CULTURA

La storia secondo Emilio Vedova

Cinquant’anni di storia visti e rivissuti attraverso le opere di uno degli artisti contemporanei più rappresentativi: nasce così l’idea alla base di Rivoluzione Vedova, la mostra ideata e progettata da Fondazione Emilio e Annabianca Vedova e coprodotta con M9 - Museo del ’900 aperta al pubblico dal 5 maggio al 26 novembre 2023 al terzo piano dell’istituzione mestrina. Il percorso espositivo, curato da Gabriella Belli e allestito da Massimo Alvisi e Junko Kirimoto, racconta attraverso 130 pezzi – tra installazioni e opere a parete – il punto di vista del grande pittore veneziano su alcune delle vicende più drammatiche della seconda metà del XX secolo. Lavori e clicli fondamentali come Diario partigianoDiario di CoreaPraga 1968Chi brucia un libro brucia un uomo (quest’ultimo dedicato all'incendio della biblioteca di Sarajevo, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 agosto) raccontano una forte tensione etica oltre che estetica, che affonda le radici stessa storia umana e artistica del pittore.

Al centro del percorso tre grandi installazioni, monumentali e allo stesso tempo iconiche, prendono vita nella straordinaria sala da ben 1.300 metri quadrati ininterrotti da pilastri e colonne. L’“assurdo diario” (Absurdes Berliner Tagebuch ’64) racconta una Berlino allucinata e stravolta, presa tra i postumi del nazismo e la recente (nel 1961) costruzione del Muro, mentre in Tondi e Dischi (1985-1995) la reminiscenza rinascimentale del formato circolare del quadro è indagata e portata ai suoi limiti. Chiude il la mostra …in continuum, compenetrazioni/traslati ’87/’88, dove le tele accatastate e sospese senza criterio apparente diventano una riflessione sui confini dell’oggetto artistico e la necessità di oltrepassarli.

Del resto “Emilio Vedova sceglie l’astrattismo come principio di libertà, e la libertà per sé e per gli altri sarà sempre la sua stella guida”, spiega la curatrice Gabriella Belli. “Libertà anche di sperimentare punto di vista tecnico – continua la storica dell'arte, già direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia –. Da questo punto di vista quasi in ogni opera c’è una novità: all’inizio nei colori, poi nell’aggiunta di pezzi realtà per rendere il quadro più forte e distinguibile. Fino ad arrivare addirittura ad eliminare la pittura, esplorando nell’immediato dopoguerra il puro collage o la scrittura”. Una libertà che costerà anche cara al pittore, spinto nell’immediato dopoguerra a lasciare il PCI proprio perché i suoi lavori non sono ritenuti adatti a rappresentare i valori e le lotte della classe operaia secondo i canoni del cosiddetto realismo socialista. L’artista però – come bene rappresentato dalla mostra a Mestre – non rinuncerà mai a imprimere una dimensione sociale e politica alla sua produzione: dai suoi quadri arriva ancora oggi, per dirla con le parole del presidente della Fondazione Vedova Alfredo Bianchini, un vero e proprio “urlo di denuncia dei mali e delle ingiustizie umane”.

Nato a Venezia nel 1919 da una famiglia operaia Vedova inizia il suo percorso sostanzialmente da autodidatta, approdando in seguito assieme a personaggi del calibro di Aligi Sassu e Renato Guttuso nel movimento Corrente. Antifascista, partecipa tra il 1944 e il 1945 alla Resistenza e nel 1946 a Milano è tra i firmatari del manifesto “Oltre Guernica”. Nello stesso anno, a Venezia, è tra i fondatori della Nuova Secessione Italiana poi Fronte Nuovo delle Arti. Nel 1948 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia, manifestazione che lo vedrà spesso protagonista: nel 1952 gli viene dedicata una sala personale, nel 1960 riceve il gran premio per la pittura e finalmente nel 1997 riceve il Leone d’oro alla carriera.

Nel percorso espositivo il visitatore troverà esaustivi approfondimenti, materiali audio-visivi di grande interesse e molto efficaci per una comprensione del lavoro di Vedova nell’occhio della storia (curati da Twin Studio, Milano), mentre una sala immersiva (a cura di Vitruvio, Bologna) promette, nello spirito dell’identità digitale di M9, un’esperienza emozionale nel mondo gestuale e creativo di Vedova.

L’esposizione rappresenta apre un percorso inedito per M9, che per la prima volta dalla sua inaugurazione sceglie l’arte contemporanea come strumento per esplorare e interpretare la storia, e rappresenta l’avvio di un ciclo di mostre biennali che sarà dedicato a protagonisti della storia dell’arte dall’alto impegno civile che, al contempo, hanno rivoluzionato linguaggi e modalità espressive cambiando regole e canoni con contributi originali e innovativi. Come Emilio Vedova, per l’appunto.


Rivoluzione Vedova

A cura di Gabriella Belli; allestimento: Studio Alvisi Kirimoto

M9 - Museo del ’900, Via Giovanni Pascoli 11 Venezia Mestre
5 maggio - 26 novembre 2023

www.m9museum.it

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