SOCIETÀ
Internet nella Costituzione?

"Considerare Internet uno dei vari media è riduttivo e improprio. Internet è molto di più: è una dimensione essenziale per il presente e il futuro delle nostre società; una dimensione diventata in poco tempo un immenso spazio di libertà, di crescita, di scambio e di conoscenza": con queste parole Laura Boldrini, presidente della Camera, ha commentato la presentazione della Carta italiana dei Diritti di Internet, obiettivo per la prima volta assunto in sede parlamentare. Tutti potranno contribuire alla stesura del testo definitivo, suggerendo modifiche, integrazioni e cancellazioni all'attuale documento di 6 pagine e 14 punti, collegandosi al sito della Camera. La bozza nasce dal lavoro di una Commissione di esperti nominata proprio da Boldrini e presieduta da Stefano Rodotà.
"Una carta dei diritti di internet potrebbe essere un esercizio molto positivo di democrazia", ha aggiunto Boldrini, citando l'esempio della Carta del Web brasiliana, il cosiddetto "Marco Civil", recentemente approvato, la prima legge approvata da un Parlamento nazionale a definire i principi in materia di diritto d'accesso alla Rete.
I principi di riferimento del testo italiano sono quelli classici, in linea con il "Marco Civil" brasiliano appunto e con le norme dell'Unione europea: libertà, uguaglianza, dignità e diversità di ogni persona, e si declinano anzitutto nel diritto fondamentale di accesso ad internet in condizioni di eguaglianza. Dal riconoscimento di questo diritto deriva necessariamente il principio della net neutrality, la neutralità della Rete. Come afferma Rodotà, “Finora, quella che è stata capacità generativa della Rete, cioè la capacità di innovazione continua, è stata resa possibile proprio dal fatto che tutti hanno potuto muoversi in Rete in condizioni di parità".
È questa la condizione fondamentale perché Internet rappresenti un sapere collettivo, osserva l'ex Garante per la Privacy, ma non solo: in tal modo si garantisce anche la concorrenza fra coloro che su internet svolgono attività economiche offrendo servizi, prodotti, risorse: "Se elimino la neutralità i più forti potranno creare condizioni e impedimenti per coloro che vogliono entrare in concorrenza con essi. Garantire condizioni di libertà ed eguaglianza è una premessa indispensabile, perché sia resa possibile la partecipazione sociale e politica per tutti i cittadini nelle modalità nuove che la rete offre”.
Sia le ragioni alla base di una Carta dei diritti della Rete che il percorso per giungervi e le caratteristiche normative non appaiono molto dissimili nel "Marco Civil", approvato dal Senato del Brasile il 23 aprile 2014 come Legge n. 12965 dopo tre anni di dibattito non privo di polemiche e svariati emendamenti al testo originario. Il testo mira a stabilire principi, diritti, doveri e garanzie per l'uso di Internet in Brasile con particolare riferimento alla libertà di espressione, proclamata "fondamento" sulla base del "riconoscimento della Rete globale, dei diritti umani, dello sviluppo della personalità e della cittadinanza nei media digitali, della pluralità e diversità, dell'apertura e collaborazione, della libera impresa, della libera concorrenza, della tutela dei consumatori e della finalità sociale della Rete".
La legge si applica alla libertà di comunicazione e di pensiero, alla tutela della privacy, alla protezione dei dati personali, alla neutralità, alla stabilità, alla sicurezza e alla funzionalità delle Rete attraverso misure tecniche coerenti con gli standard internazionali che promuovano l'uso delle migliori pratiche, la responsabilità nell'esercizio delle relative attività, la natura partecipativa di Internet nonché la libertà dei modelli di business per il web.
Tra gli obiettivi da garantire, invece, sono espressamente citati il diritto universale di accesso a Internet, l'accesso alle informazioni, la conoscenza e la partecipazione alla vita culturale e alla gestione degli affari pubblici, l'innovazione e la promozione di nuove tecnologie, di modelli di utilizzo e di accesso e l'adesione a standard tecnologici che consentano la comunicazione aperta, l'accessibilità e l'interoperabilità tra applicazioni e database.
