UNIVERSITÀ E SCUOLA

Obama sogna università sul modello europeo

Negli Stati Uniti non esiste l’università pubblica come la si intende in gran parte d’Europa. Esistono una serie di sussidi, sia pubblici sia privati, che garantiscono borse di studio e prestiti agevolati ai giovani più meritevoli o più bisognosi. Ed esistono atenei finanziati anche con fondi statali, le cui tasse d’iscrizione sono più basse di quelle di istituzioni private come Harvard o Yale. Anche in questo caso, gli studenti devono comunque sborsare diverse migliaia di dollari l’anno, da un minimo di 4.222 dollari per il Bismarck State College in North Dakota a un massimo di quasi 18.000 dollari per l'University of Pittsburgh in Pennsylvania. Ora, però, il Presidente Barack Obama vuole mettere mano alla situazione e garantire a tutti gli americani volonterosi almeno due anni di studi universitari completamente gratuiti.

La proposta, presentata da Obama l’otto gennaio durante un viaggio in Tennessee, il cui governo ha lanciato un’iniziativa simile quest’anno, si appoggia sulla rete esistente di “community college”. Questi sono piccoli istituti pubblici, ma a pagamento, diffusi su tutto il territorio nazionale e che offrono diplomi di laurea di soli due anni noti come “associate degree”. Oggi i community college funzionano sia indipendentemente, per quegli iscritti, spesso già adulti e lavoratori, che vogliono migliorare le proprie credenziali professionali in ambiti per lo più tecnici, ad esempio l’infermieristica o la grafica, sia da trampolino di lancio verso atenei più prestigiosi e costosi, dove gli studenti migliori possono trasferirsi per completare gli ultimi due dei quattro anni di corso necessari a ottenere una laurea vera e propria. Negli Stati Uniti, dove frequentare l’università è spesso fuori dalla portata economica di tanta gente, non solo tra i più poveri ma anche tra gli appartenenti alla classe media, i community college sono un’istituzione beneamata, recentemente celebrata, tra gli altri, anche dall’attore Tom Hanks, che ha scritto con orgoglio dei propri anni da studente presso il Chabot College a Hayward in California nelle pagine del New York Times, dichiarando: “quel posto mi ha fatto diventare ciò che sono oggi”.

Ebbene, ora il Presidente Obama vuole rendere i community college gratuiti per tutti gli studenti, a patto che questi siano iscritti almeno a metà tempo; mantengano una media di voti di 2,5 (su un massimo di 4 come da consuetudine americana); e completino i propri corsi di studio nei tempi previsti. Se l’iniziativa dovesse essere adottata da tutti gli stati dell’Unione, e approvata dal Congresso, la Casa Bianca stima che potrebbe toccare le vite di circa 9 milioni di americani, consentendo loro di risparmiare in media 3.800 dollari l’anno di tasse d’iscrizione. Il governo federale si addosserebbe tre-quarti dei costi di questo programma, mentre gli stati dovrebbero fare fronte al resto.

Quella di Obama è una proposta interessante su diversi piani. Innanzitutto contribuirebbe direttamente a mitigare l’emergenza debito studenti, che negli Stati Uniti ha ormai raggiunto la cifra record di 1.200 miliardi di dollari, che si traduce in una media di 30.000 dollari per ogni laureato di un corso di studi quadriennale. In secondo luogo, rafforzerebbe i percorsi esistenti di formazione professionale e tecnica, che negli Stati Uniti sono carenti rispetto a quelli di altri paesi avanzati, a partire dalla Germania. Questo potrebbe aiutare a riequilibrare un mercato del lavoro che conta ancora quasi nove milioni di disoccupati e, al contempo, quasi cinque milioni di posti di lavoro che rimangono vacanti per mancanza di candidati adeguatamente preparati. E garantirebbe a più americani l’accesso a un genere di titoli di studio, i diplomi di laurea biennali (in particolare quelli tecnico-scientifici), che solitamente per i lavoratori che li possiedono producono redditi di varie migliaia di dollari all’anno in più rispetto a quelli che ne sono privi. Inoltre, offrire sostegno finanziario agli studenti dei community college con ogni probabilità farebbe aumentare il tasso di coloro che vi si diploma, oggi uno dei punti deboli di questi istituti. Solo un misero 20% di iscritti, infatti, riesce a finirli, spesso perché si tratta di persone che devono lavorare per pagarsi gli studi e che quindi non hanno il tempo necessario a dedicarsi davvero ai propri corsi. Infine, si potrebbe generare così un circolo virtuoso, laddove i soldi risparmiati nei primi due anni di università vengono investiti dagli interessati per completare lauree quadriennali, e via dicendo. “L’America ha prosperato nel XX secolo in gran parte perché abbiamo fatto di un diploma di scuola superiore la norma – ha dichiarato Obama nel discorso di presentazione dell’iniziativa – Due anni di università diventeranno altrettanto gratuiti e universali quanto lo è la scuola superiore oggi”.

Il Presidente darà maggiori indicazioni su come esattamente vuole strutturare il proprio piano nel tradizionale discorso sullo stato dell’Unione in programma per martedì 20 gennaio. I dettagli finanziari saranno poi inclusi nella proposta di bilancio che la Casa Bianca presenterà nei prossimi mesi. Naturalmente, con entrambe le camere del Congresso ora in mano al Partito Repubblicano, l’ostacolo maggiore all’implementazione di questa iniziativa sarà l’opposizione dei conservatori. Che, almeno a giudicare da un editoriale del Wall Street Jounal, in cui essa viene descritta come “un’estensione del progetto ideologico dell’Amministrazione di aggiungere l’istruzione post-secondaria alla lista di programmi sociali che consentono al governo federale di controllare la vita degli americani dalla culla alla tomba” ne renderà piuttosto ardua l'attuazione.

Valentina Pasquali

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