SCIENZA E RICERCA

L’etica e i rinoceronti bianchi del Nord

Dopo il lungo e difficile periodo di lockdown, nelle scorse settimane, come l’anno passato, Najin e Fatu, i due ultimi esemplari di rinoceronte bianco del Nord sulla Terra, sono state ancora una volta le protagoniste di uno sforzo congiunto nel mondo sulla conservazione della biodiversità.  

È oramai noto che Fatu rappresenta l’ultimo esemplare di questa specie di rinoceronte africano nata al mondo: ora ha 20 anni, mentre sua madre Najin, nata, come sua figlia, allo Zoo di Dvur Kralove nella Repubblica Ceca, ha 31 anni. L’una vicina all’altra, nell’area a loro riservata all’interno della riserva di Oj Pejeta in Kenya, mentre brucano l’erba e mangiano carote, sorvegliate a vista giorno e notte dai loro guardiani in Kenya, ci ricordano che il loro destino è segnato. I nostri comportamenti e la nostra trascuratezza ne hanno segnato la quasi estinzione: il bracconaggio per il corno, le guerre civili e la distruzione degli habitat hanno determinato la condizione di questa specie e hanno consegnato nelle mani di pochi le speranze residue di poter fare qualcosa. Solo il ricorso a tecnologie riproduttive d’avanguardia e alla collaborazione interdisciplinare tra diverse competenze può fare qualcosa per cambiare il destino di questa specie.

È così che in queste settimane, come lo scorso anno, sono stati prelevati gli ovuli da Najin e Fatu, dato che nessuna delle due femmine può portare avanti una gravidanza e l’ultimo maschio di questa specie, Sudan, che viveva con loro in Kenya, è deceduto nel 2018. Grazie alle tecniche avanzate di fecondazione assistita, sono stati creati sino ad ora tre embrioni, utilizzando gli ovuli di Najin e Fatu e fecondandoli con lo sperma criocongelato di altri maschi deceduti negli scorsi anni, presso un laboratorio italiano di eccellenza, Avantea. Gli embrioni poi, i primi al mondo di questa specie, sono stati criocongelati, sempre ad Avantea, e verrà tentato l’impianto, allo scopo di dare luogo ad una gravidanza, in alcune femmine della sottospecie affine, il rinoceronte bianco del Sud, appena lo sviluppo delle tecniche lo consentirà. Se nasceranno dei cuccioli, verranno allevati da Najin e Fatu, in una corsa contro il tempo per evitare la loro definitiva estinzione.

Tutte queste azioni e questi passaggi comportano precise scelte etiche e valutazioni preventive. La valutazione etica permette al team interdisciplinare di considerare le varie questioni critiche mentre si pongono, lavorando fianco a fianco, durante l’esecuzione del progetto. E’ una novità nel mondo della conservazione: in questo modo, è possibile garantire trasparenza e coerenza all’intero processo.

È possibile anche promuovere l’inclusività e la partecipazione di tutti i portatori di interesse nei processi decisionali su una questione così delicata come quella che coinvolge gli sforzi di salvaguardare il rinoceronte bianco del Nord. Così, è stata fatta una valutazione etica del rischio legato alle procedure cliniche e al benessere di Najin e Fatu per il prelievo degli ovuli in Kenya, basandosi sulle buone pratiche nella conservazione e sugli orientamenti europei di Horizon 2020. E’ stata fatta, altresì, una valutazione del rischio ‘etico’ anche per le procedure che si sono svolte presso il laboratorio di Avantea per la creazione degli embrioni, promuovendo la qualità e la trasparenza delle procedure assieme a tutto il team del laboratorio.

In Kenya, alla valutazione etica hanno partecipato tutti: dai rappresentanti dello zoo ceco che è proprietario delle due femmine, alle autorità che sono responsabili della gestione della fauna selvatica in Kenya, ai rappresentanti della Conservancy, al team del Leibniz Institute, che coordina il progetto, di Avantea e dell’Università di Padova, che si occupa del processo di valutazione etica. Tutti seduti attorno ad un tavolo, indipendentemente dalla nazionalità e dalla cultura di appartenenza, per considerare gli aspetti critici. L’inclusività e la trasparenza hanno così trovato un momento di sintesi reale e fattivo.

La valutazione etica del Progetto per la salvaguardia del rinoceronte bianco del Nord prevede di coinvolgere i vari stakeholders anche in altri momenti e processi partecipativi attorno alle questioni etiche che sono coinvolte. Dai motivi per cui questa specie è tecnicamente estinta, alla valutazione degli sforzi internazionali per permettere alle generazioni future di poter ancora vedere questa specie sulla Terra, la valutazione etica del Progetto Biorescue, per la salvaguardia del rinoceronte bianco del Nord, è parte integrante del processo.

La pandemia di Covid-19 ha messo fortemente alla prova la corsa contro il tempo per salvare Najin e Fatu: è ora più che mai una responsabilità etica fare tutto il possibile per evitare l’estinzione di questo megaerbivoro, simbolo della minaccia alla biodiversità in tutto il mondo. 

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BARBARA DE MORI

Laureata a Padova in filosofia morale nel 1996, e con un dottorato di ricerca in Etica, Barbara de Mori lavora presso il dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione e insegna bioetica animale ed etica del benessere animale nei corsi di laurea in Medicina Veterinaria, Animal Care e Biotecnologie dell’università di Padova. Si occupa di questioni etiche nell’ambito del benessere e della gestione degli animali nella conservazione, nella sperimentazione, nell’allevamento intensivo, nella pet therapy. È responsabile di accordi di cooperazione internazionale e collabora con Università statunitensi ed europee, con Enti e Università in Sudafrica e in Cina. E’ Direttore dell’Ethics Laboratory for Veterinary Medicine, Conservation and Animal Welfare dell’Università di Padova e della rivista Internazionale Journal of Applied Animal Ethics Research. È membro di Comitati etici per la sperimentazione e per le attività assistite con gli animali e dirige i Corsi Post Lauream in Conservation e Animal Welfare Ethics. È responsabile della collana editoriale Etica e Bioscienza per l’editore Mimesis e membro di comitati scientifici di riviste e di organizzazioni scientifiche.

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