CULTURA

Letture liberamente accessibili

Albi illustrati di successo riproposti in una versione in simboli. Libri belli e per tutti, che utilizzano la tecniche della comunicazione aumentativa e alternativa e presentano un testo a codice multiplo, verbale e iconografico, che da un lato permette di accrescere le possibilità di lettura, attraverso il reciproco rinforzo dei due codici, dall’altro consente l’uso di uno solo dei due a chi non sia in grado di utilizzare l’altro o non intenda farlo. Ci sono molte persone che possono trarre vantaggio dall’uso di particolari simbologie grafiche: dagli autistici ai dislessici, da chi ha disturbi dell’apprendimento ai bambini con ritardo cognitivo, passando per i madrelingua stranieri che stanno imparando l’italiano come seconda lingua. La casa editrice Uovonero risponde a queste esigenze per garantire a tutti il diritto alla lettura. Dopo aver lanciato i Pesci parlanti, collana di classici e inediti per l’infanzia (da Cappuccetto Rosso a I tre porcellini) pensata per bambini affetti da autismo e realizzata nel particolare formato sfogliafacile per agevolare anche chi ha difficoltà nella motricità fine, ha ideato e realizzato I libri di Camilla, Collana di Albi Modificati Inclusivi per Letture Liberamente Accessibili, che risponde a una chiara richiesta - da parte di biblioteche, scuole, enti di terapia e famiglie - di libri speciali in simboli, con un testo a codice multiplo, verbale e iconografico. Libri belli, prima di tutto. Perfettamente uguali alla versione originale (nel formato, nel numero di pagine e nei materiali utilizzati), gli albi illustrati già pubblicati con successo da nove editori per ragazzi, oltre a Uovonero (Babalibri, Bohem Press, Coccole Books, Giralangolo, Kalandraka, Leone Verde Piccoli, Lo Stampatello, Sinnos, Topipittori), sono ora arricchiti da simboli Wls (Widgit literacy symbols), progettati per favorire i processi di lettura e scrittura, e si offrono come stimolatori della lettura autonoma nei bambini e come strumenti di inclusione. Anche la casa editrice Biancoenero si muove in questa direzione: ha ideato una font speciale ad alta leggibilità capace di garantire la massima chiarezza. Si tratta di un carattere di stampa che presenta una larghezza media delle lettere maggiore rispetto alle comuni font di testo e una evidente differenza tra ascendenti e discendenti. Inoltre, mostra un aumento in proporzione del kerning e dello spazio tra una parola e l’altra e una differenziazione tra le lettere che solitamente presentano similarità eccessive.

Ma cosa si intende esattamente per Comunicazione aumentativa e alternativa? Lo abbiamo chiesto a Barbara Carretti e Irene Cristina Mammarella, rispettivamente vice-direttrice del master in Psicopatologia dell’apprendimento e direttrice del master in Psicopatologie dello sviluppo dell’università di Padova. “La comunicazione aumentativa e alternativa, in inglese Aac, ovvero Augmentative and alternative comunication, comprende tutte le forme di comunicazione, differenti dal linguaggio orale, che possono essere utilizzate per esprimere pensieri, bisogni, desideri e idee. La normale comunicazione è già aumentativa e alternativa, poiché il linguaggio verbale è accompagnato da gesti, espressioni del volto, ecc. Si parla di comunicazione aumentativa e alternativa, tuttavia, quando il suo uso è consapevole, mirato e programmato proprio per supplire a carenze di linguaggio verbale, come ad esempio in alcuni casi di autismo, o con le disabilità intellettive gravi in cui le competenze linguistiche sono più compromesse di quelle senso-motorie o simboliche. Il termine ‘aumentativa’ evidenzia l’obiettivo della Aac che consiste nell’aumentare il linguaggio verbale o comunque le prestazioni a livello di comunicazione”.

In questo contesto si inseriscono i libri in simboli, che offrono la massima leggibilità e per questo si propongono come veri e propri strumenti di inclusione. Ma a chi si rivolgono esattamente? E quali sono le loro principali caratteristiche? “Diversi sono gli strumenti che possono supportare la comunicazione aumentativa e alternativa, i libri in simboli ad esempio, non da ultimi i più recenti supporti elettronici. L’Aac è generalmente proposta per persone con gravi problemi di articolazione o di sviluppo del linguaggio, disturbi dello spettro dell’autismo, disabilità intellettiva grave, paralisi cerebrali infantili: in tutti questi casi l’Aac può essere utilizzata a integrazione o in sostituzione della comunicazione orale. In base al livello di sviluppo, o al livello intellettivo della persona con disabilità, è possibile formare vere e proprie frasi a scopo comunicativo attraverso la combinazione di più immagini. Le abilità di comunicazione sono importanti a diversi livelli della vita della persona: contribuiscono all’apprendimento, permettono uno sviluppo delle abilità comunicative e sociali e di conseguenza lo sviluppo della persona dal punto di vista emotivo”.

Esistono due sistemi di simboli: Picture communication symbols (Pcs) e Widgit literacy symbols (Wls). Quali sono le differenze? E quale delle due collezioni è più efficace? “Il sistema Picture communication symbols è probabilmente il più diffuso sistema di simboli a livello internazionale e si compone di un’ampia raccolta di simboli. Il punto di forza del Pcs è la trasparenza, in quanto i simboli mantengono una buona riconoscibilità immediata e risulta particolarmente adeguato per bambini piccoli o con importanti difficoltà cognitive. Proprio per le sue caratteristiche di trasparenza e concretezza, tale sistema di simboli comprende un numero limitato di concetti astratti e di elementi morfosintattici: plurale, superlativi ecc. I simboli concreti del Wls mantengono lo stesso livello di trasparenza del Pcs, tuttavia le componenti morfosintattiche della lingua sono più rappresentate, è quindi possibile modulare il tempo dei verbi, i plurali, i superlativi, i pronomi. Non è possibile confrontare i due sistemi in termini di efficacia dal momento che spesso vengono utilizzati per livelli di compromissione differenti; in altre parole, entrambi i sistemi di simboli possono essere considerati efficaci, ma in base alle caratteristiche del bambino sarà possibile indirizzarsi più verso l’uno o l’altro”. 

Francesca Boccaletto

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