IN ATENEO

Babele turn-over, il Miur chiarisce norme e criteri

Una lettera del Miur fa chiarezza sulle percentuali di turn-over del personale consentite agli atenei per i prossimi anni: un punto soggetto a continue modifiche, a causa dell'accavallarsi delle disposizioni più recenti. Omettendo la successione di norme oggi superate, si ricorda che l'attuale regime è disciplinato, da ultimo, dal decreto legge 69/2013 (il "decreto del fare", convertito con legge 98/2013) che ha disposto la "tabella di marcia" oggi in vigore: per il 2013 il limite di sostituzione del personale rispetto all'organico dell'anno precedente è fissato al 20%; il limite viene elevato al 50% per il 2014 e 2015, per poi andare al 100% (assunzioni pari a cessazioni pregresse) nel 2016. Il quadro in vigore è, comunque, destinato a cambiare ancora, per effetto della legge di stabilità appena presentata al Parlamento e che andrà in vigore, se approvata, il prossimo primo gennaio. La bozza depositata in Senato (che è quindi solo la base di partenza su cui le Camere dovranno pronunciarsi ed eventualmente apportare variazioni) non modifica i valori previsti per i primi due anni (50% per 2014 e 2015), ma interviene a partire dal 2016, anno per il quale il limite viene abbassato al 60%. Per il 2017 il limite sale all'80%, per poi arrivare al tasso di sostituzione uno a uno (100%) nel 2018. Rimane da capire se le Camere attueranno un'ennesima modifica sulla programmazione del personale nelle università. Nella lettera, il Miur replica anche alle polemiche sorte in merito ai criteri di applicazione del turn-over 2013. Su questo argomento è intervenuto anche il Consiglio universitario nazionale, che in una mozione critica il recente decreto con cui il Miur ha assegnato i punti organico agli atenei (punteggi corrispondenti alle risorse economiche necessarie per assumere il personale). Il Cun rileva che l'assenza di correttivi ha determinato, nella distribuzione dei punti, differenze troppo marcate tra le università: secondo il Cun, per il futuro va individuato un meccanismo più flessibile per non penalizzare oltre misura gli atenei che presentano una situazione economico-finanziaria comunque in linea con i requisiti di legge. Il meccanismo per l’assegnazione dei punti organico agli atenei prevede, a livello nazionale, che il turn-over sia limitato al 20%. Ma il sistema, rapportato alla realtà di ciascun ateneo, ha generato delle sperequazioni, con università che si sono viste assegnare quote di gran lunga superiori (o inferiori) al famoso tetto del 20% fissato a livello nazionale. Così ecco che la Scuola superiore Sant’Anna ha ricevuto una percentuale di punti organico pari al 212,89% rispetto ai pensionamenti. A fondo “classifica”, si posizionano l’università di Foggia e quella di Siena con percentuali pari rispettivamente al 6,84 e al 6,85%.

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