SOCIETÀ

Un presidente disperso nella Rete

Da qualche settimana sta imperversando su alcuni media la polemica sulla rimozione dei contenuti riferiti alla precedente presidenza Sarkozy, dal nuovo sito ufficiale governativo dell’Eliseo, recentemente ridisegnato per il nuovo Presidente della Repubblica Francese François Hollande. “Morto un sito se ne fa un altro”, ironizza qualcuno sulle reti sociali. Frédéric Lefebvre, ex portavoce del partito di Sarkozy è insorto su twitter denunciando letteralmente l’operazione di rimozione come “una lobotomia della Francia” e lanciando una petizione di protesta che proclama. “Le site de l'Elysée ne comporte plus la moindre trace des anciennes présidences. Plus aucune archive, plus aucun document n'est accessible... L'histoire de la France commence le 6 mai 2012....Exigeons un accés total et permanent à ces archives qui appartiennent à TOUS les Français.»

Su Le Monde del 4 gennaio 2013 nell’articolo “Nicolas Sarkozy zappé sur le nouveau site Web de l'Elysée” Nicolas Chapuis si chiede che fine abbiano fatto i discorsi, le foto, le interviste e tutti i comunicati stampa presenti sul vecchio sito governativo dell’Eliseo. In altri termini ci si domanda quali siano le scelte in merito al principale organo di comunicazione digitale della presidenza della Repubblica. 

In realtà non tutto proprio è stato rimosso perché dalla home del nuovo sito digitando il termine “Sarkozy” si recuperano ancora alcune tipologie di documenti come discorsi, foto relative all’investitura ufficiale o alcune dichiarazioni, comunicati e conferenze stampa… non risulta chiaro comunque quali siano i criteri di selezione. Numerosi sono gli indirizzi (URL) - recuperati tramite ricerca in rete con motori come Google – che connettono a risorse poi irraggiungibili, che riportano messaggi del tipo “Désolé, il semble que vous tentez d'avoir accès à une page qui n'existe pas. Merci de vérifier l'URL que vous avez saisie puis d'essayer à nouveau». Ovvero, in francese, il classico messaggio che ci avverte che il contenuto richiesto non è raggiungibile perchè appartiene a una pagina inesistente, o – appunto - rimossa... Oltre a ciò, si recuperano appena poche righe relative alla biografia di Sarkozy nella lista dei presidenti dal 1848 ad oggi.

Gestire la transizione digitale tra due poteri non è facile, scrive Le Monde. Nel 2007 la squadra di Sarkozy aveva fatto lo stesso con gli archivi digitali del periodo Chirac che erano stati conservati on line fino al 2010 e poi rimossi quando la presidenza aveva deciso di investire massicciamente per modernizzare il sito. “Sotto la direzione di Nicolas Princen, l'ufficio Web era passato da una a dieci persone. Il passato è finito quindi nel cassetto e i contenuti su Chirac sono spariti.”

In un primo momento si pensava che tutti i contenuti relativi alla vecchia presidenza sarebbero migrati su un archivio separato – sul modello di quanto fanno da tempo Inghilterra, Stati Uniti e Australia – con dominio a se stante, e archiviati a parte assieme ad altri materiali a rischio di sparizione dalla rete. In un secondo momento si è pensato alla creazione di un sotto-dominio collaterale costruito ad hoc [http://www.archives.elysee.fr] dall’équipe di Hollande, ma questa si è dimostrata una scelta di transizione perché il link all’archivio dell’Eliseo da tempo non risponde più, sebbene il sito risulti regolarmente registrato come Site officiel - Présidence de la République”.

All'Eliseo intanto si smentisce di voler cancellare il passato: "quando siamo arrivati, il sito era stato completamente svuotato dei suoi contenuti e dei suoi archivi" spiega a Le Monde un responsabile dell'ufficio Web, il quale si difende invocando ragioni di incompatibilità tecnica con la nuova interfaccia, oltre a motivi di budget. A causa dei tagli da una parte, ma forse più per scelte comunicative ben precise dall’altra si è voluto puntare su un impianto completamente rivisto del nuovo sito presidenziale. Con questa soluzione “economica” il costo di funzionamento attuale è pari a circa 50.000 euro, ridotto a un quarto rispetto alla gestione precedente. Il nuovo sito dispone di una barra a calendario scorribile che evidenzia quotidianamente le attività del Presidente elencando riunioni ed eventi e tutte quelle informazioni utili a tenere i visitatori del sito governativo aggiornati circa il lavoro del Presidente in carica. Il mondo delle reti sociali è a portata di click verso Twitter e Facebook assieme a video e immagini che troneggiano nel nuovo design del sito. Qualcuno dice che il sito sia quasi un Web personale di François Hollande piuttosto che il sito della presidenza, ma forse si è voluto sottolineare maggiormente gli aspetti comunicativi rispetto alle esigenze conservative storico-documentarie, sebbene il responsabile del team tecnico sottolinei come sia comunque assicurata la conservazione delle vecchie pagine Web dalla BnF, la Biblioteca Nazionale Francese. 

