UNIVERSITÀ E SCUOLA

Vecchi e poco valorizzati: gli insegnanti in Italia

Sono motivati e sono convinti di saper motivare, amano quello che fanno ma si sentono ancora poco valorizzati. Lavorano volentieri e vogliono continuare a farlo il più a lungo possibile. Sono soprattutto donne. È la fotografia degli insegnanti italiani delle secondarie di primo grado secondo uno studio Ocse-Talis, l’indagine internazionale sull’insegnamento e l’apprendimento pubblicata proprio in questi giorni. Il 78,5% del corpo docente è donna (dato che ci fa conquistare il quinto posto nella graduatoria complessiva del tasso di femminilizzazione) e, dei 33 Paesi presi in considerazione, l’Italia detiene il primato della classe insegnante più anziana (49 anni), ben sei anni in più della media Talis. Con gli “over 50” che superano la metà del totale. Un dato, quest’ultimo, che porta con sé una riflessione doverosa: se da un parte si è certi di guadagnarci in esperienza professionale (con una media di 20 anni di insegnamento), dall’altra ci si ritrova a fare i conti con la solita domanda senza risposta: quando arriverà il tempo dei giovani?

Ma vediamo, nello specifico, qualche numero. Il sito del Miur propone una sintesi dello studio Ocse evidenziandone i punti chiave: “L’87% dei docenti italiani di secondaria di I grado ha fiducia nelle proprie capacità di saper motivare gli studenti (70% Paesi Talis, 71% Paesi UE) – si legge - il 98% sente di saper portare gli studenti a credere nelle loro capacità di raggiungere buoni risultati (86% Paesi Talis). La grande maggioranza degli insegnanti italiani (94%) afferma di essere tutto sommato soddisfatta del proprio lavoro (91% media Paesi Talis)”. Ottime percentuali che però sono in contrasto con altre dichiarazioni: “L’88% degli insegnanti italiani percepisce che l’insegnamento è scarsamente valorizzato nella società (69% Paesi Talis, 81% Paesi UE), percezione condivisa dal 92% dei nostri dirigenti scolastici (56% Paesi Talis). Invece, in Finlandia, nei Paesi Bassi, Singapore e Alberta (Canada) una percentuale tra il 40-68% dei docenti sente che l’insegnamento è adeguatamente valorizzato. Questa percezione negativa sembra diminuire allorché aumenta la partecipazione degli insegnanti ai processi decisionali a livello di scuola”.

Per Angel Gurría, segretario generale dell’Ocse, che ha promosso e presentato i risultati della ricerca, “gli insegnanti vogliono migliorare le loro competenze e, allo stesso tempo, ricevere feedback che possano stimolarli favorendo questi stessi miglioramenti”. Ma la verità è che, attualmente, in Italia (come in Finlandia e Svezia), non esistono sistemi di valutazione formale delle attività degli insegnanti e la partecipazione alle attività di sviluppo professionale degli insegnanti risulta essere tra le più basse dell’indagine (75% Italia, 88% media Talis), con un calo del 10% rispetto al 2008. In particolare, gli insegnanti italiani segnalano ancora bassi livelli di sostegno e scarsi incentivi alla loro partecipazione ad attività di sviluppo professionale, esprimendo un forte bisogno di “rete” e di formazione sulle Tic (Tecnologie dell'informazione e della comunicazione), riconosciute come strumento fondamentale anche per migliorare le pratiche di insegnamento e lavorare con gli studenti su attività progettuali. 

Dunque, per lavorare efficacemente con gli studenti è necessario partire dagli insegnanti. Gurrìa non ha dubbi: “I dati di Talis 2013 indicano che dobbiamo avviare gli insegnanti a un percorso di successo fin dal principio. Se è vero che ci si aspetta che gli insegnanti preparino gli studenti guidandoli nel lifelong learning (apprendimento permanente), Talis ci dice che sono gli stessi insegnanti ad aver bisogno di imparare e migliorare, nel corso dell’intera carriera”. Una crescita che segue due vie: “I docenti non devono solo essere in grado di usare gli strumenti e le tecnologie più innovative, ma devono anche appoggiarsi alle più recenti ricerche in tema di apprendimento, pedagogia e pratiche educative”. La formazione continua deve riguardare prima di tutto chi insegna. Per incidere e agire a livello profondo nella crescita di chi apprende.

F.Boc.

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