IN ATENEO

Il ruolo di IIT come gestore unico dei brevetti e della proprietà intellettuale, il Cun scrive al governo

Riportiamo la lettera inviata al capo del governo Matteo Renzi e al ministro dell'Istruzione e dell'Università Stefania Giannini dal presidente del Cun, Andrea Lenzi e dal vicepresidente, Carla Barbati a proposito del discusso articolo 5 del decreto legge 24 gennaio 2015, numero 3.

Gentile presidente Renzi,

all’indomani della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale del 24 gennaio 2015, n. 19 del decreto legge 24 gennaio 2015, n. 3, recante "Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti", desideriamo unire le nostre voci a quelle espresse da altri rappresentanti del sistema delle Autonomie Universitarie e della Ricerca scientifica perché, in sede di conversione in legge, si acceda al superamento delle previsioni contenute nell’art.5, c. 2 e 3 del decreto, come formulate, e da ieri vigenti.

Pur riconoscendo la necessità di politiche pubbliche dirette a sostenere la "messa in rete" dei risultati della ricerca scientifica prodotta presso i nostri atenei e i nostri altri Centri a ciò deputati, così da favorire il rafforzamento dei legami fra la conoscenza, come «bene pubblico» e i processi di innovazione per la competitività del Paese, non riteniamo che un provvedimento d’urgenza sia la sede opportuna per procurare risposte adeguate a queste necessità.

L’evidente complessità di siffatte questioni, al pari della loro centralità, richiedono, al contrario, azioni e scelte di sistema che certo non sono ravvisabili nella soluzione di affidare a qualsivoglia apparato, vecchio o nuovo, il compito di farsi «centro di riferimento» dell’economia della conoscenza e perciò dell’economia dell’innovazione e della scienza.

Nel confermare la disponibilità del Consiglio universitario nazionale, quale organo nel quale trovano rappresentanza tutte le aree disciplinari, in cui si articola la ricerca scientifica, a fornire il proprio contributo alla definizione delle più ampie politiche pubbliche che temi siffatti meritano.

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