IN ATENEO
Vittime della Shoah, l'Ateneo le ricorda con le Pietre d'inciampo
Erano quattro studenti e due professori all’università di Padova: subirono l’obbrobrio delle leggi razziali e infine furono catturati e mandati a morire ad Auschwitz. È la storia di Giorgio Arany, Nora Finzi, Giuseppe Kroò e Paolo Tolentino, studenti, e dei docenti Alberto Goldbacher e Augusto Levi: sono dedicate a loro le sei Pietre d’inciampo che saranno collocate davanti al portone principale di Palazzo Bo.
Le Pietre d’inciampo (Stolpersteine) sono un monito alla memoria ideato negli anni Novanta dall’artista tedesco Gunter Demnig e diffuso ormai in tutta Europa, di solito di fronte alle abitazioni delle vittime della Shoah. L’ateneo padovano è però la prima università ad attuare, nel programma dell’artista, questa forma di ricordo: per questo le pietre recheranno la scritta “qui studiava” o “qui insegnava” anziché la consueta “qui abitava”.
“Si tratta di ricordare un passaggio buio della storia di questa università, che in questo caso non fu fedele alla sua secolare tradizione di libertà – ha detto durante la conferenza stampa di presentazione Annalisa Oboe, prorettrice alle relazioni culturali, sociali e di genere dell’università di Padova –. Queste iniziative fanno parte della nostra voglia di restituzione e di riparazione, nei confronti di un’eredità pesante che bisogna tuttavia continuare a tramandare”. “Dietro numeri apparentemente astratti, come i sei milioni di vittime dell’Olocausto e i 47 ebrei deportati da Padova, c’erano donne e uomini reali, vite e storie concrete – ha spiegato Gianni Parenzo, presidente della Comunità ebraica di Padova –; per questo oggi, mentre scompaiono i testimoni diretti di quella tragedia, queste iniziative sono sempre più preziose”. Secondo Francesca Benciolini, assessore del Comune di Padova con delega alla cooperazione internazionale e alla pace, “per una città le strade sono come le vene e le arterie, luoghi d’incontro e di scambio. Questi piccoli monumenti incastonati nel selciato significano in qualche modo far tornare queste persone e queste memorie”.
Le pietre saranno collocate direttamente da Demnig sul selciato di via VIII febbraio 1848 la mattina di domenica 21 gennaio, alle ore 11; aderiscono all’iniziativa, oltre alla Comunità ebraica e all’Università, il Comune, il Museo della Padova ebraica, il Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, l’Istituto italo-tedesco e il Liceo classico Tito Livio, i cui studenti collaborano ogni anno alla preparazione dei testi e delle note biografiche che, secondo il desiderio dell’artista, vengono letti durante l’installazione delle pietre.
L’iniziativa delle Pietre d’inciampo si realizza a Padova da alcuni anni tra le iniziative pubbliche per la Giornata della memoria, con la sola interruzione dell’anno 2017. Nel 2015 sono state posate a Padova le prime otto pietre: cinque in via Petrarca (per Mario, Giulia, Giorgio, Giancarlo e Vittorio Foà) e tre in via Roma (dedicate a Elia, Ada e Sara Gesess). Nel 2016 sono state aggiunte altre cinque pietre, una in via Roma per Marcello Levi Minzi, e quattro in via S. Martino e Solferino per il rabbino Eugenio Coen Sacerdoti, la moglie Amalia Dina, Gemma Bassani e Oscar Coen.
Tra le iniziative per la Giornata della memoria dell’università di Padova quest’anno c’è anche, il 26 gennaio, il conferimento della laurea ad honorem in Studi europei allo storico americano Charles S. Maier, che terrà una lectio magistralis, rivolta soprattutto agli studenti, sul rapporto fra memoria e storia. Per ottobre e novembre inoltre, ha spiegato il direttore del Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea Carlo Fumian, sono in preparazione una serie di iniziative scientifiche, convegni e seminari per ricordare l’ottantesimo anniversario delle leggi razziali.