IN ATENEO

Nasce l’osservatorio delle Professioni digitali

Il futuro è ibrido, almeno per quanto riguarda il lavoro. Se infatti le tecnologie digitali oggi si sono già insinuate nei vecchi mestieri – dall’avvocato all’operaio – e in futuro saranno sempre più determinanti, d’altra parte non vanno dimenticate le competenze del settore manifatturiero e dei servizi che hanno costruito la nostra attuale ricchezza, e che anzi andrebbero trasmesse anche alle giovani generazioni. Perché, se non diventeremo tutti Social Media Manager o star di Youtube, è comunque necessario che chiunque, a prescindere dal mestiere, impari un giorno a conoscere le potenzialità offerte dall’era tecnologica.

Ma qual è oggi nelle imprese la situazione concreta, quali sono le abilità e le esperienze più importanti, e soprattutto come trasmetterle ai lavoratori di oggi e di domani? Nasce per rispondere a queste domande il primo Osservatorio delle Professioni Digitali in Italia, frutto della volontà di Regione Veneto e università di Padova. La nuova struttura è affidata al Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno” in sinergia con Veneto Lavoro, ed è sostenuta con forza anche da DIGITALmeet, il grande festival sul digitale a Padova dal 19 al 22 ottobre.

Il nuovo centro partirà dall’analisi dei dati accumulati in questi anni da Veneto Lavoro, cercando di individuare le buone prassi da valorizzare. “La notizia non è che la produzione e i consumi stanno cambiando: la novità è il tempo”, spiega Paolo Gubitta, docente di organizzazione aziendale e responsabile scientifico del nascente Osservatorio: un problema in più per le imprese, visto che dal punto di vista dell’economia aziendale questo vuol dire che i ritorni sugli investimenti fatti in capitale umano sono sempre più bassi, perché sempre minore è il periodo di tempo in cui possono essere spalmati. “In un mondo che cambia tanto rapidamente quella sui lavori del futuro è una scommessa persa in partenza – continua Gubitta –. L’operazione che tenteremo è piuttosto quella di trovare le competenze trasversali che, unite a quelle proprie del lavoratore, danno più valore al lavoro e aumentano l’occupabilità”. Per questo l’obiettivo è anche quello di sviluppare nuovi modelli “Plug & Play” di formazione: adattabili alle varie circostanze e soprattutto già pronti per l’uso.

L’obiettivo dell’Osservatorio è di fornire la base e il supporto per politiche innovative:  “Il futuro delle nostre imprese è legato alla nostra capacità di accompagnare chi già lavora e i giovani verso l’acquisizione di nuove competenze – dice Elena Donazzan, assessore regionale a istruzione, formazione e lavoro –. Noi non ci facciamo impressionare dalle cifre sui ‘lavori che spariranno’, ma cerchiamo di capire quali sono le traiettorie del cambiamento e di agire con immediatezza”.

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