UNIVERSITÀ E SCUOLA

Le menzogne sulla Costituzione

Chi tocca la Costituzione inevitabilmente tocca la nostra vita. Ciò vale sia per la prima che per la seconda parte della carta costituzionale. Nei primi articoli si fa riferimento ai princìpi  e ai diritti. Viene sancito, ad esempio, il principio di eguaglianza che riguarda la vita di tutti e vengono garantiti i diritti alla salute o allo studio. Ma è nella seconda parte che le norme, relative all’organizzazione costituzionale, ci toccano nella maniera più viva.

Sul tema “Costituzione e vita” è stata imperniata l’ultima lezione di quest’anno sulla massima fonte italiana del diritto tenuta dalla giurista Lorenza Carlassare (la “scuola di cultura costituzionale”, da lei diretta, chiuderà i battenti venerdì 30 maggio con una tavola rotonda nell’aula magna al Bo). 

Ha aperto il suo intervento mettendo in guardia da chi afferma che “pochi ritocchi alle norme nella seconda parte della Costituzione non mutano nulla”. Un’affermazione che contiene una doppia menzogna: innanzi tutto perché ogni parte della “carta” trova rifermenti nella nostra quotidianità; poi, quando si apportano mutamenti all’organizzazione dello Stato inevitabilmente si va ad incidere su garanzie, tutele  e diritti. Ha portato ad esempio la formazione dei giudici della Corte Costituzionale: c’è un progetto di riforma che vorrebbe portare a otto i membri nominati dal Parlamento, in luogo dei cinque attuali. Sembrerebbe cosa di poco conto, invece, accentuando la prevalenza dei politici, verrebbe a frantumarsi quell’equilibrio e quell’indipendenza dalla pressione politica che i costituenti hanno voluto assicurare a questo organo di garanzia.

Inevitabilmente l’intervento si è poi spostato sulle riforme più attuali. Come la nuova legge elettorale Renzi-Berlusconi. Secondo Lorenza Carlassare di ragionevole nella nuova legge vi è ben poco e i vizi di incostituzionalità sono molteplici: con il premio, la sovra-rappresentazione del partito che ottiene il 37% resta eccessiva, distorce la volontà del popolo e non rispetta l’eguaglianza del voto (i voti dati a quel partito valgono, in seggi, circa il doppio dei voti dati ad altri partiti dal 63% di elettori ); le soglie di sbarramento sono irragionevoli perché diversificate fra loro senza giustificazione adeguata e sono eccessivamente elevate senza agevolare la governabilità; mancano misure apposite “per promuovere le pari opportunità fra donne e uomini”; ancora è esclusa ogni facoltà dell’elettore di incidere sull’elezione dei propri rappresentanti.

Lo sbarramento secondo la costituzionalista mortifica le minoranze, sbattute fuori dal Parlamento, mentre un esagerato premio trasforma una minoranza che si attesta attorno al 37% in una maggioranza assoluta. Lorenza Carlassare boccia anche la riforma del Senato che si vorrebbe tramutare in una sorta di Dopolavoro, formato da presidenti di Regioni e da qualche sindaco che si ritroverebbero ogni tanto, appena liberati dai compiti gravosi per i quali sono stati eletti.

Ma allora in Italia non si può toccare nulla? Non è vero. C’è molto da sistemare nella seconda parte della nostra Costituzione ma occorre muoversi con equilibrio e assoluta trasparenza, senza ferire al cuore la Costituzione. Certamente c’è da diminuire il numero dei parlamentari di entrambe le Camere. Il Senato dovrebbe restare elettivo, definendone bene le funzioni. La fiducia dovrebbe essere votata da una sola Camera; bisogna definire meglio i rapporti fra Stato e Regioni; dovrebbe essere previsto il ricorso delle minoranze alla Suprema Corte prima del varo di una legge in odore di incostituzionalità; ancora, il giudizio sull’eleggibilità di un deputato o di un senatore dovrebbe essere affidato alla Corte Costituzionale e non a una commissione di parlamentari come avviene oggi. Le buone norme nella nostra Costituzione  ci sono ma se non c’è una vera minoranza che riesca ad incidere, e a far valere ciò che è scritto nella “Carta”, allora riescono a passare leggi mostruose - votate da parlamentari che rispondono solo ai capi dei loro partiti - come l’abolizione del falso in bilancio, o vengono consentite situazioni di monopolio, di conflitto di interessi e doppie o triple cariche. Tutte situazioni che “pesano” sulla nostra vita nell’indifferenza di maggioranze che amano governare senza troppi fastidi.

Valentino Pesci

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