SOCIETÀ

Disoccupazione in crescita: proposte europee per i giovani

Si dovrà attendere ancora qualche anno per avere una ripresa nell’ambito dell’occupazione soprattutto giovanile. Ma i programmi tesi a sostenere l’impiego degli under 30 non mancano. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) ha recentemente pubblicato un rapporto sulle tendenze globali dell’occupazione, Global Employment Trends 2013: a cinque anni dall’inizio della crisi finanziaria globale, il 2012 si chiude con 197 milioni di persone senza lavoro con un aumento di 4,2 milioni rispetto all’anno precedente. Di questi un quarto proviene dalle economie avanzate, il rimanente dalle altre regioni, in particolare Asia dell’est, del sud e Africa sub-sahariana. Nonostante un moderato aumento della produttività atteso per il 2013-2014, il tasso di disoccupazione a livello mondiale è destinato ad aumentare di 5,1 milioni nel corso di quest’anno e di altri tre milioni nel 2014. Il trend non sembra migliorare almeno fino al 2017: in questi cinque anni si stima che i disoccupati a livello globale saliranno a 210,6 milioni. Più in generale, il rapporto rivela che il numero di lavoratori poveri a livello mondiale sta diminuendo, anche se a un ritmo più lento rispetto al periodo che precede la crisi, mentre si sta affermando nei paesi emergenti una nuova classe media che potrebbe costituire il traino per la ripresa, in termini di maggiori investimenti e consumi, sebbene per il momento il suo potere d’acquisto non sia ancora sufficiente per stimolare la crescita. Particolarmente difficile la situazione per i giovani. Stando al rapporto, il 2012 vede un tasso di disoccupazione giovanile del 12,6% pari a 78,3 milioni, contro il 12,4% dell’anno precedente, destinato a raggiungere il 12,9% nel 2017. Nei prossimi anni sembra si accentueranno le differenze della disoccupazione giovanile tra regione e regione: accanto a un lieve miglioramento nelle economie avanzate, si registra un peggioramento nelle economie emergenti dell’Asia dell’est e sud-est e del Medio Oriente. Restringendo il campo all’Italia, i dati Istat indicano un numero di disoccupati pari a 2 milioni e 875.000, con un tasso dell’11,2%. I giovani in cerca di lavoro sono 606.000, il 10% della popolazione tra i 15 e i 24 anni. Esiste poi un 22,1% di giovani che non studia e non lavora, i cosiddetti Neet (not in education, employment or training), un tasso più alto di molti paesi europei come Germania, Francia e Regno unito.

A fronte di una situazione di sempre maggiore crisi del mercato del lavoro giovanile, la Commissione Europea lo scorso dicembre ha proposto un Pacchetto di misure per l’occupazione giovanile (Youth Employment Package) che prevede interventi per il miglioramento della qualità dei tirocini, la creazione di un’alleanza europea per l’apprendistato euna raccomandazione agli stati membri per la realizzazione di sistemi nazionali di Garanzia per i Giovani (Youth Guarantee). Quest’ultimo progetto, in particolare, intende garantire a tutti i giovani tra i 15 e i 25 anni un posto di lavoro o un periodo di formazione, tirocinio o apprendistato entro quattro mesi dal termine degli studi o dalla perdita del lavoro. La Garanzia per i Giovani è stata approvata dal Parlamento europeo lo scorso 13 gennaio e verrà discussa dai ministri per l’occupazione e gli affari sociali degli stati membri durante il consiglio Epsco (Occupazione, politica sociale, salute e affari dei consumatori) a fine febbraio.

Già qualche anno fa, nel quadro della Strategia Europa 2020 (Europe 2020 Strategy) e dell’iniziativa Gioventù in movimento (Youth in movement), la Commissione aveva esortato gli stati membri a muoversi verso l’adozione di garanzie per i giovani, ma sono stati pochi i paesi che hanno accolto le indicazioni del Consiglio e del Parlamento europeo e del Forum per la gioventù. Gli appelli politici sono rimasti inascoltati, se si escludono gli esempi di Svezia, Finlandia e Austria. In questi paesi, il sistema prevede che il giovane si iscriva al Centro pubblico per l’Impiego che esamina i suoi bisogni e aspirazioni e avvia l’attività di ricerca del lavoro affiancata a politiche attive come tirocini di qualità, sostegno a ulteriori periodi di formazione e fondi per la creazione di impresa. Un esempio, controcorrente.

Monica Panetto

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