SOCIETÀ

La crisi dei numeri 9 colpisce anche Ibrahimovic, un povero milionario

Ormai è un ritornello che fa concorrenza al peggior tormentone musicale estivo: in Italia c’è la crisi. E, a dispetto dell’opinione comune, si sente dappertutto, anche nel mondo del calcio. Il Milan, per esempio, è stato costretto a cedere Ibrahimovic al Paris Saint-Germain per problemi di bilancio. Quando il giocatore è venuto a conoscenza della trattativa si è subito preoccupato per la sua società: “Milan, ti serve un assegno?” In via Turati non l’hanno presa bene, ma questo dimostra che sono degli ingrati che sottovalutano la generosità di un giocatore che fin da bambino aveva sognato di indossare la loro maglia (come quella dell’Ajax, della Juventus, dell’Inter, del Barcellona e, ultimamente, quella del PSG). Perché in realtà Ibra non è poi così ricco come si potrebbe pensare.

Certo, ha una busta paga di quattordici milioni di euro netti l’anno. Il presidente Hollande l’ha definito “uno stipendio indecente”, ovviamente per invidia, visto che il giocatore guadagna novanta volte più di lui. Ibra in un anno potrebbe comprare “Giocatori di carte”, l’acquarello originale di Paul Cezanne. Hollande invece deve cercare qualcosa di più sobrio per arredare la sua dimora. In realtà, però, analizzando lucidamente i dati emerge che il giocatore non se la passa mica tanto bene. Un italiano medio guadagna 1.246 euro netti al mese, quindi 14.684 l’anno. Quasi come Ibra, insomma, che prende il demoniaco stipendio di 1.166.666 euro ogni mese: il rapporto italiano medio/Ibra è quindi, arrotondando per difetto, 1 a 953. Con questo dato si possono rapportare le spese quotidiane dell’italiano medio con quelle del campione del PSG. Il signor Rossi esce di casa e va al bar. Vuole risparmiare, quindi prende solo un caffè. Ibra potrebbe ordinarne 953, ma siccome uno sportivo deve preservare le sue coronarie, e lui in particolare non è famoso per mantenere la calma, decide di ripiegare su un iPad3 da 64 gb di memoria con connessione wifi. Dopo il caffè, Mario Rossi si reca in ufficio. Prima di cominciare a lavorare fa un giro su Groupon. Arrivati ad una certa età la pancetta non perdona, così si prende una fascia vibrante a 24,99 euro, sperando di far finalmente colpo sull’inarrivabile vicina di scrivania. Ibra invece ha un certo languorino, così compra undici cioccolatini di Fritz Knipschildt, per un totale di 23.320 euro. Per pranzo il signor Rossi vuole darsi alla pazza gioia: ordina un’insalata di riso, una centrifuga alla frutta e un caffè shakerato: spende un intero buono pasto da 10 euro, in attesa che si riduca a 7 dopo la dieta Monti, ma se lo merita, perché il suo capo gli ha quasi sorriso, segno inequivocabile che ha fatto qualcosa di buono. Ibra trangugia quattro hot dog imbevuti di cognac, più di 1.600 euro l’uno: è un calciatore nel fiore degli anni e ha bisogno di energia. Gli rimangono 3.000 euro. Lo sfiora per un attimo l’idea di lasciarli come mancia, ma poi preferisce usarli per un piccolo regalo ai suoi figli: due orsacchiotti firmati Karl Lagerfeld. In fin dei conti lui è un papà molto tenero, ma non vuole smentirsi fino in fondo, così a Vincent prende “l’orsacchiotto con l’aria da duro”: occhiali neri, cravatta nera e sguardo truce: i suoi bambini devono crescere tosti come lui. Tornando dall’ufficio, il signor Rossi si ferma a fare la spesa. Se la cava con 75 euro ed è molto soddisfatto.

A Ibra viene voglia di una macchina nuova. Un modello che gli permetta di mantenere un profilo medio basso: alle volte serve, come quando Guardiola non gli permetteva di andare agli allenamenti in Ferrari, perché il Barcellona era una squadra con i piedi per terra. Questa volta però non vuole accontentarsi della Audi della società: una Porsche Cayman R da 71.967 euro è un buon compromesso.Il signor Rossi è quasi a casa, quando ricorda con raccapriccio che deve recarsi a pagare la rata del mutuo: lui vive con la sua famiglia in un paese dell’Italia centrale e ogni mese deve a malincuore separarsi da 540 euro a beneficio della banca. A quel punto Ibra si è già stancato della Porsche: compra quindi due Ferrari 458 Spider: una per lui e una per Guardiola, con biglietto allegato: “Peccato che non la puoi usare: devi tenere i piedi per terra!” Ma come accade all’italiano medio, tutti i nodi vengono al pettine a fine mese. Sì, anche quando sei un calciatore strapagato. C’è da immaginarsi la scena. Sabato pomeriggio. Lo svedese, sul divano, si sta prendendo un pomeriggio di meritato riposo (talora è stancante essere Ibrahimovic). Suona il telefono. Sbuffando, il campione risponde. “Ibra” “Salve signor Ibrahimovic. Sono Julienne Petit, il direttore della sua banca.” “Buongiorno, sì, l’assegno di cinquecentomila euro per il proprietario del circo che ho prenotato per il compleanno di Vincent è autentico.” “No… Ecco… Abbiamo un piccolissimo problema di diversa natura… Vede, il suo conto è in rosso…” “Il mio conto non può essere in rosso. Io sono Ibrahimovic!” “Veramente abbiamo un ammanco che ammonta quasi ad un milione di euro. Posso farle pervenire immediatamente tutte le carte che lo attestano.”Ibra fa un rapido calcolo. Il suo stipendio lo conosce. I soldi percepiti da sua moglie incidono poco sul bilancio domestico. Un nucleo familiare tipo con due stipendi spende 2.050 euro al mese (dati ISTAT). Quindi lui, moltiplicando questa cifra per 953 ha speso… 1.953.650 euro! Lo stipendio mensile di 1.166.666 gli lascia sul conto una voragine di 786.984 euro.

Ma il campione ha vissuto momenti più drammatici, come durante la guerra fredda con Guardiola, e in pochi secondi ricaccia indietro il panico e, sorridendo serafico, dice a Julienne: “Direttore, non si preoccupi: domani porterò personalmente in banca la cifra che le devo. In contanti. Ora, se non le dispiace, torno alla mia playstation.”

Prima però il campione si dirige verso un grande scatolone. Lo apre. Conta scrupolosamente duecentomila banconote da 5 euro. Ci sono tutte. Con rimpianto straccia il biglietto indirizzato alla dirigenza di via Turati: “Spero che cambiarli non vi crei troppi problemi. Sempre vostro Ibra”. Era una bella idea. D’altronde si può sempre rimandare al mese successivo. Bisognerà fare un po’ di economia, certo, ma per Ibra nulla è impossibile!

Anna Cortelazzo

 

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