Bisognerà aspettare il 24 gennaio 2019 per vedere sul grande schermo La favorita di Yorgos Lanthimos, presentato in concorso al Festival di Venezia 2018. Chi non ama i film in costume farà spallucce, ma potrebbe essere un errore. È impensabile, infatti, che chi ha girato The lobster si cimenti in un cinema di genere con pizzi e belletto che fanno capolino in ogni angolo del set (anche se i costumi di Sandy Powell meriterebbero già da soli un premio).
La favorita è una pellicola che si presta ad accontentare più palati: sicuramente è adatta agli amanti delle commedie e dei film in costume, ma per chi ha voglia di scavare un po' di più non manca il materiale per riflettere. Dietro alle battute, alcune anche fin troppo triviali, dalla sceneggiatura di Deborah Davis e Tony McNamara ci sono grandi temi che emergono, magari con meno clamore, ma chiaramente man mano che scorre la pellicola.
La trama si riassume in poche parole: siamo nel 18esimo secolo, e la regina Anna d'Inghilterra (Olivia Coleman, prossimamente Elisabetta II in The Crown) è in balia del suo carattere infantile, degli attacchi di gotta e delle sue insicurezze. È totalmente incapace di governare, e più o meno inconsciamente lascia questo compito alla sua favorita, Sarah Churchill duchessa di Marlborough (Rachel Weisz), al contrario molto attratta dal potere, e attenta a tutte le sue dinamiche. È lei, di fatto, a mandare avanti la guerra contro la Francia (il marito, che appare in pochi fotogrammi, e capo dell'esercito), e a gestire il conflitto parlamentare tra Tories e Wings. Va tutto bene finché, a insidiare il suo posto nel cuore (e nel letto) della regina, non arriva la cugina Abigail Masham (Emma Stone), un'aristocratica decaduta, che con la sua furbizia mette in atto una scalata al potere di tutto rispetto alla Becky Sharp di Vanity Fair.
Di certezza ce n'è una sola: anche quando le donne hanno così tanto potere da decidere le sorti di un intero paese, anche quando gli uomini dipendono da loro per perseguire i propri scopi, il "sesso debole non riesce a mediare, ad adagiarsi in un'ottica win-to-win che potrebbe soddisfare tutte. Su questo il film non lascia alcuna speranza: nel 18esimo secolo la solidarietà femminile non esiste.
Guardando La Favorita ci si rende conto di non essere di fronte a un film qualsiasi.
“ Mi piaceva anche l'idea di realizzare un film in costume, perché non ne avevo ancora fatti. Il cinema in costume crea una distanza che ti permette di vedere alcune cose più chiaramente Yorgos Lanthimos
Alcuni lo vedranno come un film in costume che getterà nuova luce su un periodo storico, altri apprezzeranno la prova attoriale (su tutte spicca l'algida Rachel Weisz, già diretta da Lanthimos in The Lobster), altri si faranno prendere dalla storia. La certezza è una: La favorita non lascia indifferenti.