Così strutturata, e con oltre 22 articoli, la legge brasiliana n. 12965 concilia diritti, doveri e relative garanzie procedurali destinate a renderla applicabile. A prima vista, tuttavia, non sorprende per novità. A livello globale, infatti, il testo brasiliano non è unico nel contenuto: anche l'Unione Europea ed il Consiglio d'Europa, dal canto loro, hanno promosso diverse iniziative volte a regolamentare l'uso di internet, fra cui una Direttiva-quadro, il cosiddetto “Pacchetto Telecom" del 2009, che mira a rifondare il quadro normativo delle telecomunicazioni per rendere il settore della comunicazioni digitale più concorrenziale agevolando l'ingresso di nuovi operatori e incentivando gli investimenti nel settore.
Se si analizza nel dettaglio il testo del "Marco Civil" brasiliano si possono notare anche parallelismi con la normativa europea in materia di protezione dei dati nelle comunicazioni elettroniche. Ad esempio, l'articolo 15 della legge brasiliana, che stabilisce l'obbligo di conservazione dei dati per sei mesi per i fornitori di applicazioni, è una trasposizione della Direttiva europea 2006/24/CE. Tale articolo ha suscitato forte opposizione in alcuni settori dell'opinione pubblica brasiliana, che hanno ricordato come la Corte di Giustizia dell'Unione Europea abbia dichiarato non valida - perché sproporzionatamente contraria ai diritti di privacy - la Direttiva in questione con sentenza dell'8 aprile 2014 sul caso “Digital Rights Ireland e altri”.
Ancora, gli articoli 18 e seguenti della Legge brasiliana riguardo la responsabilità per i contenuti prodotti da terzi si rifanno alla Direttiva 2000/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell'8 giugno 2000 sul commercio elettronico, e le questioni di cui agli articoli 24 e seguenti, dedicati all'attuazione del potere pubblico, riprendono la legislazione europea in materia di telecomunicazioni e le Direttive sul riutilizzo dell'informazione pubblica (98/2003/CE e 2013/37/UE per gli aspetti relativi agli Open Data).
Nonostante i parallelismi messi in evidenza, va però sottolineato che il "Marco Civil" ed la recentissima bozza di testo della futura Carta italiana apportano alcune novità importanti. Rispetto alle norme e direttive ricordate, tutte incentrate sulle esigenze dell'economia e la garanzia della concorrenza, il fatto di individuare la libertà di espressione quale principio fondante del testo giuridico implica che tale libertà si collochi sopra ogni altro aspetto, spostando l'accento verso una visione della Rete come importante spazio di espressione dei diritti costituzionali e di cittadinanza.
Inoltre, inserire in un unico testo di legge le modalità con le quali i diritti e le libertà possono applicarsi alla Rete, in correlazione ai relativi doveri e garanzie, appare un traguardo estremamente moderno soprattutto in un contesto quale l'America Latina, dove il Brasile si candida così ad esercitare una leadership chiara. In materia di normativa di internet, infatti, il Sudamerica si trova ancora in un limbo dai contorni poco definiti, come testimonia lo studio sulla criminalità informatica dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine del febbraio 2013.
Il principio di neutralità della Rete, fondamento della Dichiarazione dei diritti di internet italiana e del "Marco Civil" brasiliano, si rivela dunque chiave di volta per riconoscere, nel Web, principi di ordine superiore, affermati a livello europeo ed internazionale. L'apertura alla concorrenza del mercato delle telecomunicazioni ha avuto un effetto catalizzatore in un ambito precedentemente riservato agli oligopoli. La net neutrality è quindi il vero campo di battaglia per una Rete inclusiva e paritaria: costituisce un deterrente al tentativo di creare corsie preferenziali per chi potrebbe sborsare di più per acquistare servizi online e di strutturare una rete ad accessi (e diritti) differenziati, plasmabile a volontà dai maggiori operatori.
L'iniziativa parlamentare italiana della Carta dei diritti di internet e la legislazione brasiliana costituiscono lo sforzo di portare in questo campo il riconoscimento dei principi di libertà, eguaglianza, dignità e diversità, in armonia con il progresso tecnologico e le esigenze del mercato.
L'Italia, con la sua proposta e il percorso partecipato delineato dalla Commissione di esperti si pone così in prima fila nella discussione sulla libertà della Rete, uno dei temi più dirimenti dell’attuale fase storica.
Gabriele Nicoli