SOCIETÀ

Crollano i ponti, rimangono le certezze di un problema italiano

L’8 aprile 2020, nel bel mezzo del lockdown dovuto all’emergenza Covid19, è crollato il ponte sul Magra, nella frazione di Albiano Magra del comune di Aulla, in Toscana. Il ponte è collassato coinvolgendo, fortunatamente, solo due autovetture che lo stavano attraversando in quel momento. Un carico piuttosto inferiore a quello che, durante una giornata lavorativa pre-emergenza sanitaria, era solito sostenere. Entrambi gli automobilisti stanno bene, nonostante la paura e il momento particolarmente delicato che il nostro Sistema Sanitario sta affrontando. Sarebbe potuta essere un’altra tragedia come quella del ponte sul Polcevera, più noto come Ponte Morandi di Genova. E proprio il crollo di quel cugino famoso è tornato in mente a tanti, anche perché, dopotutto, non son passati nemmeno due anni da quel 14 agosto 2018. Che cosa hanno quei due ponti in comune?

Dalle poche informazioni trapelate sembrerebbe non molto, se non il materiale di costruzione, ovvero il calcestruzzo. Eppure, proprio la tragedia di Genova aveva acceso un campanello d’allarme sullo stato di salute dei ponti italiani, costringendo le società che li gestiscono a fare perizie, alzare l’attenzione, abbattere e ricostruire. Anche il ponte sul Magra era stato “aggiustato” dopo le numerose segnalazioni di crepe, e l’Anas, che lo ha in gestione da poco tempo, ha provveduto e lo ha dichiarato sicuro. La stessa amministrazione comunale di Aulla, però, non era convinta della salute del ponte. Poi il crollo e la conseguente apertura d’inchiesta da parte del Ministero delle infrastrutture e trasporti. Sono 17 le persone indagate, tra cui dirigenti e tecnici dell'Anas e della Provincia, ente che aveva in gestione il ponte fino a due anni fa.

Tutti i ponti sono opere non eterne, in particolare il calcestruzzo armato è un materiale che ha bisogno di un controllo periodico Carlo Pellegrino, direttore dipartimento di Ingengeria civile, edile e ambientale, Padova

Come è possibile che un ponte, abituato al passaggio di mezzi pesanti, crolli proprio quando non ci passa più nessuno? Si tratta del secondo crollo in una zona che, tra Liguria e Toscana, presenta un ulteriore ponte già segnalato e su cui dovevano iniziare i cantieri: si tratta di una coincidenza, oppure rivela un problema comune nella zona? E ancora, come è possibile che un ponte crolli, dopo essere stato giudicato in salute dal gestore? Quali sono le difficoltà oggettive nello stabilire la sicurezza di un’infrastruttura di questo tipo? A tutte queste domande risponde Carlo Pellegrino, il direttore del dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale, dell’università di Padova.

Intervista a Carlo Pellegrino, direttore del dipartimento ICEA - università di Padova

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