È il giugno del 1816, “l’anno senza estate”. Il poeta Lord Byron e gli amici Percy e Mary Shelley, Claire Clairomont e il medico di Byron John W. Polidori, si trovano costretti a trascorrere giorni interi a Villa Diodati, in Svizzera, a causa di violenti temporali. Per passare il tempo leggono, recitano poesie, conversano di scienza. Un giorno Lord Byron propone un gioco: scrivere una storia di fantasmi, qualcosa che susciti terrore e paura. Dalla penna di Mary Shelley esce Frankenstein. Figlia di uno dei più importanti filosofi inglesi del tempo, William Godwin, la giovane vive in un ambiente frequentato da poeti, intellettuali e scienziati: non è un caso se il suo libro è ricco di riferimenti all’elettrobiologia, all’elettricità, ma anche all’anatomia, alla fisiologia, alla chimica che animano il dibattito dell’epoca. La stessa Shelley, nell’introduzione all’edizione del 1831, espone in maniera dettagliata le fonti della sua ispirazione, dagli studi sull’elettricità animale di Luigi Galvani alle opere di Erasmus Darwin. La storia nel tempo ha molta fortuna e ancora oggi viene portata a teatro e al cinema. Non mancano i fumetti: nel 2016 su Topolino esce la parodia Disney del libro, dal titolo Duckenstein di Mary Shelduck.
La genesi di Frankenstein, in cui si individua l’origine della fantascienza, occupa le prime pagine dell’ultimo libro di Marco Ciardi, Quando Darwin incontrò Flash Gordon (Carocci editore 2023). L’autore, attraverso una fittissima serie di narrazioni e rimandi bibliografici, ripercorre gli ultimi due secoli di storia della scienza e della letteratura e dimostra sostanzialmente due assunti. Primo: la scienza non si trasmette solo attraverso la divulgazione. “La scienza – sottolinea Ciardi – ha sempre trovato (e continua a trovare tuttora) nella letteratura e nella poesia due formidabili canali di diffusione”. Affiancate progressivamente da nuove forme d’arte e di intrattenimento, come il cinema e i fumetti.
“ La scienza ha sempre trovato nella letteratura e nella poesia due formidabili canali di diffusione
Da qui il secondo punto: serve un ripensamento dei rapporti tra discipline umanistiche e scientifiche. “Se la letteratura e la poesia sono spesso ispirate alla scienza (quella moderna, nata in Europa nel Seicento), non mancano certo gli esempi di romanzi e racconti che hanno esercitato la loro influenza sullo sviluppo scientifico. Per non parlare del fatto che molti letterati sono stati anche scienziati, o hanno avuto una importante formazione scientifica”. Tra tutti basta pensare ad Arthur Conan Doyle, medico, studioso di botanica e chimica, che crea il personaggio di Sherlock Holmes, un poliziotto scientifico capace di risolvere i suoi casi grazie alle proprie capacità di indagine.
Gli autori che contaminano la scienza con la letteratura, il cinema e i fumetti sono molti. Dopo Mary Shelley con Frankenstein, Ciardi racconta dello scrittore statunitense Edgar Allan Poe e Jules Verne che, negli anni Sessanta dell’Ottocento, pubblica Dalla Terra alla Luna e Intorno alla Luna, e Viaggio al centro della Terra. Leggiamo di Emilio Salgari, autore de La tigre della Malesia (apparso tra il 1883 e il 1884) ma anche di un ciclo sui corsari delle Antille e delle Bermuda, che rivela nei suoi romanzi una straordinaria conoscenza geografica, antropologica ed etnologica: non c’è pianta o animale citati nelle sue opere di cui non esista fonte specifica. Le meraviglie del Duemila (1907), ancora di Salgari, narrano invece di un viaggio nel futuro in cui i terrestri sono in grado di comunicare con gli abitanti di Marte. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento le osservazioni del pianeta si fanno sempre più frequenti e il dibattito sull’esistenza dei marziani inizia a trovare ampio spazio su giornali e riviste di divulgazione, offrendo ispirazione anche a molti scrittori. Ancora, Herbert George Wells nel 1985 compone La macchina del tempo, un romanzo che fornisce uno sguardo sui possibili scenari dell’evoluzione umana, e un paio di anni più tardi La guerra dei mondi, che narra l’invasione della Terra da parte dei marziani e riscuote uno straordinario successo.
“ Per effettuare una corretta comunicazione della scienza è indispensabile conoscere la storia della scienza Marco Ciardi
Sono numerosi dunque i casi in cui scienza e letteratura vanno a braccetto. Nel primo numero della rivista scientifica Nature per citare un altro esempio – datato 4 novembre 1869 – campeggia in apertura un verso di William Wordsworth, il poeta più amato da Darwin come sapevano bene gli editori, che recita: “To the solid ground of Nature trusts the mind which builds for aye” (Al sicuro terreno della natura affida la mente che senza fine edifica). La citazione è tratta da un sonetto del 1823, A Volant Tribe of Bards on Earth are Found, e proprio da qui trae origine il nome della rivista, in un periodo in cui ancora non esistevano fratture tra cultura umanistica e scientifica.
Nuove scoperte, dibattiti, linee di pensiero calcano le pagine di tanti romanzi e non solo. “A tal proposito, come è evidente dal titolo del libro – scrive Ciardi – la figura di Charles Darwin sarà uno dei fili conduttori di questa storia. La sua opera ha avuto un’influenza incredibile sulla cultura del tempo, permeando non solo la letteratura, ma anche il cinema e i fumetti, capeggiati dallo straordinario Flash Gordon creato da Alex Raymond”. Il racconto che ne fa Ciardi è ricco e articolato, e i personaggi e le opere che si incontrano nel corso del volume sono davvero numerosi: oltre a quelli già citati, trovano spazio anche Topolino e Tarzan, Dracula, King Kong e Superman. In un viaggio, tra storie e generi, lungo due secoli.