CULTURA

Atelier d'artista: Renato Pengo

Ci aspetta davanti al portone che si apre sul grande giardino interno, accanto all'insegna che lui stesso ha sistemato all'ingresso: Residenza urbana dell'arteL’atelier è una ex scuderia nel centro storico di Padova, uno spazio ampio e suggestivo, pieno di opere, tavoli da disegno, installazioni, libri, giornali, dischi. Renato Pengo è il protagonista del ventunesimo episodio della serie Atelier d'artista, con lui inauguriamo il nuovo anno.

Definirlo pittore è riduttivo, perché Pengo è da sempre un esploratore di linguaggi: fotografia, video, installazioni e performance, tutto rientra nella sua indagine. Quando andiamo a trovarlo sta lavorando al catalogo e sistemando gli ultimi dettagli per la sua personale Vibrazioni cosmiche, una selezione di inediti dai cicli recenti, inaugurata a metà gennaio e ora in corso alla Galleria Cavour di Padova.

Servizio di Francesca Boccaletto e Massimo Pistore

"La mia ricerca è in continuo divenire, mi chiede di spingermi oltre, di uscire dalle omologazioni", spiega Pengo, parlando del suo percorso di vita e arte. "Sono padovano, nato al Portello, la zona più graffiante della città. Parliamo quasi di un secolo fa. Un posto stupendo, con la strada a schiena d'asino che si proiettava sulla porta, ora restaurata. Ho frequentato l'istituto d'arte ma non mi interessava, non mi piaceva tutta quella burocrazia. Ho iniziato a fare sculture in bronzo guidato da uno dei miei professori, poi ho conosciuto Diego Valeri, a Venezia: io ero giovane, lui già anziano e quasi cieco, andavo a trovarlo e lo ascoltavo parlare, grazie a lui ho iniziato a leggere poesia. Insomma, la mia era una cultura fatta in casa, ma una casa molto aperta, questo mi ha permesso di spingermi sempre più avanti".

Pengo inizia a dipingere realizzando paesaggi: "Un giorno li ho spaccati tutti, me ne è rimasto solo uno. Come il taglio di Fontana: ora basta, mi sono detto, andiamo a vedere cosa c'è dall’altra parte, oltre. Volevo iniziare una ricerca diversa. Ho preso i pezzi di quel che avevo distrutto e li ho incollati sulla tela, creando altri paesaggi, che ho riproposto anche recentemente. Il paesaggio racconta il cammino, il senso interiore, il mistero della vita".

Ho conosciuto Diego Valeri, grazie a lui ho iniziato a leggere poesia Renato Pengo

L'atelier nel cuore della città, all'interno di una corte di un palazzo del Seicento, oggi è il rifugio di un veterano dell'arte: "Qui c'erano i cavalli, le scuderie: questa, dunque, era una stalla e a me piace l'idea di abitarla come animale pensante [...] Ho un ricordo molto nitido del mio trasferimento: avevo portato di tutto, tanti pacchi e poltrone dal mio studio di Parigi, appena arrivato mi sono seduto sopra gli scatoloni e sono rimasto immobile, in silenzio, per alcune ore, cercando di annusare l'aria, percepire l'odore del luogo. Poi ho iniziato a sistemare e ho traslocato qui anche il pensiero". La sua Residenza urbana dell'arte è stata animata negli anni da performance, proiezioni e incontri: "Questo spazio pullulava di iniziative culturali, le organizzavo ogni quindici giorni perché volevo far capire che questo luogo, pur rimanendo una grotta, si era trasformato in una mangiatoia".

Le opere sono tante - appese, appoggiate alle pareti, nelle casse, tra tavoli e libri - e raccontano diverse fasi di una fertile ricerca creativa: "Lavoro a cicli, parto da una idea, la porto avanti, scelgo i materiali adatti e produco per sei o sette mesi, fino alla chiusura del lavoro ma, finché sto realizzando quello, la mia mente è già oltre". La sua opera fondamentale mostra un cervello dipinto e il messaggio Non siamo più esseri umani: "Mi sono estraniato da questo mondo in cui non vi è più traccia di umanità. Questa mia opera ha anticipato di parecchi anni quello che stiamo attraversando, tutte le guerre e le devastazioni che stiamo vivendo. Io mi affido e cerco di capire che senso abbia la mia presenza qui e quale possa essere il mio ruolo come essere umano".

Ho un ricordo molto nitido del mio trasferimento qui [...] appena arrivato mi sono seduto sopra gli scatoloni e sono rimasto immobile, in silenzio, per ore Renato Pengo

Atelier d'artista

Una serie ideata e realizzata da Francesca Boccaletto e Massimo Pistore

Intervista di Francesca Boccaletto, riprese e montaggio di Massimo Pistore

Con la consulenza artistica di Giulia Granzotto


Tutti gli episodi della serie Atelier d'artista sono QUI

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