Salone dell'Accademia delle Arti del Disegno via wikipedia/sailko
Il 18 ottobre la fiorentina Accademia delle Arti del Disegno ha festeggiato il suo 455° San Luca: nel giorno del patrono degli artisti si apre l’anno accademico la più antica Accademia al mondo, che la sua nascita ufficiale a Giorgio Vasari, che il 31 gennaio 1563 ricostituì, grazie alla munificenza del Granduca di Toscana Cosimo I, la vecchia Compagnia di San Luca, nata nel 1339 come confraternita degli artisti fiorentini.
Nel capitolo del monastero di Santa Maria degli Angeli, vicino alla SS. Annunziata, dove era stata inaugurata solennemente nel 1562 la Cappella di San Luca o dei Pittori, Cosimo I venne riconosciuto «principe e Signor Nostro e Capo di tutti», mentre Michelangelo Buonarroti fu proclamato «Padre e Maestro di queste tre Arti [pittura, scultura e architettura]», che Michelangelo stesso, nel 1538, aveva legato al primato del disegno, come scrive Francisco de Hollanda, suo primo biografo: «Pittura, scultura e architettura culminano nel disegno. Questo è la fonte primaria e l'anima di tutte le maniere di pittura (cioè arte) […] Mi sembra che ci sia solo un'arte e una scienza sulla terra, cioè quella del disegno […] dalla quale tutte le altre derivano e ne fanno parte». Così l’emblema dell’Accademia è costituito da un monogramma con tre cerchi intrecciati, che Michelangelo apponeva come una sorta di firma nei blocchi di marmo da lui prescelti. Vasari e Vincenzo Borghini, luogotenente dell'Accademia fiorentina, in occasione della cerimonia funebre in onore di Michelangelo, che si svolse il 14 Luglio 1654 all'interno della Basilica di San Lorenzo, chiesa di famiglia dei Medici, trasformarono i cerchi in tre corone di quercia, mirto e alloro, simbolo delle tre arti maggiori, in ciascuna delle quali Michelangelo eccelleva.
Fin degli inizi l’Accademia unì strettamente arte e scienza. Se Leonardo da Vinci aveva preso parte alla vecchia Compagnia di San Luca, Galileo divenne membro dell’Accademia il 18 ottobre 1613 e come scrive Rodolfo Siviero, lo storico dell'arte che recuperò molte delle opere d'arte trafugate dall'Italia nel corso della seconda guerra mondiale, Presidente dell'Accademia dal 1971 al 1983, «La scuola di matematica, affidata ai maestri più insigni, ebbe fra i suoi allievi Galileo Galilei. Egli iniziò lo studio delle matematiche nell'Accademia, sotto la guida di Ostilio Ricci e insieme della prospettiva, della meccanica e della geometria. Furono questi studi all'Accademia che lo portarono poi a quella fusione fra matematica pura e meccanica pratica di cui divenne assertore e realizzatore. L'Accademia introdusse poi nei suoi programmi lo studio dell’insegnamento galileiano affidandone la direzione scientifica a Vincenzo Viviani che vi insegnò per circa trent'anni». Sulla linea della diffusione della scienza si collocò anche l'elezione del fondatore dell'Accademia del Cimento, il cardinale Leopoldo de' Medici. Ancora più significativa fu la presenza nell'Accademia, ricordata da Siviero, come «console», del più fedele tra gli allievi di Galilei, Vincenzo Viviani. Viviani realizzò con l’impegno di un altro Accademico, lo scultore e architetto fiorentino Giovan Battista Foggini, la nota facciata del Palazzo dei Cartelloni, nella attuale via Sant'Antonino, per onorare pubblicamente Galileo.