Ma il problema è più profondo di quanto appare a un primo sguardo, a partire da queste polemiche, e va letto in altri termini. Non è tanto il problema contingente, nel caso specifico dove sia finito Sarkozy che sembra si sia perso nella rete. Ma piuttosto sembra che anche quelle istituzioni che da sempre si sono occupate di conservare il materiale prodotto nei propri archivi cartacei, non dimostrino altrettanta sensibilità culturale nel preservare gli oggetti digitali, e che ad oggi non siano in grado di conservare nemmeno in parte la propria produzione Web. Quando si parla di conservazione delle risorse digitali l’aspetto più rilevante è quello organizzativo. Dal punto di vista delle istituzioni della memoria, la conservazione delle risorse digitali può essere vista come un servizio pubblico fornito da depositi digitali accreditati (trusted digital repositories). Il compito istituzionale della BnF - intitolata peraltro ad un Presidente dell’epoca “pre-internet”, François Mitterand - prevede la conservazione come servizio pubblico. Dal 2006 la Bibliothèque nationale de France è impegnata in un progetto sperimentale – i cui risultati sono stati resi noti a fine 2011 - per il deposito legale di tutte le pubblicazioni nazionali di fonte pubblica online e dei siti Web, sviluppando tools e software in collaborazione con l’analogo progetto australiano (software Open Source DeepArc e Xinq). Fin dal 2002 la BnF ha fornito i suoi servizi entro un programma di archiviazione che è sfociato successivamente in una collaborazione con Internet Archive, il quale include annualmente l’harvesting - che significa raccolta automatica dei siti Web - dei domini Web francesi e le collezioni storiche acquisite. Internet Archive  - fondata nel 1996 da Brewster Kahle - è un fondazione non-profit con lo scopo di fornire "accesso universale alla conoscenza", offrendo spazio digitale permanente per l'accesso a collezioni di materiale digitale che include, tra l'altro, siti Web, audio, immagini in movimento (video) e libri, contenuti ai quali si può accedere grazie alla WayBack Machine, la macchina del tempo.

Lo strumento dell'harvesting è una tecnologia oggi in grado di far diventare il deposito legale dei siti Web un’attività sostenibile con risultati misurabili, anche se presenta delle criticità. In Internet Archive la raccolta avviene tramite il crawler Heritrix - un software Open Source – ed è programmata ogni sei mesi per alcuni siti, settimanalmente per altri, quotidianamente per altri ancora. I siti vengono archiviati e conservati in un particolare formato, il WARC: un formato standard ISO 28500, sviluppato dallo stesso Internet Archive.

L’harvesting automatico, pur offrendo un’ampia base di contenuti, non è in grado di risolvere tutti i problemi di deposito legale del digitale in rete; in particolare, con l’harvesting si ottengono “fotografie a intervalli di tempo” di un determinato spazio Web con la conseguente perdita degli intermezzi tra intervalli. In altri termini attualmente tramite la WayBack Machine di Internet Archive si possono recuperare “fette temporali verticali” del sito dell’Eliseo estratte in determinati periodi di tempo, come da calendario che riporta le date in cui il sito è stato raccolto.

Oggi la Biblioteca nazionale francese nel progetto sperimentale di archiviazione delle pagine Web, effettua la raccolta sia dei domini registrati nel Paese, sia una raccolta interna selettiva la cui scelta è curata da 85 curatori i quali sono in contatto anche con le istituzioni nazionali, ma per restrizioni legali dovute ai diritti, gli archivi Web della BnF possono essere consultati solo da ricercatori all’interno della biblioteca. Un sistema diverso quindi da quello statunitense, britannico e australiano, sia nell’impianto sia a livello organizzativo: in quei casi, infatti, gli archivi del Web governativo sono immediatamente accessibili a chiunque e raccolti in modo sistematico, oltre che entro Internet Archive anche in concreti progetti nazionali di conservazione del Web.

Antonella De Robbio

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