IN ATENEO

Online il nuovo portale dell'università di Padova

Un nuovo sito di ateneo per l’università di Padova: più fruibile, con una grafica semplificata e più immediata, più rapido nella consultazione e con una particolare attenzione al lato social.

Il portale ridisegnato è online dal 28 giugno 2017 e per il rettore, Rosario Rizzuto, si tratta di una implementazione che va di pari passo con i tempi e con quanto i navigatori chiedono a un sito Internet. “L’importante – spiega Rizzuto – non è solo avere dei contenuti, ma metterli in vetrina in modo efficace”.

La nuova home page è più agile, con pochi scroll di mouse per arrivare a fondo pagina e regala ampi spazi a informazioni e fotografie sull’attività dell’ateneo in tutti i suoi campi.

“In un periodo in cui le persone hanno poco tempo e pazienza – prosegue il rettore – un portale deve mostrare le informazioni con immediatezza. In questo modo una scoperta della nostra università o un’opportunità per i nostri studenti deve avere rapidamente la giusta visibilità”.

Per Telmo Pievani, delegato del rettore per il progetto di comunicazione istituzionale, l’accento va posto sulle parole fruibilità, rapidità e attenzione al mondo dei social: “Il sito ha una grafica pulita e semplificata – spiega Pievani – con una profilazione diversa a secondo dell’utente che naviga il sito”. C’è infatti la possibilità di accedere al sito per punto di interesse: future matricole, studentesse e studenti, personale e cittadinanza e territorio. Così da reperire informazioni più pertinenti a seconda del target. Velocità anche nel recuperare quanto desiderato: nella maggior parte dei casi la sezione richiesta è raggiungibile con al massimo tre click del mouse.

Molta attenzione al sito in inglese che non è una fotocopia di quello in lingua italiana ma un portale a sé stante, “profilato – prosegue Pievani – per la fruizione internazionale”. A questo riguardo nei prossimi mesi saranno implementate anche delle sezioni in cinese e spagnolo per avvicinare anche quelle culture che ancora non comprendono in pieno informazioni mediate solo in inglese.

“Si tratta di un lavoro di ripensamento culturale – dice ancora il direttore generale Alberto Scuttari –. Le informazioni devono essere veicolate per ciò che interessa il cliente e in modo chiaro, anche per chi proviene da contesti culturali diversi”.

 

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