Un viaggio dall’altra parte del mondo, che ha toccato Sydney, Canberra e Melbourne con lo scopo di rendere sempre più stretti gli accordi di collaborazione fra l’università di Padova e cinque atenei australiani ai vertici delle classifiche mondiali. Una missione, quella portata avanti dalla delegazione dell’ateneo, che rientra in una precisa strategia internazionalizzazione, come spiega a Il Bo Live il rettore Rosario Rizzuto.
Professore Rizzuto, quali erano gli obiettivi di questo viaggio in Australia e che riscontri ha avuto?
“Abbiamo percorso gli oltre 14mila chilometri che separano Padova dall’Australia per consolidare rapporti e attività che avevamo intrapreso con un gruppo di atenei d’élite, fra i primi sessanta del ranking mondiale Qs World: (l’Australian National University è al 20esimo posto, Melbourne al 41esimo, New South Wales al 45esimo, Sydney al 50esimo e la Monash al 60esimo ndr). Con loro avevamo già avviato iniziative congiunte, dallo scambio di studenti alle collaborazioni di ricerca, fino a progetti come le summer school sui temi come cibo, salute e cultura di lingua italiana, iniziative organizzate insieme all’università di Sydney. È stata la prima visita di un rettore patavino in Australia: ed è stato accolto come segno della forte volontà di collaborazione e come tale ha avuto un’accoglienza istituzionale sempre ai massimi livelli. C’è stato anche modo di incontrare la comunità italo australiana di Melbourne, strettamente legata al nostro territorio e con un ruolo importante nell’economia di un Paese in continua, rapida crescita che rappresenta un punto di riferimento e contatto con l’Asia del Pacifico”.
Che ha atmosfera ha trovato in Australia e che particolarità ha il loro sistema educativo rispetto al nostro?
“Arrivando nella regione di Victoria, dove c’è Melbourne, campeggia la scritta ‘Education State’. E non sono parole, ma fatti: in Australia ci sono impegno e grandi investimenti nella ricerca. Mentre l’educazione non viene vista esclusivamente come trasmissione di conoscenze e valori, ma anche come sorgente di reddito economico: a Sydney e Melbourne è la seconda voce nell’economia del territorio. Università che hanno una percentuale tra il 25 e il 35% di studenti internazionali: i giovani non portano solo conoscenze e multiculturalità, ma rappresentano un’entrata fondamentale per il tessuto economico”.
“ In Australia l’educazione non viene vista esclusivamente come trasmissione di conoscenze e valori, ma anche come sorgente di reddito economico
In particolare, quali possono essere gli ambiti di collaborazione con le università australiane? Come potranno giovare concretamente ai ricercatori e agli studenti padovani, personale?
“Sono stati introdotti o estesi programmi di scambio per studenti, in moltissimi ambiti: da ingegneria a scienze, da medicina alle materie umanistiche. Così come pensiamo di estendere le summer school con Sydney delle quali parlavo prima: da corsi estivi vorremmo espanderli e farli diventare doppie lauree magistrali negli ambiti della salute. Con Sydney svilupperemo insieme il progetto di teamworking multidisciplinare aziendale che loro lanciano quest’anno: così porteremo i nostri studenti in Australia, e viceversa, inserendoli in gruppi di lavoro multidisciplinari chiamati ad affrontare temi importanti per lo sviluppo del territorio. Ma non qualcosa di teorico: spunti indicati dalle aziende, temi concreti”.
Negli ultimi anni lei ha viaggiato e stretto relazioni con università americane, africane, asiatiche e adesso anche australiane... Come è nata questa idea di un vero e proprio "giro del mondo"?
“La crescita internazionale dell’ateneo, la presenza di studenti all’estero e allo stesso modo l’arrivo di studenti internazionali da noi è fattore di qualità e un modo per sostenere il nostro Paese, per ampliare prospettive e legami. Ogni viaggio non nasce nell’immediato, ma è possibile grazie ad un lavoro preparatorio. Un lavoro fondamentale: fa sì che gli accordi diventino piano operativi. Sono grato a tutti i colleghi che hanno costruito progetti concreti nelle più disparate aree del mondo. Per l’Australia penso al prorettore ai rapporti internazionali Alessandro Paccagnella, alla professoressa Mara Thiene, advisor per Oceania e Asia, alla responsabile dell’International Office Elena Autizi, al professor Alessandro Martucci. Hanno posto le basi perché la visita del rettore sia modo per dimostrare convincimento e attenzione non su dichiarazioni di intenti, ma su progetti che si concretizzano”.
Quali sono i prossimi obiettivi e le tappe di questo programma di alleanze internazionali?
“La prossima tappa sarà l’Argentina. L’America Latina è un continente importante che, come l’Australia, è strettamente legato al nostro territorio. È la storia a ricordarci i legami con l’Argentina. Vogliamo portare avanti iniziative didattiche là: anche in questo caso è già in corso un lavoro preparatorio di grande livello. Ma non lo faremo da soli: ci stiamo lavorando insieme all’università di Bologna. Anche in questo caso: progetti solidi sui quali andare a fondo. Se la immagina una visita congiunta dei rettori di Padova e Bologna in Argentina?”.