SOCIETÀ
Televisione batte internet 6-0. Almeno in Italia

Il “primato dell'opinione nella comunicazione orizzontale” è l'argomento di cui si è parlato qualche giorno fa in una tavola rotonda del Censis e, dato il titolo, ci si aspetterebbe che lo studio confermasse l’ormai generalizzato uso della rete nel formarsi un’opinione sulla politica. Non è così: vince il passaparola (per il 44% degli italiani) ma sul significato di questa percentuale torneremo fra un attimo. Il vero dato su cui riflettere è il fatto che appena il 5,9% di elettori consulta i siti web di partiti e movimenti (il 7,6% tra i giovani) e l'8,7% utilizza blog o Facebook per informarsi (il 14,2% tra i giovani).
In altre parole, il dominio dei telegiornali è ancora fuori discussione, visto che l'80,9% degli italiani li utilizza come fonte di informazione: tra i giovani il dato dei tg scende ma non di molto: il 69,2%. Il Censis parla di un “ciclone che si è abbattuto sull'apparato mediatico tradizionale, della tendenziale riduzione al singolo delle leve dell'informazione” ma i dati forniti sembrano dire proprio l’opposto: gli italiani rimangono un popolo teledipendente e, al bar con gli amici, discutono di ciò che hanno visto in televisione.
Come spiega il blog di Mario Rodriguez, docente di Comunicazione politica a Padova, “In occasione delle ultime elezioni politiche, infatti, più della metà degli elettori ha tratto le informazioni in base alle quali scegliere per chi votare dalle notizie e dai commenti trasmessi dai telegiornali (55,3%), più di un terzo (36,8%) ha attinto ai programmi di approfondimento proposti dalle stesse televisioni, come ad esempio “Porta a porta” o “Servizio pubblico”, mentre solo meno di un quarto (22,2%) ha avuto come punto di riferimento i giornali, poco più del 16% le tv all news, il 9% la lettura del materiale di propaganda dei partiti e il 7,5% i programmi radiofonici”.
Scrive il Censis: “Il notevole sviluppo di Internet (sia del numero degli utenti, sia delle sue applicazioni, che ormai permeano ogni aspetto della nostra vita quotidiana), il web 2.0, i social network, la miniaturizzazione dei dispositivi hardware e la proliferazione delle connessioni mobili hanno esaltato il primato dell'utente. Oggi possiamo costruire palinsesti multimediali personali, tagliati su misura in base alle nostre esigenze e preferenze, svincolati dalla logica top-down del passato che implicava una comunicazione unidirezionale verticale dei messaggi da parte delle fonti ufficiali”. Possiamo, ma chiaramente non lo facciamo, visto che dipendiamo dal mezzo più centralizzato, gerarchico e oligopolista mai inventato: la televisione.
Internet favorisce la partecipazione politica? Difficile affermarlo, vista la crescita contemporanea degli utenti del web e del tasso di astensionismo, che alle ultime elezioni ha battuto ogni record storico. Nella loro saggezza, solo il 15% degli italiani crede che la diffusione delle tecnologie digitali abbia prodotto nell'ultimo anno cambiamenti in meglio nell'organizzazione dei movimenti politici: per il 35,3% c'è stato invece un peggioramento.
Fabrizio Tonello