CULTURA

A scuola di Self-publishing

Se pensate che il self-publishing non può essere materia d'insegnamento vi sbagliate di grosso”, sottotitola un post su Scrivo.me, il portale di pop-publishing del Gruppo Mondadori dedicato alla scrittura e alla pubblicazione digitale, citando il  primo (finora) master universitario sul self-publishing, nato all’Università del Central Lancashire. Nella presentazione del corso biennale si parla di insegnare a operare entro l’ecosistema editoriale per imparare a gestirne i processi produttivi acquisendo quel “complesso di conoscenze necessarie a pubblicare un libro – dall’ideazione alla vendita, dalla scrittura al dialogo coi lettori – che costituisce un toolbox – una scatola degli attrezzi - altamente professionalizzante, e dunque degno di essere insegnato ai più alti livelli”. 

Un riconoscimento importante per i libri auto-pubblicati, che sembrano usciti definitivamente dal ghetto in cui erano rimasti a lungo. Del resto già nel 2013 il Global eBook Report di O’Reilly Media delineava un'analisi entusiasmante sullo stato globale del mercato del libro digitale definendo il 2012 l’anno d’oro del Self-publishing, grazie a casi come “50 sfumature di grigio” che in qualche modo hanno fatto da apripista. In Canada si sono registrati casi interessanti come quello di Matthew Mather, lo scrittore di fantascienza che in un solo mese si è piazzato al primo posto nella classifica dei libri più venduti di Amazon con il thriller Cyberstorm

Anche il caso Timothy Ferriss, ha fatto un certo scalpore. Autore fino a poco fa sconosciuto, Ferriss ha iniziato a vendere le sue opere direttamente su Amazon e su altri distributori online, divenendo in poco tempo il guru dei libri della serie “4 ore la settimana”, ora anche in traduzione italiana. "The 4-Hour Chef", uscito poco prima della festa del Ringraziamento, ha svettato nella classifica delle vendite, e Amazon con questo autore ha ottenuto un risultato di rilievo in entrambi i mondi, il digitale e il fisico, tanto che del caso Ferriss si è occupato anche il New York Times con un articolo dal titolo Booksellers Resisting Amazon’s Disruption. 

I successi di Mather e Ferriss non devono ingannare, non si tratta di un mondo maschile, anzi. I dati delle classifiche di Smashwords, la piattaforma californiana distributore leader per gli autori indipendenti nata nel 2008, segnalano che il 71% dei titoli in self-publishing sono scritti da autrici donne, ed è interessante il modello di promozione che queste piattaforme hanno sviluppato, basato su accordi con i social reading, i social network  per lettori. Per esempio, alcuni autori su Smashwords distribuiscono copie gratuite dei loro libri tramite lotterie a LibraryThing e Goodreads, due fra i più diffusi social reading, in cambio di recensioni prodotte dai lettori.

Ma, "sfumature" a parte, il self-publishing presenta alcuni nodi critici concreti, tra cui proprio quello della “critica”. Suw Charman Anderson, esperta di self-publishing e crowdfunding, Executive Director dell’Open Rights Group di Londra, sottolinea la difficoltà nell’ottenere una recensione sui media tradizionali per scrittori che pubblicano senza ricorrere ad un editore, per la semplice ragione che i critici non amano relazionarsi direttamente con autori "autoprodotti", trovano più semplice usare il filtro delle case editrici per selezionare i titoli di maggiore interesse da recensire, anche se le cose cominciano a cambiare.

