SOCIETÀ
Altro che rottamati, ecco i nonni 2.0
Non nativi ma anziani digitali. È questo il business del futuro: la prima generazione che affronta la vecchiaia nel mondo 2.0. Idea lungimirante, dato il pesante tasso di invecchiamento della popolazione mondiale, insieme alla cronica mancanza di adeguate strutture di supporto e di assistenza famigliare.
Se da un lato, infatti, i vecchi ispirano romanzi distopici come Gli scaduti di Lidia Ravera in cui si adombra l’idea di una loro rottamazione, dall’altro le pantere grigie si trasformano in “diversamente giovani” e diventano i protagonisti di iniziative come SpecialAge, social network destinato a chi ha i capelli bianchi e vuole mantenersi socialmente attivo. Lì è possibile chattare, caricare video, sperare di trovare sconti per occhiali e medicine, mettere a disposizione degli altri (soprattutto dei giovani) la propria esperienza.
Nato da una start-up con finanziamenti ridotti e presentato dalla stampa italiana come un’iniziativa unica al mondo, SpecialAge in realtà è solo l’ultimo di una collezione di progetti analoghi, alcuni con budget milionari e parzialmente finanziati dall’Unione europea. Un esempio è sicuramente Sen+, progetto del consorzio Aware (Ageing workforce towards an active retirement) finanziato dal programma comunitario Ambient Assisted Living (Aal). Si tratta, nelle intenzioni, di “una piattaforma on line per la condivisione della conoscenza e delle esperienze lavorative” pensata “per trarre vantaggio dell'esperienza che le persone accumulano dopo diversi anni di lavoro, ed è uno strumento che può essere utile sia per le persone che per le imprese”. Uno strumento per chi è prossimo alla pensione o ci è appena andato, e un modo per ridare valore all’esperienza degli anziani in un mondo che ormai negava ossessivamente la vecchiaia. Lo stesso principio ispiratore ha creato Animate (progettato per “massimizzare gli effetti preventivi o recuperativi dell’occupazione sulla salute e il benessere”) o ExpAct (“Experience keep people active”) e Sophia (“piattaforma social per facilitare la comunicazione e il networking tra i senior esperti neopensionati e gli utenti interessati”; se ne prevede anche una versione mobile, per stare al passo coi tempi).
Scorrere l’elenco dei progetti Aal aiuta a prefigurare il nostro futuro – tra le altre cose un futuro di vecchi al lavoro, e al riguardo merita una visita (e una meditazione) il progetto Trans Safe, per agli operatori anziani di lavori potenzialmente a rischio come i trasporti. Già solo la call Aal 2, lanciata nel 2009, era tutta dedicata alle soluzioni di telecomunicazione per il miglioramento della socialità degli anziani e ha prodotto una trentina di progetti di durata pluriennale, per lo più conclusi nei mesi scorsi.
Progetti in cui la parola d’ordine è spesso convergenza tecnologica, come in Join-in o in Alice, in cui la possibilità di interagire in modalità remota (servizi di messaggeria, video-chat, condivisione di immagini) che vorrebbe richiamare il mondo social si lega alla facilità d’uso (il televisore al posto del computer) e a programmi di assistenza medica. In pratica: usare la tv per dialogare con nipoti o coetanei oppure chiamare il medico e, collegando direttamente il misuratore della pressione, mandargli in pochi minuti i risultati. La televisione, poi, potrebbe ospitare canali come Senior Channel, canale interattivo per anziani, così come prestarsi a giochi o videochiamate. In soggiorno potrebbero trovare posto le cornici digitali previste da SI Screen Elisa per tenere traccia di appuntamenti, chiamare via Skype, gestire gruppi, utilizzare Twitter e Facebook.
Ma soprattutto, da pensionati digitali, la nostra badante sarà qualcuno come Alias, robot mobile che può camminare a fianco a noi e unisce la possibilità di giocare, messaggiare, videochiamare. E, semplicemente chiamandolo con il suo nome, far partire una chiamata di emergenza. Per questo e altri progetti simili lo scopo è arrivare a prototipi commerciabili.
Per dare un’idea dell’entità degli investimenti, Aware è costato 1.373.875 euro, ExpAct 2.501.888, Senior Channel 4.336.084, Alias 4.022.075. Un conto approssimativo del budget impegnato nei progetti della sola call 2 si aggira intorno agli 87 milioni di euro, finanziato per metà circa con soldi pubblici. La prossima call Aal 2015 – che scade il 28 maggio – intende sviluppare progetti che consentano di invecchiare il meglio possibile restando a casa propria e allontanando il passaggio alla casa di riposo. Finanziamento previsto: 31.900.000 euro.
Tra elisir di lunga giovinezza e rassegnazione ai problemi dell’età che avanza, investire sulla vecchiaia è letteralmente la nuova parola d’ordine. Per gli aspiranti progettisti, naturalmente, non sono previsti limiti di età.
Cristina Gottardi