CULTURA

Doris Lessing, una donna in anticipo sui tempi

“Non ci si aspetta mai che una colonna del panorama letterario sparisca, così semplicemente. E’ un trauma” Così Margaret Atwood ha ricordato, in un toccante articolo pubblicato dal Guardian, l’amica e collega Doris Lessing, donna intraprendente e anticonformista insignita del premio Nobel per la letteratura nel 2007 e scomparsa ieri a Londra all’età di 94 anni. La Lessing, che nel corso di una lunghissima carriera ha pubblicato oltre 50 libri, è riuscita, nei suoi romanzi, a mettere in discussione molte formulazioni tradizionali della letteratura. 

“È stata un faro per le donne che l’hanno letta e apprezzata” spiega la professoressa Saveria Chemotti, docente di letteratura italiana di genere a Padova. “Mandava un messaggio molto forte: le donne devono trovare in se stesse la forza per uscire dai ruoli preconfezionati che sono stati loro imposti dalla storia. Credo però che l’importanza della letteratura resti fondamentale, soprattutto nelle fasi in cui le donne vivevano in condizioni non felici e la scrittura non era molto diffusa. La testimonianza della Lessing è fondamentale perché dice alle donne di risvegliarsi, di non legarsi a figure più carismatiche che possano fungere da traino per loro. Leggendo i suoi testi c’è la possibilità di percepire un messaggio ben distinto e di cominciare a rifletterci; non perché le donne non siano in grado di pensare autonomamente, ma perché spesso gli sfugge il filo rosso capace di far vedere oltre le tenebre che limitano la loro visuale.”

A risollevare l’attenzione sul rapporto tra donne e letteratura ha contribuito, recentemente, anche l’assegnazione del premio Nobel alla scrittrice canadese Alice Munro, tredicesima donna a cui è stato attribuito il massimo riconoscimento internazionale del settore.

“L’assegnazione del Nobel a Alice Munro è stata molto importante, non solo perché è una delle scrittrici contemporanee che ha maggiormente celebrato il racconto come forma di scrittura, elevandola a una forma d’arte sublime, ma soprattutto per l’idea della quotidianità che da queste opere traspare. Ogni momento in cui viviamo, riflettiamo, agiamo diventa specchio della società, senza bisogno di fossilizzarsi sul passato o proiettarsi eccessivamente in un futuro ignoto. In campo letterario quanto scientifico le donne stanno finalmente ottenendo maggiore considerazione e affermazione a livello internazionale, ma storicamente moltissime personalità illustri devono gran parte del proprio successo a ricerche condotte dalle proprie mogli, che restavano più o meno volontariamente nell’ombra.”

L’importanza delle donne nel panorama letterario italiano e internazionale è vivo oggetto di studio da parte di numerose ricercatrici di tutto il mondo. “La questione fondamentale – continua la professoressa Chemotti - è che la narrativa delle donne è sempre stata considerata non pertinente allo sviluppo dei diritti della donna nella società. Nella tradizione maschile, la figura femminile viene associata quasi naturalmente a quello che è il suo ruolo naturale, ovvero alla prosecuzione di una dimensione paternalistica in cui l’uomo è un membro praticamente esterno alla famiglia mentre la donna è colei che la cura nella sua totalità. In letteratura il suo ruolo assume i contorni di vittima sacrificale o di creatura inarrivabile, mantenendo con questi estremismi una costante dimensione di isolamento, incapace di assumere un qualche rilievo nel dibattito sociale. Ma Euridice, oggi come un tempo, cammina da sola per uscire dagli inferi; nessun uomo va a prenderla per salvarla. Deve trovare la forza di risalire i gradini da sola se vuole restituire al mondo la primavera”.

Gioia Baggio

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