CULTURA
Sculture fantascientifiche e disegni inediti: l’arte ritrovata di Bruno De Toffoli
"Bruno De Toffoli. L’avventura spazialista". Foto: Ugo Carmeni, 2024
Entrando nella ex chiesa di Sant'Agnese del centro storico di Padova, oggi trasformata in spazio espositivo in dialogo con la città, si ha la sensazione di essere stati catapultati su un altro pianeta. Sotto un soffitto alto più di dieci metri, nove grandi sculture in gesso di Bruno De Toffoli riempiono la navata e sembrano uscite da un set di fantascienza: si sviluppano in verticale, come totem dalle punte aguzze e alieni dai giganteschi occhi spalancati sul nostro mondo, o seguono linee sinuose e sbilanciate, dilatandosi su piani orizzontali o definendo forme tortuose e complesse. "Sono sculture quasi fantascientifiche realizzate negli anni Cinquanta, quando l'arte immaginava cose che ancora non c'erano", spiega Luca Massimo Barbero, curatore di Bruno De Toffoli. L'Avventura spazialista, e aggiunge: "Nella storia dell'arte esiste ancora la curiosità", il desiderio di scoprire artisti di valore ma poco noti.
Il piacere della (ri)scoperta: potrebbe essere questa, dunque, la sintesi di una insolita esperienza d’arte, un percorso inaspettato sulle tracce di un artista, rimasto a lungo nell’ombra, con radici profonde nel territorio veneto e un vivace pensiero innovatore capace di superarne i confini. E a Sant’Agnese l’arte è davvero ritrovata, da qualsiasi parte la si guardi: iniziando dal 'contenitore', una antica chiesa oggi sconsacrata diventata luogo di cultura, incontro e bellezza contemporanea, per arrivare al 'contenuto', con le rare opere di un artista da riscoprire.
“ Sono sculture quasi fantascientifiche realizzate negli anni Cinquanta, quando l'arte immaginava cose che ancora non c'erano Luca Massimo Barbero
Dettaglio di "Eternità della macchina", 1951, gesso
L'ampio ambiente della navata, il primo a cui si accede, valorizza la dimensione spaziale delle creazioni dello scultore (Treviso, 1913 - Venezia, 1978). Allievo di Arturo Martini a Venezia, De Toffoli partecipa alla Biennale nel 1950 e nel 1953 e con Lucio Fontana, e un nutrito gruppo di altri artisti, scrive il Manifesto dello Spazialismo per la televisione del 1952, in cui si legge: "Noi spaziali ci sentiamo gli artisti di oggi, poiché le conquiste della tecnica sono ormai al servizio dell'arte che noi professiamo". A firmare, il 17 maggio 1952, sono Ambrosini, Burri, Crippa, Deluigi, De Toffoli, Dova, Donati, Fontana, Giancarozzi, Guidi, Joppolo, La Regina, Milena Milani, Morucchio, Peverelli, Tancredi, Vianello.
La mostra è a ingresso gratuito: un invito alla partecipazione, un messaggio di apertura nei confronti di una città che accoglie “le nuove radici della cultura”, aggiunge il curatore. "Abbiamo punteggiato lo spazio e quello qui esposto è un nucleo raro delle sculture di De Toffoli", il quale realizzò poche opere, molte delle quali sono andate disperse. Alle sculture della navata, realizzate tra il 1948 e il 1958 (e provenienti dalla collezione Intesa Sanpaolo), si affiancano i disegni inediti esposti nella sacrestia, eseguiti tra il 1965 e il 1968 e contenuti in un album qui mostrato per la prima volta, in dialogo con le opere di Jaroslav Serpan e Vinicio Vianello e quelle di artisti della collezione Peruzzo, tra cui Manzoni, Dadamaino, Vedova, Tapies e Bonalumi e, ancora, con un Concetto Spaziale rosa di Lucio Fontana (1968), sistemato come ideale traghettatore tra navata e sacrestia, accanto all'opera permanente Senza titolo di Jannis Kounellis (1996).
Bruno De Toffoli. L'avventura spazialista
a cura di Luca Massimo Barbero
16 novembre 2024 - 4 maggio 2025 (ingresso gratuito)
Ex Chiesa di Sant'Agnese, via Dante, 63 - Padova
Fondazione Alberto Peruzzo è un'istituzione non-profit nata nel 2015. Dal marzo 2023 la sua sede espositiva permanente è la chiesa sconsacrata di Sant'Agnese, edificio del XII secolo collocato dove circa 2500 anni fa erano presenti attività umane: a dircelo è la selezione di ritrovamenti archeologici esposta nell'ipogeo, dove sono presenti anche frammenti di affreschi del Trecento. Nella navata vengono allestite mostre temporanee che dialogano, di volta in volta, con selezioni della collezione permanente esposta a rotazione nella sacrestia.
La collezione Peruzzo conta oltre centocinquanta opere contemporanee che vanno dall'inizio del XX secolo ai giorni nostri. Tra gli artisti: Balla, Sironi, De Pisis, Picasso, Dubuffet, Chagall, Léger, Casorati, Riopelle, Albers, Ernst, Mirò, Manzoni, Fontana, Vedova, De Chirico, Crippa, Carrà, Sutherland, Turcato, Christo, Scheggi, Dadamaino, Wesselmann, Tàpies, Jenkins, Afro, Schifano, Schnabel, Plessi, Dine, Francis, Appel, Jenkins, Biasi, Music, Arman, Murakami, Valdes, Mitoraj, Paladino, Mastrovito, Sassolino, Pegoraro.