Un nuovo metodo per l'annotazione funzionale di genomi, chiamato Argot, è stato sviluppato da un gruppo di giovani ricercatori guidato da Stefano Toppo e composto da Enrico Lavezzo e Marco Falda, tutti appartenenti al dipartimento di Medicina molecolare dell'università di Padova. Il programma è stato portato avanti con la collaborazione della fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige ed è risultato tra i migliori nella competizione internazionale Cafa (Critical assessment of function annotations) di predizione di funzione a cui hanno partecipato i più affermati e noti gruppi di ricerca mondiali. 

I risultati, pubblicati di recente nella rivista Nature Methods, sono stati presentati alla conferenza internazionale Ismb (Intelligent systems for molecular biology), tenutasi a Long Beach – Los Angeles. Questo riconoscimento pone l’università di Padova ai massimi livelli di competitività internazionale in un’area di ricerca di base che ha importanti ricadute nella comprensione della funzione delle proteine.

“L’affinamento di programmi di predizione di funzione di ultima generazione, come Argot - spiega Stefano Toppo - consentirà di acquisire una conoscenza sempre più dettagliata dei meccanismi molecolari dei processi biologici ed aiuterà gli scienziati ad indirizzare meglio i propri esperimenti di laboratorio, permettendo loro di sviluppare teorie ed ipotesi più mirate e di abbattere così costi e tempi della ricerca”.

Le idee del nuovo algoritmo Argot si basano su una complessa infrastruttura bioinformatica che sfrutta dei vocabolari strutturati, chiamati ontologie, in grado di definire in modo dettagliato la funzione dei geni e di essere facilmente utilizzati da parte dei calcolatori. Il servizio di predizione di funzione Argot è liberamente accessibile alla comunità scientifica come servizio web.