La Conferenza dei rettori delle università italiane lancia un nuovo allarme e si appella al governo affinché  tuteli gli atenei. I rettori, in un documento approvato durante l’ultima assemblea,  lanciano l’allarme sulla situazione del Fondo di finanziamento per il 2013 che metterebbe a rischio di fallimento la metà delle università italiane. Secondo la Crui il Fondo “ha registrato un calo medio di sistema del 4,6% rispetto al solo 2012 - si legge nel documento - dunque il taglio più pesante subìto dal sistema delle università italiane da quando vige l’autonomia finanziaria”. Rispetto al 2009 (7 miliardi e 450 milioni di euro di finanziamento) l’Ffo per il 2013 è sceso a 6 miliardi e 690 milioni con una decurtazione che sfiora l’11%. I costi del personale ad oggi ammontano a circa il 95% dei trasferimenti dallo Stato e il calo dell’Ffo rischia di portare la metà degli atenei  sull’orlo del default visto che il limite imposto dalla legge nel rapporto tra il personale e l’indebitamento non può superare l’82%. La conseguenza, per la Crui, sarà da un lato il blocco del reclutamento, dall’altro la penalizzazione degli atenei virtuosi.

Critica anche la situazione del diritto allo studio per il 2014. La Crui parla di “percentuali ridicole” stanziate per questa voce,  mentre la copertura delle borse di studio per i “capaci e meritevoli per l’anno in corso è attorno a una media del 60%” del fabbisogno. Per i rettori manca “una qualunque politica seria della residenzialità universitaria, la sola che garantirebbe la sostenibilità per le famiglie di studenti che si iscrivono alle università” ed è necessario “un provvedimento di ordine finanziario che porti ad almeno 150 milioni di euro il contributo dello Stato al diritto allo studio per il prossimo triennio; ciò consentirebbe di raggiungere un totale di circa 450 milioni di euro di contributi a livello nazionale”.