SCIENZA E RICERCA

Meglio una e-mail o un sms? Lettere e matematica

Qual è una delle prime attività cui ci si dedica in ufficio di ritorno dalle vacanze? Quasi sicuramente aprire la casella di posta elettronica, controllare le e-mail ricevute e decidere la priorità con cui rispondere. Certo, verrebbe da pensare, la rete ha accelerato di molto il lavoro. In realtà, sembrerebbe non essere proprio così. Un studio padovano pubblicato recentemente su Physical Review E ha infatti dimostrato che esistono sorprendenti regolarità nei tempi di risposta nell’ambito della comunicazione scritta che si tratti di e-mail, lettere o sms.  

Fino a questo momento erano state rilevate statistiche temporali di risposta molto simili tra individui diversi nella corrispondenza cartacea, ma anche evidenti differenze rispetto alla posta elettronica o alla telefonia mobile. Per approfondire la questione i ricercatori hanno preso in considerazione l’epistolario completo di Darwin, Einstein e Freud, tre database di posta elettronica che raccoglievano scambi di e-mail nell’arco anche di nove anni e messaggi da cellulari. 

“Nell’attività scritta – spiega Giovanni Zanzotto che ha partecipato alla ricerca con Marco Formentin, Alberto Lovison e Amos Maritan – ciò che ha senso calcolare sono le statistiche delle attività, il modo in cui gestiamo le interazioni che provengono dai vari mezzi di comunicazione”. La novità dello studio, rispetto ai precedenti, sta proprio nell’aver cambiato i parametri di misurazione dei tempi di risposta. Se fino a questo momento, infatti, era stato utilizzato un orologio standard per calcolare i secondi, i minuti, i giorni intercorsi tra un messaggio in entrata e uno in uscita, ora invece il tempo viene scandito in base alle attività individuali. Ogni ‘tic’ del nuovo orologio corrisponde a un’azione: ciò consente di separare l’attività di scrittura vera e propria da eventuali pause caratteristiche della personalità di ognuno. A essere valutato, in sostanza, è il numero di e-mail, sms e lettere cui si risponde nell’arco di un determinato arco temporale. “Nella risposta a una e-mail – spiega Zanzotto – si può di decidere di rispondere subito, di tornarci dopo due minuti o dopo due ore: riuscendo a togliere questa componente individuale, si è rilevato che la statistica dei tempi di risposta diventa molto simile tra tutti i mezzi di comunicazione”. La ricerca ha messo in evidenza un meccanismo universale nei modi di reazione degli individui esprimibile, nel caso della comunicazione scritta, con un modello matematico che i ricercatori hanno individuato. 

“Lo studio – sottolinea Zanzotto – apre a una serie di altre considerazioni che hanno a che fare più in generale con il processo di gestione delle priorità, un’attività che passa necessariamente attraverso un ‘collo di bottiglia matematico’”. Il docente fa un esempio. Si immagini un atleta che si prepara a fare un salto in alto. Comincia a correre, calcola dove posizionare l’asta, fa il salto e si stacca da terra: da questo preciso momento ciò che avviene non ha più nulla a che fare con le sue precedenti valutazioni ma solo con le leggi di Newton e della caduta dei gravi. La stessa cosa avviene quando ci troviamo a dover gestire delle priorità: da un certo punto in poi è solo una questione di matematica. 

Nel gestire una lista di priorità ogni individuo cerca di ottimizzare le risorse disponibili e, barcamenandosi al volo, di ottenere il miglior risultato in termini di costi, benefici e scadenze. Se la scelta delle priorità, l’“ossatura fondamentale dell’operare”, viene fatta a monte, il modo di procedere è regolato a valle da leggi matematiche che permettono di costruire modelli universali. Il primo a essere stato individuato è quello che regola i tempi di risposta nell’ambito della comunicazione scritta. “Ho sempre fatto liste in vita mia – racconta Zanzotto – Pensavo che tutti in fondo facessero liste e mi sono chiesto quale fosse la dinamica che le regolava”. Una curiosità che ha portato a identificare un certo grado di universalità nelle dinamiche umane. In questo senso, dunque, prevedibili. 

Sta proprio qui la novità di uno studio che potrebbe avere implicazioni significative in vari settori, dall’economia alla sociologia, alla gestione delle emergenze.  Si pensi a un’azienda e ai tempi necessari per evadere un ordine: se una ditta garantisce un bene in tempi più brevi rispetto a un’altra, anche il prezzo dovrebbe variare. “Se fossimo in grado di modellizzare l’operatività nella gestione di qualsiasi tipo di lista – argomenta Zanzotto – probabilmente potremmo incidere nella gestione ottimale dei prezzi del bene che viene transato”. E questo è solo uno degli esempi.  

Non è escluso che le stesse regolarità riscontrate nell’ambito delle interazioni tra esseri umani possano caratterizzare anche animali o essere applicate a oggetti inanimati come i computer. Un’eventualità su cui ora il gruppo di ricerca intende ragionare. 

Monica Panetto    

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