Come ricorda Giovanni Cipriani nella più completa ricostruzione della storia dell'Accademia, curata da Bert W. Meijer e Luigi Zangheri (Accademia delle arti del disegno. Studi, fonti e interpretazioni di 450 anni di storia, 2015), nei secoli successivi tra gli accademici troviamo il naturalista Lorenzo
Magalotti, il fisico idraulico e astronomo Leonardo Ximenes, Paolo Mascagni, «anatomista insigne», il botanico e chimico Antonio Targioni Tozzetti, marito di quella Fanny Ronchivecchi amata da Giacomo Leopardi e da Antonio Ranieri.
Nel secolo scorso fu Accademico Eugenio Garin, uno tra i massimi esperti dell'Umanesimo e del Rinascimento. E dal 1978, grazie allo Statuto varato da Siviero, è sancito un ingresso degli scienziati, non più episodico, nella nuova Classe di Discipline Umanistiche e Scientifiche: «Il nuovo statuto del 17 maggio 1978 ristabilisce le antiche discipline che informavano i Capitoli approvati da Cosimo I de’ Medici. Esse prevedono cinque classi: Pittura, Scultura, Architettura, Storia dell’Arte, Discipline Umanistiche e Scienze. L’Accademia ha inteso così sottolineare nuovamente la concezione dello stretto legame e dell’interdipendenza fra arte, cultura letteraria e scientifica, che erta nei principi dei suoi fondatori». (R. Siviero, Cenni storici sull'Accademia delle Arti del Disegno, in Accademia delle Arti del Disegno. Nuovo Statuto. Annuario 1981-1982, Accademia delle arti del disegno, Firenze 1982, p. 26).
Il 28 novembre 1978 fu nominato Accademico della Classe di Discipline Umanistiche e Scientifiche il fisico nucleare Edoardo Amaldi. «Membro del celebre gruppo romano dei Ragazzi di via Panisperna, guidato da Enrico Fermi, che ottenne risultati fondamentali nella fisica del nucleo, coronati nel 1938 dal premio Nobel conferito allo stesso Fermi, Amaldi compì studi d'avanguardia sulla fisica delle particelle e nel campo dei fenomeni magnetici. Brillante docente universitario, contribuì in prima persona alla nascita dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (I.N.F.N.), alla creazione, a Ginevra, del Centro Europeo di Ricerche Nucleari (C.E.R.N.) ed alla istituzione dell'Agenzia Spaziale Europea (E.S.A.)». Ad Amaldi si può quindi far risalire il rapporto con l'INFN, ora rinsaldato con la mostra fiorentina I colori del Bosone di Higgs. Percorsi tra Arte e Scienza. Nel 1982 Amaldi divenne Accademico emerito, insieme al suo collega Emilio Segré, fuggito negli USA in seguito alle leggi razziali nel 1938 e vincitore del Premio Nobel per la fisica nel 1959 per la scoperta dell'antiprotone. Nella stessa Classe assunse le funzioni di vicepresidente il fisico fiorentino Gilberto Bernardini, studioso della radiazione cosmica e della fisica delle particelle elementari. presidente dell'INFN e socio nazionale dell'Accademia dei Lincei.
Pochi anni dopo uno scienziato divenne Presidente dell'Accademia. Si tratta del chimico-fisico Enzo Ferroni, anch'egli divenuto Accademico ordinario nel 1978, come Amaldi, che fu Presidente dell'Accademia nel periodo 1989-94, per divenire poi Accademico emerito nel 2003. Ferroni ha studiato la chimica fisica dei sistemi dispersi e delle interfasi e la chimica fisica applicata alla conservazione dei beni culturali, lasciando a Firenze una scuola di rilievo internazionale. Ordinario di chimica fisica prima all'Università di Cagliari dal 1961 e quindi a Firenze dal 1965 al 1991, Ferroni ricevette nel 1967 la medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte su proposta del Ministero della Pubblica Istruzione per "«la generosa collaborazione offerta a vantaggio del patrimonio artistico e culturale di Firenze, danneggiato dall'alluvione del 4 novembre 1966". Nel triennio 1976-79 Ferroni fu Rettore dell'Università di Firenze.
