UNIVERSITÀ E SCUOLA

Oggi un nuovo inizio per Il Bo

“Cultura è equilibrio intellettuale, riflessione critica, senso di discernimento, aborrimento di ogni semplificazione, di ogni manicheismo, di ogni parzialità”, spiegava Norberto Bobbio. In questa frase è condensata al meglio la missione più alta dell’Università, quale che sia il percorso formativo prescelto: da sempre, la formazione accademica deve mirare a produrre spiriti liberi prima ancora che istruiti, impegnati ad emettere giudizi critici personali. È un compito più che mai attuale oggi, in una stagione segnata dal ritorno di dogmatismi e conformismi di ogni tipo e di tendenza alla delega; ma al tempo stesso è un compito diventato più severo ed esigente, a causa di un concorso di circostanze: l’evoluzione dei saperi, la modifica degli stili di vita, l’importanza sempre più decisiva della formazione, la stessa crisi economica che obbliga anche il mondo accademico a rivedere contenuti e metodi. Siamo tutti chiamati a una forte innovazione: non necessariamente per risultare i migliori, ma semplicemente per stare al passo con un cambiamento sempre più rapido e selettivo.

La novità che da oggi trovate nel sito del nostro Ateneo vuol essere un piccolo ma significativo contributo in questa direzione. Compito fondamentale di un’università è certamente produrre didattica e ricerca. Ma non può farlo in maniera astratta, né calandolo dall’alto: deve costantemente tenere come proprio riferimento il territorio in cui è inserita, i soggetti che lo animano a vario titolo, le persone che le danno quotidianamente vita; tre realtà niente affatto statiche, oggi molto diverse da quelle anche solo di dieci anni fa, e da ciò che saranno tra dieci anni. È fondamentale da parte nostra garantire la loro ampia partecipazione al nostro modo di essere e al nostro divenire; e ancor oggi “conoscere per partecipare” rimane la via maestra per garantirlo. Non basta la semplice informazione dall’esterno: a maggior ragione oggi, in presenza del dilagare di quel fenomeno dell’infotainment, l’informazione-spettacolo, indagato da tanti autorevoli studiosi e operatori del settore. Come università, abbiamo il dovere prima ancora che il diritto di diventare produttori di informazione: nei confronti delle decine di migliaia di soggetti che quotidianamente ci vivono, ma anche del territorio in cui operiamo.

“Il nostro giornale, benché piccolo, pubblicherà ogni giorno molte cose”, scriveva nella prima pagina del primo numero il direttore di un nuovo quotidiano, a fine Ottocento. Oltre un secolo dopo, non so trovare sintesi migliore per dare l’idea di cosa vuol essere e cosa vuole offrire questa nascente testata che, operando in rete e sulla rete, si propone di diventare un servizio aggiuntivo per chi a vario titolo fa vivere ogni giorno il nostro Ateneo, e per i tanti, differenziati interlocutori che con esso hanno a che fare. Una responsabilità che ho voluto assumere in prima persona proprio per il valore che attribuisco a questa esperienza: la cui quotidiana fatica è affidata a un piccolo ma appassionato gruppo in cui esperienze e professionalità, passione ed entusiasmo, felicemente si intrecciano. È la prima iniziativa del genere nelle università italiane: non lo sottolineo per inutile compiacimento, ma per la consapevolezza della difficoltà del compito che ci assumiamo. In questo senso avremo davvero bisogno, e non lo dico per trita retorica, della collaborazione attiva di tutti: questo è un sito aperto, destinato a crescere anche e soprattutto con gli apporti critici di chi ne usufruirà. Non ci interessa essere i migliori, ma migliorare anche attraverso questo strumento la qualità del nostro Ateneo.

In fin dei conti, è anche un richiamo alle nostre secolari origini, riassunte al meglio da quel motto del Bo che fa perno sulla parola “libertà”; uno dei tanti modi possibili per continuare a renderla attuale. Le generazioni come la mia ricorderanno forse una delle più belle canzoni di Giorgio Gaber, intitolata proprio “La libertà”. Dicono i versi: “La libertà non è star sopra un albero / non è neanche avere un’opinione / la libertà non è  uno spazio libero / libertà è partecipazione”. Conoscere per partecipare. Partecipare per essere liberi.

 

Giuseppe Zaccaria

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