IN ATENEO

Diritto allo studio: protesta degli studenti contro il decreto che rivede i criteri di accesso

Accesso alle borse di studio in base a criteri regionali diversi tra Nord, Centro e Sud (indicatori Isee con valori diversi a seconda di dove si studi) e rimodulazione dei criteri di merito per accedere al sistema del diritto allo studio: sono i due punti del decreto legge 68/2012 più contestati dagli studenti universitari, che bollano il provvedimento come ingiusto e generatore di una riduzione del numero di borse di studio disponibili. 

Le associazioni studentesche, dopo il primo rinvio per l’approvazione del documento lo scorso 7 febbraio, sono pronte a far sentire nuovamente la loro voce con una serie di iniziative volte a far cancellare l’approvazione del decreto, prevista nella conferenza Stato-Regioni del 21 febbraio. Dialogo difficile quello tra studenti e il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. I primi vogliono lo stralcio del testo che rimodula i livelli essenziali delle prestazioni e parlano di tomba del diritto allo studio. Profumo rigetta le accuse e parla di un provvedimento volto a migliorare l’accesso alle borse di studio. 

In mezzo si infila il documento dello “Stato di previsione del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca” in cui si vede un taglio del fondo integrativo nazionale delle borse di studio pari a oltre il 90% per il 2014 e il 2015: dai 102 milioni di euro del 2013 ai 12 milioni per il 2014 e il 2015. Visto così si potrebbe davvero pensare alla fine del diritto allo studio universitario. C’è da dire, però, che anche negli scorsi anni i documenti di previsione tagliavano i fondi necessari che poi venivano man mano rimpolpati (anche se con dei tagli) per garantire l’erogazione del servizio. 

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