IN ATENEO

Biblioteca Maldura: un bilancio a un anno dal sisma

Ricorre oggi l’anniversario del sisma che, irradiandosi fino a Padova dal suo epicentro modenese alle 9 di mattina del 29 maggio 2012, ha fatto temere danni gravi agli edifici mancanti di caratteristiche antisismiche, in particolare quelli storici.

A fronte di una situazione grave e con evoluzione imprevedibile, nell’immediato la prima reazione dell’ateneo è stata un ordine di evacuazione al fine di preservare l’integrità fisica delle persone: le migliaia di studenti, i docenti, il personale tecnico-amministrativo.

Nei giorni successivi si è proceduto a esaminare con urgenza lo stato di tutti gli edifici dell’ateneo. A fronte dei riscontri effettuati si è dovuto chiudere totalmente l’accesso a palazzo Maldura, sede del dipartimento di Studi linguistici e letterari e della biblioteca per eseguire gli interventi necessari alla messa in sicurezza.

I bibliotecari hanno provveduto a spostare l’intera biblioteca. I circa 200.000 volumi della biblioteca, fisicamente spostati, sono stati ricollocati nel giro di 18 giorni, in modo che potessero essere sempre e comunque completamente rintracciabili attraverso il catalogo in rete. A questa attività hanno contribuito spontaneamente bibliotecari da tutte le 38 biblioteche dell’ateneo, con un contributo oltre il normale orario di lavoro, e per tutto questo dobbiamo essere loro grati.

È grazie a questo lavoro, infatti, compiuto a palazzo chiuso, che è stata assicurata la continuità del servizio della biblioteca, pur con i limiti dati dalla situazione, poiché dal 18 giugno successivo al sisma si è potuto aprire in zona sicura un front-office che ha permesso da allora a studenti, dottorandi e ricercatori di ottenere i materiali per le loro esigenze. L’unica interruzione del servizio è coincisa con i lavori di messa in sicurezza dell’edificio, relativi al consolidamento della statica, e condotti a tempo di record, tra metà agosto e i primi di settembre.

Dal 17 dicembre, ottenuti i premessi necessari da vigili del fuoco e procura, si è potuto  riaprire la sala di lettura centrale, il Salone, con i suoi 98 posti, garantendo la consultazione attraverso un servizio di levate.  Altri posti di lettura saranno presto accessibili.

Si sta ora portando a termine la risistemazione dei depositi in modo da rendere accessibile a scaffale aperto un terzo dei materiali entro la fine di  maggio e due terzi entro la fine di settembre. Va però ricordato che, a causa delle recenti disposizioni relative alla sicurezza per i carichi d’incendio, agli utenti sarà consentito prelevare i volumi, ma non fermarsi a leggerli nei depositi.

Al termine di tutte le attività in essere, che aumenteranno anche il numero dei posti di lettura, un po’ meno di un terzo della biblioteca sarà permanentemente collocato in depositi a scaffale chiuso, ottenibile in consultazione e/o prestito mediante richiesta ai bibliotecari. Per questo i docenti delle differenti sezioni, in collaborazione con i bibliotecari, hanno predisposto che i materiali che resteranno a scaffale chiuso siano, per ogni settore, quelli meno ricercati.

Tutto ciò ha richiesto uno sforzo consistente da tutti i punti di vista: progettuale, di lavoro e finanziario, nonché un coordinamento dei settori dell’ateneo, fortemente integrati in tutte le attività, con gli attori extra-ateneo preposti al rilascio dei necessari permessi e infine con le ditte qualificate a intervenire.

L’ateneo ha dato priorità a queste attività consapevole dell’importanza che la biblioteca Maldura riveste per tutti gli studenti e studiosi afferenti alle discipline linguistiche con l’obiettivo che gli sforzi consentano a breve un ritorno quasi completo alla situazione anteriore al sisma.

Contestualmente l’impegno è quello della realizzazione della nuova biblioteca al Beato Pellegrino per il quale si sono espletati da parte dell’ateneo tutti i passi necessari a dare inizio ai lavori, compresa l’aggiudicazione della gara di appalto al costruttore.

A fronte dell’esperienza vissuta ma in via di superamento qui in Padova, misuriamo le differenze con le enormi difficoltà che stanno tuttora attraversando studenti e studiosi  dell’università di Pisa, con la chiusura pressoché totale non solo della sede, ma anche dei servizi della biblioteca Universitaria, del ministero dei Beni culturali, e della biblioteca di Giurisprudenza dell’ateneo, collocate in Pisa presso il palazzo della Sapienza.  

Proprio per evitare quella situazione, ben consapevoli che la biblioteca è “il laboratorio” necessario alle discipline umanistiche abbiamo lavorato a pieno ritmo a porre rimedio nei tempi più rapidi possibili al danno del sisma, e, nel frattempo, a mantenere  il servizio della biblioteca nel modo più ampio consentito dalle circostanze.

Un’ultima parola: siamo preoccupati per le difficoltà generali, logistiche, di turnover delle persone e di reperimento di risorse finanziarie che si presentano in questi tempi non solo alle università, ma anche alle istituzioni culturali prestigiose e fortemente significative nel panorama della cultura italiana, quali, oltre alle sopra citate biblioteche di Pisa, la Biblioteca nazionale centrale di Firenze e l’Istituto centrale per il catalogo unico.

Questa situazione va al di là degli eventi fisici, quali i terremoti, e deriva da una assenza di valutazione realistica del danno di cui a pagare le conseguenze è il paese. Manca la consapevolezza dell’importanza di mantenere le infrastrutture che consentono  la continuità di quella produzione e realtà immateriale che chiamiamo cultura, senza la quale andiamo tutti a impoverirci e a perdere una parte molto significativa della nostra identità.    

Laura Tallandini

Presidente del Centro di ateneo per le biblioteche

 

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