UNIVERSITÀ E SCUOLA

Affitti per studenti. Se la casa diventa un posto letto

In singola è il meglio, in doppia dipende, in tripla è l’ultima scelta: parliamo del posto letto. Gli studenti lo chiamano così, come nelle camerate, negli ospedali o nei dormitori che danno asilo a chi ne ha bisogno o vi è costretto. Eppure un punto di contatto esiste tra questi mondi diversi: anche gli studenti, quando sono alla ricerca di una sistemazione, spesso si muovono da soli e con un budget limitato che fa escludere le scelte costose e condividere con altri, di solito sconosciuti, le spese della casa.

In tempi di crisi, con molti studenti che da fuori sede sono tornati a essere pendolari, “la richiesta di alloggi per studenti è decisamente inferiore all’offerta” commenta Cristiana Meneghini, agente immobiliare. I prezzi “dopo il picco raggiunto nei due anni seguenti all’entrata in vigore dell’euro – continua la Meneghini – sono aumentati molto più lentamente, ma quest’anno il mercato è completamente fermo.” Un’opinione condivisa anche da Ivan Campagnola che per l’Esu (l’azienda per il diritto allo studio) segue da anni il servizio di accommodation per gli studenti Erasmus in arrivo a Padova: “Dopo essere cresciuti più o meno al ritmo dell’inflazione [il 17,5% dal 2005 a oggi, ndr], oggi i valori degli affitti sono stabili nelle vicinanze dei principali istituti universitari ma sono anche scesi fuori dal centro e nelle zone più periferiche. Bisogna però non farsi trarre in inganno dal meccanismo del posto letto per valutare l’andamento dei prezzi”. Se infatti si prende “un appartamento da 4 persone – spiega – e lo si trasforma in abitazione per 5, la quota individuale potrà anche risultare minore ma il prezzo dell’immobile in quanto tale subirà un innalzamento che sarà difficile recuperare”. Un doping che si mangia i metri quadri delle case e ne diminuisce la vivibilità, magari sacrificando gli spazi di vita comune, ora trasformati in stanze, e potrebbe nascondere l’aumento del prezzo degli immobili dietro l’apparente invariabilità delle quote pagate dai singoli.

Secondo Gilda Pellegrino, un’altra agente immobiliare, “c’è stata una diminuzione della ricerca dell’appartamento attraverso il canale delle agenzie. Quando non c’è l’esclusiva capita che siano i proprietari a trovare e a portare un maggior numero di aspiranti inquilini”. Che sia l’effetto degli immancabili biglietti di annunci nelle sedi universitarie, o piuttosto il segno di una maggiore confidenza dei proprietari con internet, il risultato non cambia. Pagine e pagine di annunci al buio, di posti in stanze singole o doppie con prezzi che sembrano ispirati da uno spontaneo “cartello”, di compratori e venditori: stanza doppia intorno ai 200-250 euro, singola a circa 300. Di più, nella maggior parte dei casi, non è dato sapere: se chi propone l’annuncio sia un altro studente che subaffitta o un proprietario, che tipo di contratto verrà applicato e per quanto tempo, o più semplicemente quante persone vi abitino già. L’unica via d’uscita è quella di informarsi.

Studenti e proprietari possono scegliere tra due contratti: o il “4+4” anni, che ha canone libero e durata immutabile, o il contratto per studenti: da 6 mesi a 3 anni di durata, rinnovabili, con l’importo dell’affitto che viene contrattato dalle parti entro valori minimi e massimi, in base alla zona e alle qualità di abitazione e arredi. Il contratto può essere intestato anche a più studenti e, con il consenso del proprietario, c’è la possibilità di far subentrare un altro studente nel caso uno degli intestatari dovesse andarsene in anticipo.

Per calcolare il prezzo della locazione è necessario consultare gli accordi tra le organizzazioni sindacali degli inquilini, dei proprietari, degli studenti e l’ESU, che sono stati prorogati nel maggio 2012. Sul sito internet del comune di Padova, in una sezione dedicata ai contratti di locazione, si possono trovare anche il contratto tipo per studenti, la mappa con la divisione in zone della città e gli altri parametri che servono per valutare l’appartamento.

I contratti concertati, alla cui categoria appartiene il contratto per studenti, prevedono agevolazioni fiscali per entrambe le parti. Se i proprietari scelgono la tassazione ordinaria questo reddito si somma agli altri ma solo il 59,5% (percentuale che salirà al 66,5% dal 2013) è soggetto a imposte. Optando per la tassazione con la cedolare secca, il reddito viene invece tassato in misura fissa: il 19% del totale. Anche lo studente e la sua famiglia possono usufruire di una detrazione pari al 19% sui canoni pagati. Ma il suo importo non può superare i 2.633 euro. Inoltre per beneficiare di questa detrazione è necessario che lo studenti frequenti un’università distante almeno 100 chilometri dal suo comune di residenza e si trovi in una provincia diversa. Raggiunto l’accordo e stipulato il contratto, entro trenta giorni va registrato all’Agenzia delle entrate. Quando il proprietario sceglie la tassazione ordinaria si versa un’imposta di registro, da rinnovare poi ogni anno: corrisponde al 2% del canone annuo e si divide a metà tra le parti. Se il proprietario ha scelto la cedolare secca non si paga nulla, ma il contratto va comunque registrato. (2-continua)

 

Carlo Calore

 

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