Quando i titoli e le pubblicazioni di un candidato all’abilitazione scientifica nazionale siano giudicati positivamente, un giudizio finale che neghi l’abilitazione risulta contraddittorio e va quindi annullato. È il principio enunciato dai giudici del Tar del Lazio, che con la sentenza 14100 del 15 dicembre 2015 hanno accolto il ricorso presentato da una candidata cui era stata negata l’abilitazione malgrado produzione scientifica e titoli fossero stati valutati dalla commissione con giudizi che andavano dal “buono” all’“ottimo”. Il Tar, nell’esaminare il ricorso, ha anche osservato che la candidata superava “due delle tre mediane di riferimento”. L’organo giudicante ha quindi ritenuto la decisione della commissione inficiata da una “evidente contraddittorietà interna del giudizio collegiale che costituisce un elemento sintomatico del vizio di eccesso di potere”. Il Tar ha quindi disposto l’annullamento del giudizio negativo impugnato, e il riesame della candidata da parte di una nuova commissione “in diversa composizione” entro sessanta giorni dalla comunicazione della sentenza.