggiano in modo irreversibile il cuore trapiantato e il quadro clinico, sempre più compromesso per il tumore in atto, presenta la possibilità di trattamento con la macchina cuore-polmone Ecmo (extracorporeal membrane oxygenation, macchina cuore-polmone trasportabile) solo per un tempo limitato di utilizzo, giusto qualche settimana, nella speranza del recupero della funzione cardiaca. “A questo punto, non avendo recuperato la funzionalità cardiaca e non potendo subire un nuovo trapianto di cuore umano per la neoplasia in atto, l’unica via percorribile per il ragazzo - spiega Gerosa - era il cuore artificiale totale per giovani che non era mai stato impiantato prima in Italia”. E continua: “Dopo aver espiantato il cuore trapiantato dodici anni prima, operazione particolarmente complessa vista la situazione anatomica legata al precedente trapianto cardiaco, abbiamo inserito il nuovo cuore artificiale totale, di soli 200 grammi, di dimensioni contenute, lo abbiamo attivato permettendo il recupero dei vari organi danneggiati. Il cuore artificiale totale è stato connesso con i grandi vasi sanguigni del torace del paziente e una consolle esterna (che ha autonomia di sei ore, con possibilità di ricarica da parte del paziente, ndr) gli fornisce l’aria capace di far muovere i diaframmi presenti all'interno del cuore artificiale, in grado di eiettare il sangue”.

ll CardioWest 50 cc è un cuore totale artificiale fabbricato negli Usa ed è compatibile con la gabbia toracica di un ragazzo. Di dimensioni più contenute, requisito fondamentale per poter farne beneficiare sia donne che giovani, è disponibile da gennaio di quest’anno. “Dobbiamo ringraziare la ricerca e l’evoluzione tecnologica che ci hanno messo a disposizione un altro cuore artificiale per dare una risposta ai pazienti con insufficienza cardiaca terminale. Il prossimo passo – conclude Gerosa, guardando al futuro - è quello di riuscire a sviluppare finalmente un cuore artificiale totale interamente italiano”.

F.Boc.

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