Il suo successore fu un altro presidente dell'Accademia proveniente dalla Classe di Discipline Umanistiche e Scientifiche: lo storico della filosofia e del pensiero antico Francesco Adorno, Accademico ordinario dal 1991, Presidente dell'Accademia dal 1994 al 2008, quindi Accademico emerito.
Negli ultimi decenni va ricordato l'ingresso in Accademia, il 4 settembre 1996, di Guido Moggi, «botanico di statura internazionale e per lunghi anni apprezzato docente presso l'Ateneo fiorentino. Massimo studioso della flora africana ha compiuto in quel continente otto spedizioni scientifiche, realizzando studi d'avanguardia sulla flora della Somalia e dell'Etiopia e sulla vegetazione dei mangrovieti del Kenia. Fra i suoi lavori più singolari spicca un recente contributo: Frammenti di memoria. Spigolature botaniche. Personaggi, collezioni storie, apparso a Firenze nel 2013, per i tipi di Polistampa».
Non si può inoltre dimenticare che, tra gli scienziati, furono Accademici d'onore dal 1979 la neurologa Rita Levi Montalcini, Premio Nobel per la medicina nel 1986, «per aver partecipato ai programmi dell'Accademia con studi sulla logica e l'intuito nella ricerca scientifica», il matematico Ennio De Giorgi, studioso di rilievo internazionale del calcolo delle variazioni, «per aver partecipato ai programmi dell'Accademia con studi sulla metodologia e l'immaginazione nella matematica», lo storico della medicina Luigi Belloni, «per il contributo scientifico agli studi sui disegni anatomici di Leonardo», e il fisico teorico Luigi Arialdo Radicati di Brozolo, «per aver partecipato ai programmi dell'Accademia con studi sul Caos e il Cosmo», ora Accademico emerito, studioso di rilievo internazionale di fisica delle particelle elementari e di cromodinamica quantistica.
Attualmente nella classe di Discipline Umanistiche e Scientifiche sono presenti tra gli Accademici ordinari il matematico Giuseppe Anichini, il biologo Guido Chelazzi, presidente del Museo di Storia naturale dell'Università di Firenze, il chimico Luigi Dei, attuale Rettore dell'Università di Firenze, e il fisico Pier Andrea Mandò, già Direttore della Sezione di Firenze dell’INFN. Tra gli Accademici corrispondenti sono presenti il matematico Enrico Giusti, il chimico e giornalista scientifico Pietro Greco, il botanico Stefano Mancuso, direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (LINV), il ricordato Moggi e l’antropologo Roscoe Stanyon. Questa più ampia presenza del mondo scientifico è sancita anche nel Regolamento dell'Accademia, che precisa che tra i quindici Accademici della Classe debbano esser presenti «otto studiosi di discipline umanistiche, sette studiosi di scienze», e fu fortemente sostenuta da Maurizio Bossi, Presidente del Centro Romantico del Gabinetto Scientifico Letterario Giovan Pietro Vieusseux e Presidente della Classe di Discipline Umanistiche e Scientifiche dal 2013 fino alla morte, il 21 aprile 2016. Il suo impegno per il superamento delle “due culture” fu spalleggiato dall'astrofisico Francesco Palla, direttore dell'Osservatorio Astrofisico di Arcetri dal 2005 al 2011 e appassionato divulgatore di temi astronomici, nell'intreccio costante con l'arte e la letteratura.
Ci si augura che l'Accademia delle Arti del Disegno prosegua nel suo sforzo per il superamento degli steccati culturali e, grazie soprattutto alla sua Classe di Discipline Umanistiche e Scientifiche, possa stabilire proficue collaborazioni con istituti e centri di cultura scientifica. Un esempio vivido di una tensione all’arte e alla conoscenza che travalica le barriere culturali e disciplinari, nel nome di Michelangelo, Galileo, e Leonardo.