SOCIETÀ

Il tasso di suicidi in Giappone è tornato a salire dopo 11 anni

Per la prima volta dopo 11 anni il tasso di suicidi in Giappone è tornato a salire. In particolare durante la seconda ondata pandemica l’aumento è arrivato al 16%. Lo studio, pubblicato su Nature Human Behaviour, prende in considerazione due diversi periodi del 2020 e mette in luce come ci sia stato un netto cambiamento tra la prima fase della pandemia e la seconda.

I ricercatori dell’Hong Kong University of Science and Technology e del Tokyo Metropolitan Institute of Gerontology hanno notato come la pandemia abbia influito sul tasso di suicidi giapponese. Parlare di questo tema presuppone sempre una grande attenzione. Le cause che portano al suicidio infatti possono essere diverse e numerose, motivo per cui in quest’analisi ci fermeremo a riportare solamente i cambiamenti avvenuti in Giappone.

Lo studio

Partiamo dalla fine, cioè dal dato finale. Il tasso di suicidi nel periodo luglio-ottobre è aumentato del 16% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre nel periodo febbraio-giugno era calato del 14%.

Le motivazioni, come scrivono nello studio, sono numerose e facilmente intuibili. Insieme alla paura, al disagio e all'ansia causati dalla minaccia della malattia, l'allontanamento sociale può compromettere rapporti sociali e familiari, aumentando così la solitudine, la noia e l’inattività. Non è da sottovalutare neanche il limitato accesso ai servizi sanitari, che potenzialmente può indurre a malattie mentali. 


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In media in Giappone sono morte per suicidio 1.596 persone in ogni mese preso in esame dallo studio, cioè da novembre 2016 a ottobre 2020. I morti per Covid-19 invece, al 31 ottobre 2020 erano 1.765. Il mese più tragico per quanto riguarda i suicidi in Giappone è ottobre con un tasso maggiorato del 38%. A questo poi, bisogna aggiungere il fatto che lo studio stesso analizza i dati fino al mese di ottobre.

I casi attuali di Covid-19 in Giappone

Ancora oggi sappiamo che i casi di Covid-19 in Giappone sono oltre 40mila (49,671 al 2 febbraio 2021) con un totale di quasi 6mila morti (5.952 al 2 febbraio 2021). Dati che, dal punto di vista della pandemia, fanno notare come la situazione da novembre in poi, in Giappone sia più complessa rispetto al periodo preso in esame dallo studio. In particolare il mese di gennaio ha visto una criticità importante sia per quanto riguarda i nuovi casi di positività, sia per quanto riguarda i decessi. Quest’ultima statistica poi, è in costante aumento. Il 1 febbraio infatti sono morte 80 persone, mentre il 2 febbraio (dati non ancora accertati) ci sarebbero stati 113 decessi.

“L'insicurezza finanziaria e la perdita del lavoro - conclude lo studio - sono fattori di rischio ben noti per il suicidio. Pertanto, la recessione economica guidata dalla pandemia potrebbe aumentare la mortalità per suicidio”. 

Disuguaglianze di genere

L’analisi dei ricercatori poi, mette in evidenza come altri studi esistenti evidenzino come anche altre epidemie passate, come l'influenza spagnola e la SARS, abbiano portato ad un aumento dei tassi di suicidio. 

L'aumento dei suicidi in Giappone, durante la seconda ondata, si è riscontrato in particolar modo tra le donne, i bambini e gli adolescenti (considerando gli under 20 ). La mortalità per suicidio è aumentata del 37% tra le donne, cioè circa 5 volte in più rispetto ai maschi. Anche in questo caso l’aumento è stato più pronunciato nell'ottobre 2020, quando il tasso di suicidi tra le donne è aumentato dell'82%.

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