SCIENZA E RICERCA

Baciati dal sole… Ma non troppo

“Il sole fa bene. Ha effetti positivi sull’umore e attiva la produzione di vitamina D che è importante per la prevenzione di osteoporosi, malattie cardiovascolari e alcune forme tumorali. Solo quando l’esposizione è eccessiva può avere effetti negativi”. Ad affermarlo è Mauro Alaibac, del dipartimento di Medicina dell’università di Padova. E dunque l’imperativo è unanime: è necessario proteggersi dai raggi solari. Ma sappiamo farlo correttamente? Siamo in grado di interpretare simboli e cifre riportati sulle creme solari, che spesso ci attirano (debolezza femminile) più per i loro colori e gli effetti “idratanti-rinfrescanti-abbronzanti”, in forma di olio, spray, gel, che per la loro funzione protettiva?  

I raggi solari sono composti da raggi ultravioletti A, B e C. I primi penetrano negli strati più profondi della pelle e ne causano l’invecchiamento precoce, con perdita di elasticità e rilassamento cutaneo. I secondi provocano scottature solari, eritemi e costituiscono il principale fattore di rischio di tumore alla pelle, anche se non va trascurato nemmeno il rischio rappresentato dai raggi UvA. I raggi ultravioletti C sono i più dannosi per l’alto contenuto energetico, ma sono tuttavia completamente assorbiti dagli strati più alti dell’atmosfera. Anche i raggi UvB e UvA vengono filtrati e solo in parte dunque raggiungono la superficie terrestre, rispettivamente in una percentuale pari al 15-20% e al 55-60%. 

I prodotti per la protezione solare possono dunque risultare efficaci per prevenire le scottature, proteggere dalla foto-immunosoppressione indotta dall’eccesso di Uv, prevenire i carcinomi della pelle e i danni derivati dal foto-invecchiamento, come dimostra anche un recente studio pubblicato su The annals of internal medicine. I ricercatori australiani, coordinati da Adele C. Green del Queensland institute of medical research, hanno coinvolto nell’indagine 900 persone di pelle bianca tra i 25 e i 55 anni per un periodo di quattro anni e mezzo, in un paese come l’Australia in cui l’esposizione al sole è molto frequente, e hanno dimostrato che l’utilizzo quotidiano di crema protettiva con un fattore di protezione 15 può rallentare e prevenire l’insorgere di rughe o il rilassamento cutaneo. 

Come orientarci dunque nella scelta? Un po’ di chiarezza ha cercato di farla qualche anno fa la Commissione europea con una raccomandazione sull’efficacia dei prodotti per la protezione solare e con alcune indicazioni per una maggiore chiarezza e uniformità di informazione. Innanzitutto è necessario utilizzare un prodotto in grado di proteggere sia dai raggi UvB che dai raggi ultravioletti A: la confezione deve cioè riportare un sigillo con la dicitura “UVA” che indica la protezione minima quantificata contro i raggi UvA secondo metodi di controllo standardizzati. Il fattore di protezione UvA aumenta parallelamente a un fattore di protezione UvB più elevato e il rapporto minimo tra il primo e il secondo deve essere almeno di uno a tre. 

La scelta del fattore di protezione solare, che indica la capacità di filtro dei raggi UvB ed è rappresentato dall’indicazione in lettere del livello di protezione e da un numero preceduto dalla sigla “SPF” (sun protection filter) o “IP” (indice di protezione), deve essere fatta in relazione al proprio fototipo, cioè al tipo di pelle. Da 6 a 10 la protezione è bassa, da 15 a 25 media, da 30 a 50 elevata, 50+ molto elevata. Forse non tutti sanno che il fattore indica non tanto la quantità di raggi solari assorbiti, ma il tempo di esposizione consentito per evitare scottature. Più semplicemente, se un prodotto ha un fattore di protezione 15, significa che consente un tempo di esposizione 15 volte maggiore di quello che causerebbe scottature (tempo di eritema) esponendosi senza protezione nelle stesse condizioni. Un fattore di protezione 15, dunque, protegge dalle scottature la metà di un fattore 30, pur assorbendo il 93% dei raggi solari contro il 97% di un fattore 30. “Le persone classificate come fototipi 1 e 2, cioè le pelli più chiare – continua Alaibac – hanno bisogno di fotoprotezione massima, il fototipo 3 di un fattore 30, mentre gli altri fototipi, che corrispondono al tipo mediterraneo, asiatico e di colore, non necessitano fotoprotezione”. 

Attenzione però: non possono essere definiti prodotti di protezione solare quelli con fattore inferiore a sei, ma si tratta di semplici creme idratanti. D’altra parte anche la dicitura “schermo totale” o “protezione totale” non è corretta in quanto non esistono prodotti in grado di trattenere completamente i raggi solari. Non meno importante è la quantità di crema necessaria per raggiungere la protezione dichiarata, che in un adulto è pari a due mg/cm2, circa 36 grammi ovvero sei cucchiaini da the, da riapplicare dopo il bagno: dimezzare la quantità di prodotto applicato può ridurre da due a tre volte la protezione offerta. 

“Esporsi al sole – conclude Alaibac – fa bene, ma con responsabilità e senza proibizionismo”. 

M.PA.

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