SCIENZA E RICERCA

Cinque anni per scoprire i segreti dei macrofagi

Scoprire il collegamento tra obesità e malattie come il cancro e le patologie cardio-vascolari, per rendere un giorno possibili nuovi farmaci e cure personalizzate su misura per il paziente. È questo l’obiettivo principale del progetto di ricerca Steps, che proprio in questi giorni prende l’avvio presso il Venetian Insitute of Molecular Medicine (VIMM) di Padova, centro noto a livello internazionale per i suoi studi in biomedicina. Un programma scientifico reso possibile dal conferimento ad Antonella Viola di un Erc Advanced Grant da 2,5 milioni di euro: un finanziamento speciale concesso dal Consiglio Europeo della Ricerca per progetti altamente innovativi, in grado di aprire nuove direzioni nei rispettivi campi di ricerca e in altri settori.

Nei prossimi cinque anni le ricerche dell’équipe padovana guidata dalla scienziata si concentreranno in particolare sui macrofagi, le cellule del nostro sangue che hanno il compito di inglobare, e quindi eliminare, gli elementi estranei che possono rappresentare una minaccia. “Si tratta di un ruolo fondamentale, rilevante in tantissime patologie” spiega Antonella Viola, che è anche docente presso l’università di Padova. “Se i macrofagi sono poco reattivi il rischio è di lasciare il nostro organismo indifeso; se viceversa hanno un comportamento troppo aggressivo finiscono per danneggiare le cellule del nostro corpo, provocando infiammazioni e malattie autoimmuni”.

In particolare il gruppo di ricerca si occuperà del rapporto tra macrofagi, obesità e diverse patologie. “L’organismo di un paziente obeso presenta diverse peculiarità, tra cui una più alta concentrazione dei macrofagi nei tessuti – continua la ricercatrice –. Questi inoltre si comportano in maniera diversa: mentre nella persona normopeso i macrofagi sono ‘tolleranti’, hanno cioè un profilo che contrasta l’infiammazione, al contrario nei pazienti obesi essi hanno un comportamento pro-infiammatorio”. Il risultato è uno stato di infiammazione cronica, che sembra essere collegato a una maggiore esposizione a malattie come il cancro e patologie cardio-circolatorie. Il problema adesso è capire la relazione causa-effetto tra infiammazione ed obesità. Intanto per l’indagine è stato scelto un approccio innovativo: le nuove tecnologie oggi permettono di raccogliere una mole di dati prima inimmaginabile, tramite una serie di screening sui vari aspetti del problema: da quello legato al genoma a quello che si focalizza sullo studio delle proteine, della loro struttura e delle loro funzioni. Una prospettiva sistemica o, come si dice, di System Biology, “che cambia in maniera determinante anche il ruolo dello scienziato, che passa da un’attività di ricerca basata sulla verifica di un’ipotesi formulata precedentementea un’osservazione globale del fenomeno”. 

Le nuove ricerche promettono anche interessanti applicazioni, in particolare per quanto riguarda l’immunoterapia (di cui il nostro giornale si è occupato recentemente): l’utilizzo del nostro sistema immunitario per curare direttamente alcune patologie, tra cui proprio il cancro. Anche se, specifica Antonella Viola, le attività del VIMM ricadono innanzitutto nel campo della ricerca di base: “In realtà quella tra ricerca di base e applicata è una distinzione fatta soprattutto dagli investitori, non dagli scienziati. Noi comunque non lavoriamo con i pazienti, bensì con modelli sperimentali: quello che spinge la nostra attività è innanzitutto la curiosità scientifica, la volontà di capire meglio come funziona il nostro corpo. Purtroppo negli ultimi anni il nostro settore sta conoscendo drammatici ridimensionamenti di bilancio, che mettono in pericolo lo sviluppo di interi settori. Poi c’è la burocrazia, che rende tutto sempre più difficile”.

I numeri sono impietosi: l’ultimo finanziamento erogato per i Programmi di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN) è stato di 38,3 milioni di euro, contro i 137,3 del 2003. Appena l'11,5% dei fondi richiesti dai ricercatori italiani per il 2012, pari a oltre 330 milioni di euro. “Rimangono in pratica solo i finanziamenti europei. Certo ci sono anche gli enti e le associazioni private, ma non si può chiedere a loro di fare ricerca di base; senza questo tipo di programmi però non sarà più possibile sviluppare le scoperte più innovative”. Eppure i temi della scienza e delle esigenze della ricerca continuano ad essere scarsamente sentiti, in particolare nel nostro paese: “Mi viene in mente il recente servizio del Tg4 sull’atterraggio della sonda Rosetta. Il messaggio era a mio modo di vedere devastante: tutto veniva ridotto a un’operazione costosissima, buona solo a far contenti gli scienziati. Quando invece si tratta del cammino della scienza”. 

Gli Erc Advanced Grant 2014, che hanno reso possibile il progetto Steps, vengono assegnati ogni anno a ricercatori considerati, al di là dei requisiti accademici, “leader eccezionali in termini di originalità e importanza dei loro contributi di ricerca”. Un riconoscimento importante per Antonella Viola, alle spalle un periodo al Basel Institute of Immunology e all’Istituto Clinico Humanitas di Milano, che però ha scelto di tornare a Padova, la città dove ha compiuto i suoi studi universitari: “Amo questa città, ma la mia è stata innanzitutto una scelta scientifica, basata sulla mia esperienza di ricercatrice. Qui ho trovato un ambiente estremamente stimolante, fecondato anche da un continuo scambio tra diverse competenze”.

Daniele Mont D’Arpizio

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