SCIENZA E RICERCA

L’accendino che incendia il plasma

Un enorme accendino, in grado, con la sua fiammata, di accendere il plasma di Iter e dare così il via ai processi di fusione nucleare. È questa l’immagine con cui il professore Piergiorgio Sonato descrive Prima (Padova research on Iter megavolt accelerator), l’iniettore di fasci di neutri (l’accendino, appunto) che riscalderà il plasma del reattore sperimentale di fusione nucleare in fase di costruzione in Francia. Il motore di Iter sarà fisicamente costruito in scala 1 a 1 a fianco dello stabile che ospita la ciambella Rfp: il cantiere dovrebbe aprire i battenti nel giro di due mesi e concludersi entro i prossimi due anni. A regime, saranno due gli esperimenti fondamentali per consentire la piena operatività di Iter. Il primo esperimento, che entrerà in funzione nel 2015, svilupperà la sorgente di particelle che poi saranno accelerate fino a colpire il plasma contenuto nella camera del reattore nucleare; avrà l’acronimo di Spider (Source for production of ions of deuterium entracted from RF plasma) e servirà, appunto, a  sviluppare uno dei componenti più critici e complessi dell’iniettore: la sorgente di ioni negativi di idrogeno e deuterio. L’obiettivo primario è quello di raggiungere la densità di corrente e l’omogeneità del fascio di particelle richiesti per il funzionamento di Iter. Il secondo esperimento è chiamato Mitica (Megavolt Iter injector & concept advancement) ed è il prototipo dell’iniettore di fascio di neutri per Iter; ha perciò lo scopo primario di collaudare e studiare il funzionamento dell’iniettore che dovrà produrre un fascio di deuterio delle potenza complessiva di 17 megawatt. In Iter ne verranno installati due: la riuscita dell’esperimento padovano, che inizierà nel 2018, garantirà ad Iter il suo motore-accendino per generare la prima fusione nucleare controllata.

 

Ma.S.


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