UNIVERSITÀ E SCUOLA

Oltre alle tasse l’affitto. Laurea, quanto mi costi?

Rosa ha 21 anni e studia lettere antiche all’università di Padova. Ultimo anno, poi la magistrale in linguistica. Viene dalla provincia di Campobasso e si è allontanata da casa per formarsi in uno degli atenei che considera tra i migliori. Anche la città, per lei come per altri, ha avuto il suo peso: non troppo dispersiva e vivibile. A settembre dopo la sessione d’esami, l’urgenza di trovare un alloggio in tempi brevi. “Mi sono affidata a Facebook, a un gruppo in cui si incontra chi cerca e offre alloggio – ma i siti in rete sono molti – Ho selezionato alcuni appartamenti grazie alle foto postate e in due giorni ho trovato la sistemazione che ora condivido con altre tre studentesse”. È un vecchio palazzo in via Savonarola, di circa 70 metri quadrati, arredamento spartano ma funzionale. Costo: 220 euro al mese di un posto letto in stanza doppia. 

Trovare un alloggio è probabilmente la preoccupazione maggiore per quel mezzo milione di studenti in Italia che scelgono un ateneo non proprio sotto casa. Un costo in più per i genitori, se si pensa che in alcune città italiane l’affitto di un appartamento arriva a toccare i 1.500 euro al mese e gli enti regionali per il diritto allo studio rispondono solo al 2,6% della domanda (fonte Andisu). E allora, mappa alla mano, è caccia al miglior compromesso tra qualità, posizione e costo in un mercato che, pur vivace nonostante la crisi secondo un’indagine del centro studi di Casa.it condotta su mono e bilocali, costituisce solo il 2% del totale degli immobili in affitto gestiti dalle agenzie, il più basso di tutta Europa. 

“Il livello degli affitti a Padova non è male – sottolinea Francesca, friulana, all’ultimo anno del corso di laurea magistrale in studi europei – Ho frequentato la triennale a Bologna e pagavo un posto letto in stanza doppia 250 euro. Qui, in zona Facciolati, spendo 180 euro di un appartamento simile di circa 60 metri quadri che condivido con tre ragazze. Si tratta di una palazzina degli anni Cinquanta, con qualche difetto agli infissi che causa umidità, tuttavia in corso di sistemazione. Il proprietario è una persona disponibile”. 

In effetti, stando allo studio di Casa.it, a sborsare di più in Italia sono gli studenti che scelgono gli atenei di Milano e Roma. Nella città lombarda si passa dai 400 euro mensili al massimo per un monolocale poco più grande di una stanza in periferia e distante dai poli universitari a punte di 1.200 euro per una sistemazione in centro. A Roma, che detiene il primato di città più cara, nelle zone centrali della città si arriva anche a un massimo di 1500 euro. A fare da discriminante in modo significativo è naturalmente la vicinanza alla sede universitaria. Va meglio a chi studia a Ferrara, Torino e Urbino, le città che risultano avere gli affitti più bassi. Padova si colloca nel mezzo, offrendo agli studenti fuorisede affitti per mono e bilocali che arrivano a 600-650 euro nelle aree più centrali. In generale nonostante il periodo di crisi economica che il Paese sta attraversando, i canoni di locazione non sono diminuiti, diversamente delle abitazioni per le famiglie che si sono abbassati del 2-6%. La domanda infatti non manca: Bologna, Pisa e Pavia sono le città in cui è aumentata maggiormente nell’ultimo anno. 

Francesca, prima di iscriversi alla magistrale, ha trascorso quattro mesi anche in Francia per un corso di lingua e civilizzazione francese alla Sorbona. “Parigi è un’altra cosa – racconta – Trovare una sistemazione a un costo inferiore a 500 euro è praticamente impossibile e comunque, quando si trova, non è vivibile. Io abitavo in un monolocale con un’altra inquilina e il costo era di 495 euro senza un regolare contratto”.

Problema quello dell’evasione fiscale sugli affitti a universitari che esiste anche in Italia, se si pensa che meno del 30% degli studenti a livello nazionale, scrive Casa.it,  stipula un regolare contratto pur non mancando le agevolazioni. A Padova negli ultimi anni la Finanza, in collaborazione con l’Esu, il Comune di Padova e l’università, ha condotto dei controlli che hanno portato nel tempo a una diminuzione del fenomeno. “Qui – sottolinea Francesca – non mi è mai stata offerta una sistemazione ‘in nero’, contrariamente alla città in cui ho vissuto prima dove su cinque, sei appartamenti che ho visto, solo per la metà si parlava di un regolare contratto d’affitto”.

Chi ha percorso una strada diversa per trovar casa è Giovanni, della provincia di Potenza, al terzo anno di lettere moderne a Padova. “Tre anni fa – racconta – ho speso il mese di luglio a cercare una sistemazione: tenevo d’occhio gli annunci online e le bacheche all’università. Sono andato a vedere personalmente circa una trentina di appartamenti”. Giovanni ricorda locali “affollati”, talvolta anche con sei, sette studenti: di media mai meno di quattro o cinque. Erano solitamente appartamenti in centro spesso malandati, con stanze strette, che molte volte avevano bisogno di manutenzione. A settembre, per arrivare a una soluzione, la decisione di affidarsi a un’agenzia. “Ora abito con altri due ragazzi in zona Santissima Trinità. È un appartamento ben tenuto, con due stanze, una cucina e un ampio salone al costo di 250 euro a testa”. Oltre alle spese iniziali di mediazione dell’agenzia pari a una mensilità. 

E il costo dell’alloggio è certamente uno dei fattori che porta il 73% degli studenti italiani a restare in famiglia contro il 39% della Francia e il 24% della Germania.

Monica Panetto

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