IN ATENEO

Spazi civici, sport, negozi: le nuove scuole ideate dal Miur

Una scuola che abbandoni la tradizionale centralità dell'aula per diventare uno spazio "flessibile e polifunzionale", lontano da tipologie costruttive anonime e "anestetizzanti": è il nuovo criterio base che il ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca stabilisce per la costruzione degli edifici scolastici.

Tra le ultime iniziative del ministro Profumo prima del cambio al vertice del dicastero va segnalata infatti l'approvazione, da parte della Conferenza Unificata, delle nuove linee guida per l'edilizia scolastica. Un documento atteso, che muta radicalmente l'impostazione dei precedenti criteri, che risalivano al 1975.

La scuola immaginata da Profumo è composta da una pluralità di "microambienti" che, pur nella diversità di funzioni, hanno simile dignità e rilevanza. Così l'aula da "spazio unico della didattica" diventa una delle tante tappe nel percorso di apprendimento, che privilegia luoghi adeguati all'attività in gruppi di lavoro diversificati, laboratori tecnici e artistici, spazi individuali per lo studio, aree per il relax. In generale, l'intero edificio scolastico è concepito come un centro multifunzione che, al di là della vocazione didattica, costituisce un riferimento per l'intera comunità circostante, grazie alla presenza di spazi di interesse collettivo come impianti sportivi, librerie, piccoli negozi, bar, sedi di associazioni.

Le linee guida entrano nel dettaglio della pianificazione di ogni ambiente, dei materiali da utilizzare e degli arredi, raccomandando di conciliare funzionalità, rispetto dell'ambiente e valori estetici. Nel frattempo, il finanziamento per l'edilizia scolastica approvato con una recente direttiva del Miur si limita a 38 milioni di euro, da suddividere in tutta Italia attraverso la costituzione di fondi immobiliari promossi dagli enti locali.

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