IN ATENEO

Gli auguri del Rettore

È diventata per me, prima ancora che momento tradizionale, una forma doverosa e sentita di partecipazione e condivisione rivolgermi direttamente a tutti voi in occasione delle festività natalizie: il momento per fare il punto su quanto abbiamo realizzato nell’anno trascorso, e per guardare a quello che ci attende. Da quando ho avviato questa consuetudine dopo la mia elezione al rettorato, il contesto in cui ci troviamo tutti ad operare si è rivelato sempre più severo e penalizzante; e occorre dire subito con molta franchezza che il 2013 non si annuncia migliore. In questi ultimi anni, a differenza di quanto accade in altri Paesi, nei quali investire nell’alta istruzione viene considerata un’arma strategica per fronteggiare la crisi, in Italia l’università ha subìto un pesante taglio di risorse, proprio mentre è stato avviato un continuo e talora sfiancante processo di revisione dell’assetto complessivo e della struttura interna; e non solo a seguito della riforma degli Atenei prevista dalla legge 240. Si è trattato, e si tratta, di un’autentica rivoluzione che attraverso una forte pressione normativa investe tutti gli ambiti, dalla ricerca alla didattica allo stesso assetto organizzativo.

Dovendo operare all’interno di un simile quadro, come Università di Padova abbiamo puntato su una linea che non si limitasse a subire i processi, ma che li governasse, attivando i cambiamenti necessari, consapevoli che questo avrebbe richiesto rilevanti sacrifici a tutti voi. Ma oggi possiamo dire, con legittima soddisfazione, che essi non sono stati vani: a certificarlo è un’autorevole fonte terza, come il Nucleo di valutazione, che ha sottoposto a un approfondito e meticoloso esame il nostro operato, dandoci atto di aver messo mano con competenza e concretezza a un processo di trasformazione impegnativo e complesso, e riconoscendoci una significativa capacità di governo. Ritengo doveroso estendere a tutti voi questo attestato, perché la vostra attiva partecipazione ha permesso di ottenere risultati importanti.

Nello specifico, il 2012 si è rivelato un anno di particolare impegno per l’applicazione di ben dieci decreti attuativi della riforma universitaria. In particolare, abbiamo varato il nuovo Statuto e il nuovo Regolamento Generale di Ateneo, e abbiamo messo in moto il processo di transizione dalle soppresse Facoltà alle nuove Scuole di ateneo, cui il Consiglio di Amministrazione ha provveduto di recente all’assegnazione del personale: questo cammino si concluderà con l’inizio del nuovo anno, quando il 10 gennaio inizierà concretamente l’attività delle Scuole stesse. Non c’è tuttavia né tempo né modo di tirare il fiato. Il 2013 arriva in una fase tra le più difficili per la vita degli atenei, destinati a subire il taglio di risorse più elevato nella storia universitaria recente. Il bilancio di previsione che abbiamo appena varato riflette in pieno questa situazione. Credo necessario ricordare che nel giro di quattro anni il sistema delle università italiane ha perso ben 1 miliardo di euro del fondo di finanziamento ordinario, passando da 7,5 a 6,5 miliardi, con una riduzione quindi di ben il 13 per cento. In questa situazione, si può davvero considerare un mezzo miracolo se riusciamo a contenere i danni, e a confermare impegni consistenti di spesa sui capitoli nodali della ricerca e dell’internazionalizzazione, che considero i due capisaldi strategici.

Personalmente ho sempre rifiutato di appiattirmi su una linea di pura lamentela e di protesta. Occorre reagire con l’ottimismo della volontà cercando di salvaguardare il livello e il prestigio del nostro Ateneo, che ci vengono riconosciuti da più fonti. Uno strumento strategico su questa strada è quello della valutazione.

Nel 2012 abbiamo avviato quella relativa alla qualità della ricerca, che ha visto coinvolti tutti i docenti in un processo particolarmente severo e impegnativo; il 2013 sarà l’anno in cui applicheremo lo stesso intervento alla didattica, attraverso il nuovo strumento dell’autovalutazione-valutazione e accreditamento dei corsi di studio. Anche questo passaggio comporterà un forte impegno; e pur in presenza di deprecabili eccessi burocratici che abbiamo già chiesto di modificare, rappresenterà un’utile occasione per acquisire una logica di continuo miglioramento della didattica.

Ci sono numeri che ci confortano se paragonati con il sistema nazionale. In un quadro di generale diminuzione dei nuovi ingressi di studenti, Padova registra un significativo incremento delle immatricolazioni; mantiene un elevato peso nella presenza di dottorandi e assegnisti; conosce una lenta ma costante diminuzione nell’età media del corpo docente. Certo, quest’ultimo aspetto presenta anche aspetti che non possono non preoccupare: i dati proiettati al 2020 ci indicano una cessazione in alcune aree anche del 30 per cento, cosa che rischia di compromettere risorse importanti per il nostro Ateneo. Ciò richiederà da parte nostra una grande capacità di programmare il ricambio.

Sul piano della ricerca, Padova continuerà anche nel 2013 il rilevante sforzo finanziario di questi ultimi anni, pur in tempi difficili che stanno riducendo anche gli investimenti privati nel settore. Registriamo comunque con soddisfazione un incremento del 40 per cento dei fondi europei in materia, segnale importante del riconoscimento della qualità del nostro Ateneo. Per quanto riguarda l’internazionalizzazione, possiamo contare su un costante aumento degli accordi con altri Paesi; assieme a Bologna, siamo tra l’altro al primo posto in Italia per la mobilità in uscita di studenti e docenti impegnati in periodi di attività presso università straniere. Ai nostri studenti garantiamo un impegno a mantenere intatti i servizi malgrado il taglio delle risorse, e a continuare l’investimento nell’edilizia, specie quella funzionale alla didattica, nonostante da ben sette anni non riceviamo dallo Stato alcun finanziamento al riguardo.

Voglio infine riservare una particolare sottolineatura al fondamentale apporto del personale tecnico-amministrativo, al quale è stato necessario chiedere un forte e impegnativo coinvolgimento nella complessa attuazione delle misure previste dalla riforma, che hanno comportato innovazioni profonde nell’attività lavorativa quotidiana. Anche su questo piano, siamo peraltro tutti chiamati ad acquisire sempre di più la logica e la pratica della valutazione a tutti i livelli. È una sfida che chiama in causa ciascuno di noi: da ciascuno dipende la qualità di una struttura come la nostra, il cui quotidiano funzionamento è assicurato da oltre 10mila persone, e che è al servizio di ben 65mila studenti. Lo dico nella consapevolezza del grande lavoro che abbiamo svolto assieme in questi anni, e nella certezza che l’impegno di nessuno di noi verrà meno. Ed è con questo spirito che formulo a voi e alle vostre famiglie l’augurio più caro di un sereno Natale, e di un nuovo anno di positivi risultati, superando uniti gli ostacoli che ci troveremo ad affrontare.

Giuseppe Zaccaria

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