È del dicembre 2012 la prima recensione di un libro autoprodotto sul New York Times, nientemeno che e a firma Michiko Kakutani,  uno dei più celebri critici americani, che addirittura lo inserisce tra i suoi preferiti del 2012. Si tratta di The Revolution Was Televised di Alan Sepinwall un saggio che analizza e studia da vicino alcune tra le più note serie televisive, da Twin Peaks fino a Mad Men, passando attraverso Lost. Il libro di Sepinwall, che richiama nel titolo un famoso brano di protesta degli anni Settanta di Gil Scott-Heron, The Revolution Will Not Be Televised, deve probabilmente l'onore di una critica letteraria nonostante il canale fai-da-te al contenuto stesso dell’ebook: un testo sulla critica, o meglio sul ruolo dei critici rispetto alle serie televisive di successo "d'autore" che hanno rivoluzionato i giudizi della critica su questo genere. Ma, nonostante la "piccola rivoluzione" di Kakutani, e benché sia molto probabilmente solo questione di tempo, il nodo a due anni dalla recensione del NYT resta tutto.

È forse proprio in questo anello di “criticità” che si possono collocare le biblioteche, offrendo servizi di self-publishing entro un framework dove potenziali scrittori si possano incontrare con professionalità come copywriter e grafici e dove può capitare di fatto che un architetto o un designer siedano gomito a gomito, anche con un bibliotecario, come scrive Tommaso Paiano. Quale sarebbe il risultato di avere tutte queste figure assieme in una biblioteca a condividere la propria esperienza con il pubblico? La funzione dei bibliotecari si sposterebbe da un ruolo tradizionale verso una nuova forma di professionista dell’informazione, una sorta di "convocatore di conversazioni" capace di accogliere e promuovere le nuove modalità di fruizione-interazione rese consuete dalla rete. 

"Con l'avvento del digitale la biblioteca è chiamata a trasformarsi da luogo dei libri a luogo delle persone che leggono, e perché no, scrivono i libri", per esempio con iniziative sul terreno del self-publishing che pongono al centro il luogo-biblioteca come spazio di cooperazione e ne ridefiniscano la centralità culturale sul territorio. Riassume così la trasformazione che si prospetta Antonio Tombolini, amministratore delegato di Simplicissimus Book Farm, che collabora con i bibliotecari marchigiani per il festival internazionale del self-publishing, la cui seconda edizione si terrà a Senigallia il prossimo ottobre 2014.

Su questa linea il 22 aprile scorso MediaLibraryOnLine e Simplicissimus hanno sottoscritto un accordo che consentirà agli editori distribuiti dalla piattaforma Stealth di Simplicissimus di far arrivare 29.000 ebook di 850 nuovi editori alle 3.900 biblioteche del network MLOL. L’innovazione dell’accordo sta nell’integrazione, da parte delle biblioteche di MLOL, dei servizi di promozione degli ebook autoprodotti su Narcissus (la piattaforma di self-publishing di Simplicissimus) con il servizio di prestito digitale da tempo collaudato entro il network MLOL. Anche la ReteINDACO ha sottoscritto il 24 aprile un accordo simile con Simplicissimus Book Farm. La scommessa è quella di aprire un nuovo ambito di sperimentazione in Italia, dove le biblioteche diventino dei centri di produzione culturale evoluti, non solo fornendo supporto per il self-publishing, sul modello della scuola empolese, ma anche intercettando esigenze magari non ancora coscienti e attivando nuovi percorsi. Una porta aperta nel mondo dei bibliotecari al mondo della produzione diffusa, troppo distanti fino ad oggi. 

E propriamente di "ecosistema per la lettura" si parla nel testo della proposta di legge in materia di promozione del libro e della lettura appunto. Gino Roncaglia, in audizione il 24 aprile in Commissione cultura della Camera, ha sottolineato la necessità di considerare sempre anche l'ambito del digitale, e di lavorare anche in quell'ambito per la promozione di contenuti informativi complessi e articolati e per la costruzione di un ecosistema editoriale ricco e diversificato, dove la scrittura digitale, i libri digitali, le piattaforme digitali tornano "in strada" e consentono alle persone d’incontrarsi dal vivo e di fare cose insieme. Le prospettive, insomma, per quanto lentamente cominciano a cambiare.

Antonella De Robbio

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