SCIENZA E RICERCA

Stati esotici della materia

A 100 anni dalla condensazione di Bose-Einstein e nell'ambito delle «Conversazioni sulla meccanica quantistica» del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova, Chiara Fort (Università di Firenze) tiene una conferenza su come si è arrivati a realizzare la condensazione di Bose-Einstein e quali sono state, sono e saranno le sue applicazioni.

Cento anni fa, il 4 giugno 1924, il giovane fisico indiano Satyendra Nath Bose inviava a Einstein un articolo in inglese relativo al comportamento collettivo dei «quanti di luce», i fotoni, offrendo una nuova deduzione dei risultati ottenuti da Planck nel 1900 sulla radiazione di corpo nero. Einstein approfondì il lavoro di Bose applicandolo non solo ai quanti di luce ma a un gas di atomi. Da questi contributi nasce la prima statistica quantistica, quella oggi nota come statistica di Bose-Einstein, che si applica ai comportamenti collettivi dei bosoni.

Le proprietà esotiche della materia quantistica, conseguenza della statistica di Bose-Einstein, hanno permesso la comprensione di fenomeni, per esempio la superconduttività, che come la BEC sono la dimostrazione che le proprietà quantistiche si manifestano non solo nell’ultra piccolo, ma anche in situazioni macroscopiche o quasi macroscopiche a bassissime temperature. Negli ultimi trent’anni, le applicazioni dei gas ultrafreddi e della BEC sono diventate sempre più numerose e vanno dalla interferometria atomica per misure di forze alla realizzazione di orologi ottici, dalla simulazione quantistica al calcolo quantistico.

L’evento, aperto al pubblico, è su prenotazione obbligatoria.

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