IN ATENEO

L'università celebra Meneghetti e Zancan

“Al mio esame di farmacologia Egidio Meneghetti e Lanfranco Zancan sedevano entrambi in questa stessa aula. Meneghetti era un professore molto severo, al punto che se superavi brillantemente la parte teorica, ma non sapevi fare le ricette venivi bocciato”. E le ricette insegnava a farle Lanfranco Zancan nello stesso istituto di farmacologia dell’università di Padova. 

Li ha ricordati così Lorenzo Cima, docente di medicina all’università di Padova, nell’aula che oggi è stata intitolata proprio a Lanfranco Zancan alla presenza di Giuseppe Zaccaria, rettore dell’università di Padova, del sindaco reggente di Padova Ivo Rossi, di Chiara Saonara dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia, e di Carlo Fumian docente del dipartimento di scienze storiche, geografiche e dell’antichità dell’università di Padova.

Ma dei due docenti si è ricordato soprattutto altro e cioè l’impegno nella resistenza veneta al fascismo. Meneghetti e Zancan intorno agli anni Quaranta del Novecento, gli anni del fascismo, della guerra e poi della liberazione, frequentavano gli stessi corridoi dell’istituto di farmacologia di Padova, docente dal 1932 e rettore dal 1945 al 1947 il primo, assistente ordinario dal 1939 il secondo. Fin dal settembre 1943, Meneghetti, con Concetto Marchesi e Trentin, docente a Venezia e da poco tornato da un lungo esilio in Francia, parteciparono alla costituzione a Padova del Comitato di liberazione nazionale (Cln) regionale veneto. Padova e la sua università diventano un centro nevralgico, direttivo e militare, della resistenza veneta. Tanto che il primo dicembre 1943 Marchesi lanciò un famoso proclama agli studenti, uno tra i primi appelli alla resistenza armata contro il nazifascismo. 

Meneghetti, nonostante la perdita della moglie Maria Spasciani e dell’unica figlia Lina in un bombardamento, continuava nella battaglia e coordinava con Ezio Franceschini a Milano e Marchesi in Svizzera l’azione del gruppo “Frama”, che collegava le formazioni partigiane della zona con gli Alleati, trasmetteva informazioni, metteva in salvo perseguitati politici, ebrei e prigionieri. Tradito da un collaboratore, il 7 gennaio 1945 venne arrestato, consegnato ai tedeschi e trasferito nel lager di Bolzano fino alla liberazione. 

Insieme a Meneghetti, anche Zancan ebbe un ruolo di primo piano, in quanto insieme seppero mantenere l’unità politica e militare della resistenza. A partire dal luglio 1944 lo troviamo, in qualità di comandante delle Brigate del Popolo Veneto, del Comando Regionale Veneto, lo strumento di rivolta armata del Cln Veneto. Nei primi mesi del 1945, dopo l’arresto del fratello Giorgio e di Meneghetti, Zancan lascia Padova per Milano. 

Il ricordo di Meneghetti e Zancan, che coincide con l’intitolazione dell’omonima aula, hanno avuto luogo nell’ambito del convegno internazionale 1943. L’anno della svolta organizzato dall’università degli studi di Padova, dall’Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia, dall’Istituto veneto per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, dall’Associazione nazionale Partigiani d’Italia, e dall’assessorato alla Cultura del Comune di Padova.

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