SOCIETÀ

Non è (ancora) troppo tardi

Prepararsi. Secondo Luca Mercalli, climatologo e presidente della Società  Meteorologica Italiana, è questa la parola chiave a cui guardare per poter sviluppare una nuova sensibilità che ci permetta di vivere serenamente in tempo di crisi. Questo il filo conduttore del suo libro, Prepariamoci (a vivere in un mondo con meno risorse, meno energia, meno abbondanza… e forse più felicità) edito nel 2011 da Chiarelettere. 

La specie umana dovrà abituarsi a vivere gestendo gli imprevisti di natura più varia, e potrà farlo solo con un’accurata conoscenza delle realtà storiche e geografiche in cui è inserita. Per comprendere quali saranno le sorti del nostro pianeta avremo bisogno di informazione, tempestiva e autorevole.

Grazie ai mezzi che la scienza oggi possiede, dovremmo essere in grado di creare degli scenari approssimativi capaci di fotografare il mondo che verrà, scenari tali da permetterci a non ripetere molti errori del passato, capaci di compromettere il nostro presente.

Mercalli cita Aurelio Peccei, imprenditore torinese che nel 1972, in un libro intitolato Limits to growth, limiti alla crescita, si interrogò per primo sulla limitatezza delle risorse del nostro pianeta e si schiera a favore della teoria sulla decrescita serena elaborata dall’economista francese Serge Latouche: una crescita infinita è incompatibile con un mondo finito.  
Proprio perché produzioni e consumi non possono superare la capacità di rigenerazione della biosfera, è necessario che tutti inizino a modificare, da subito e con semplici accorgimenti, i propri stili di vita; oggi sembrano un costo sostenibile, ma col tempo diventeranno macigni che peseranno sulle generazioni future.

E a chi domanda quale sia la ragione che spinge gli italiani a non considerare i problemi del pianeta affare loro, Mercalli risponde così: “La gente in Italia è affetta dalla cosiddetta sindrome di Cassandra. La profetessa troiana aveva previsto la presenza dei soldati achei all’interno del cavallo di Troia, ma la sua profezia era stata respinta perché considerata troppo apocalittica. Gli italiani hanno bisogno, considerato il momento drammatico che attraversa il paese, di sentirsi dire che tutto è bello e tutto va bene, senza pensare che con questa atteggiamento passivo condannano i loro figli e nipoti a vivere in mondo con più disagi e meno soluzioni.”

Abbandoniamo per un attimo la fantascienza e impegniamoci a vincere la scommessa che rappresenta la salvezza per la nostra specie.

Gioia Baggio

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