SOCIETÀ
Un figlio a tutti i costi

Centocinquanta figli. È questo il record raggiunto da un donatore americano, padre di centinaia di bambini, pur non avendo nulla della figura paterna. Nel 2011, quei 150 figli (la notizia venne riportata anche dal New York Times) si riunirono per conoscersi e far festa. L’iniziativa partì dalla madre di una di quei ragazzi, intenzionata aridurre il rischio di incesti tra consanguinei. In questo caso, un esercito di fratellastri. Il numero colpisce ma in realtà, negli Stati Uniti, i figli dell’eterologa sono tanti e spesso vantano un buon numero di fratelli che non conoscono. E l’argomento ha raggiunto anche la tv con il programma di Mtv (oggi trasmesso anche in Italia) che racconta le vicende di una adolescente alla ricerca proprio dei fratelli nati da fecondazione eterologa. Si chiama Generation cryo: fratelli per caso ed è un docu-reality che segue il viaggio di Bree, 17 anni, figlia di una coppia lesbica, decisa a conoscere l’anonimo donatore #1096 e i suoi 15 fratelli concepiti, come lei, con il seme di quell’uomo. La questione negli Usa è, dunque, da tempo al centro del dibattito e porta con sé riflessioni su altri delicati temi direttamente collegati. Quando fare un figlio? Quali strade seguire in caso di infertilità? Quale l’età massima per provare ad averne? Recentemente i colossi Apple e Facebook hanno pensato di regalare a tutte le impiegate il congelamento degli ovuli. Della serie: lavora serena che ai figli ci penserai più avanti, ora concentrati sulla tua carriera. Una scelta che esaspera il fenomeno del social freezing in atto ormai da qualche tempo (di cui il Bo si occupò già nel 2012).
“È proprio per evitare il caos che in Italia servono regole chiare e precise”, ha spiegato il professor Carlo Foresta nel corso della tavola rotonda Aspetti etici, normativi, sociali della fecondazione eterologa, organizzata all’università di Padova. Professore di Endocrinologia dell’ateneo padovano, Foresta è coordinatore scientifico, rappresentante per il Veneto, nel tavolo tecnico Stato Regioni per la Pma, Procreazione medicalmente assistita. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che, nell’aprile 2014, ha stabilito che il divieto della fecondazione eterologa previsto dalla legge 40 del 2004 (che vietava appunto il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta) era da ritenersi incostituzionale, la Conferenza delle regioni e delle province autonome il 3 settembre scorso ha approvato le linee guida per disciplinare la fecondazione eterologa, in modo unitario in tutte le regioni, in attesa di una legge nazionale (il decreto proposto a fine luglio dal ministro della Salute Lorenzin non è bastato, non ha ricevuto il via libera da parte del Consiglio dei ministri). “In questi anni tantissime coppie sono andate all’estero, in Spagna per esempio – ha aggiunto Foresta - per rivolgersi a centri specializzati”. Sostenendo sforzi economici enormi. Le linee guida della conferenza introducono la possibilità di inserimento delle tecniche di Pma omologa ed eterologa nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) per le donne fino a 43 anni, ma la verità è che al momento, in attesa di una legge nazionale, mancano tariffe certe e le regioni si stanno muovendo in ordine sparso, con la Lombardia intenzionata a non fare sconti, facendo pagare interamente la Fe alle coppie. Le linee guida fissano, poi, i limiti d’età per i donatori di gameti (a cui viene garantito l’anonimato): tra i 20 e i 35 anni, per le donne, e 18-40 per gli uomini (al momento i donatori scarseggiano, in particolare le donatrici, maggiormente esposte a rischi. E non sarà la retribuzione economica a sbloccare il problema perché la conferenza ha stabilito che la donazione dovrà essere “atto volontario, altruista, gratuito, interessato solo al bene della salute riproduttiva di un’altra coppia”). E ancora, il documento stabilisce che le cellule riproduttive di un medesimo donatore non potranno determinare più di dieci nascite e impedisce la scelta da parte della coppia ricevente di particolari caratteristiche fenotipiche del donatore, “al fine di evitare illegittime selezioni eugenetiche”. Viene garantita inoltre la tracciabilità (assicurata dai centri Pma) del percorso delle cellule riproduttive, dalla donazione all’eventuale nascita.
L’argomento è delicato e si inserisce in un quadro nazionale che nel 2013, secondo l’Istat, ha registrato un record del calo delle nascite: con poco meno di 515.000 bambini registrati all’anagrafe, ovvero 12.000 bambini in meno rispetto al record storico del 1995. Ma cosa pensano gli italiani della fecondazione eterologa? Quanto davvero si sa? La recente indagine Censis Diventare genitori oggi. Indagine sulla fertilità/infertilità in Italia, realizzata in collaborazione con la Fondazione Ibsa, ha cercato di fare il punto della situazione, rivelando che, su un campione di 1.200 intervistati, solo il 40% degli italiani sarebbe favorevole all'uso di gameti esterni alla coppia (tra i cattolici praticanti la percentuale scende al 30% e sale al 65% tra i non credenti). Indecisioni e pareri contrari nascono principalmente dalla difficoltà a comprendere fino in fondo un argomento così complesso e dagli esiti ancora incerti: sempre secondo il Censis, infatti, solo l’11% degli intervistati conoscerebbe la legge 40/2004 (figuriamoci le relative recenti modifiche). Il dibattitto appena aperto porta con sé altre questioni su cui riflettere, domande per cui non è facile trovare una sola risposta. Quando fare un figlio? Perché attendere? Chi ha il diritto di diventare genitore? “Un importante fattore di rischio per la riduzione demografica in Italia – ha spiegato Foresta - è dipendente dall’incremento dell’età della donna alla ricerca del primo figlio. Questo comporta spesso il ricorso a tecniche di fecondazione assistita, tanto che l’età media delle donne che si sottopone a queste tecniche è di 36,5 anni, quando il potenziale di fertilità è fisiologicamente ridotto. In base ai dati 2011 del registro Pma dell’Istituto superiore di Sanità è ipotizzabile pensare che almeno il 60% di queste donne non riuscirà a diventare mamma. Negli scenari futuri, dunque, si profila la possibilità che questo possa essere un percorso disegnato anche per tutte queste donne”, e non solo per quelle coppie che hanno scelto la fecondazione eterologa per problemi di infertilità. Così, con buona probabilità, si inizierà a parlare, sempre di più e concretamente, del superamento della famiglia tradizionale, argomento preso in considerazione dal sondaggio Censis secondo cui, già oggi, il 46% degli intervistati pare ritenere giusto che anche i single possano avere figli.
Francesca Boccaletto