UNIVERSITÀ E SCUOLA

Graduatorie, Tfa, concorsone: cattedra per 63.000 insegnanti?

Sono giorni cruciali al ministero dell’Istruzione per le politiche sul reclutamento degli insegnanti: il ministro Stefania Giannini sta definendo i dettagli del piano che dovrebbe portare, nei prossimi tre anni scolastici, ad assumere oltre 63mila insegnanti e a rivedere i meccanismi per le future abilitazioni. Pochi giorni fa il ministro ha ricordato le cifre del precariato della scuola, note ma sempre impressionanti: 168.000 iscritti nelle graduatorie a esaurimento, in attesa dell’entrata in ruolo (nelle speranze del ministro, queste liste dovrebbero esaurirsi in dieci anni); 40mila idonei nei concorsi già effettuati; 80.000 già dotati di abilitazione, o destinati a conseguirla in tempi brevi, tramite i percorsi formativi previsti (Tfa o Pas); 55.000 in possesso di diploma magistrale conseguito prima del 2001/2002, del quale il Consiglio di Stato ha riconosciuto di recente il valore abilitante; 292.000, infine, iscritti nelle graduatorie di istituto per le supplenze annuali. Un oceano di persone da gestire nel rispetto obbligato del “doppio canale”, che vincola per legge le assunzioni nella scuola dividendole a metà tra concorsi e scorrimento delle graduatorie esistenti. Come sempre, qualunque soluzione scontenta una delle parti interessate, e ogni provvedimento in merito è destinato a non avere vita facile.

Il primo nodo da sciogliere è la prosecuzione dell’attuale meccanismo abilitante (l’ultimo di una lunga serie) per far accedere all’insegnamento i nuovi laureati: i Tirocini formativi attivi, di cui si è concluso il primo ciclo e che ora, a brevissimo, dovrebbero vedere avviata la seconda tornata. Il bando dovrebbe uscire in questi giorni: ne era stata annunciata la pubblicazione per il 9 maggio, con un comunicato del Miur mai rettificato, ma le polemiche dei sindacati hanno costretto la Giannini a un rinvio, senza fornire spiegazioni. Secondo le anticipazioni del ministero (a questo punto non si sa se del tutto attendibili) il bando dovrebbe prevedere 22.450 posti più altri 6.630 per il sostegno, e i test d’accesso saranno in luglio. Tre le prove: una preselezione unica per tutta Italia, uno scritto e un orale. Saranno ammessi in soprannumero (senza necessità di sostenere la selezione) gli ex iscritti alle vecchie Ssis, le scuole di specializzazione per l’insegnamento, che non hanno potuto concludere il corso perché sospeso prima dell’abilitazione; ammessi senza prova anche tutti gli idonei del primo Tfa che sono rimasti esclusi dal corso perché nell’ateneo prescelto non c’erano posti a sufficienza. Su questo punto il secondo ciclo Tfa dovrebbe prevedere il meccanismo della graduatoria unica nazionale: gli idonei che non ottengono un punteggio sufficiente per la sede di prima scelta potrebbero spostarsi in un ateneo in cui rimangano posti non assegnati. Verrebbe così meno un problema emerso nel ciclo precedente, quando molti idonei non sono riusciti ad ottenere un posto mentre alcune università non hanno potuto coprire l’intero contingente messo a concorso. Il secondo ciclo Tfa, che si svolgerà presso gli atenei già accreditati per il primo ciclo, dovrebbe avviarsi a novembre e concludersi entro metà 2015, per dar modo ai neoabilitati di partecipare al nuovo concorso nazionale. Proprio nella tarda primavera - estate 2015, infatti, dovrebbe tenersi la selezione per 17.000 insegnanti.

Ma andando in ordine cronologico, questa è la programmazione di massima nel reclutamento prospettata dal Miur (ammesso che Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia avallino l’intera operazione). Nel 2014/2015 verranno effettuate 29.000 immissioni in ruolo: 7.000 dalle graduatorie a esaurimento, altrettante dagli idonei del concorso 2012 non ancora assunti, 15mila per docenti di sostegno. Per il 2015/2016 l’obiettivo è di 22mila assunzioni: 8mila per il sostegno, 7mila tra gli idonei 2012 e 7.000 dalle graduatorie. Infine, nel 2016/2017 sono previste 12.000 assunzioni: metà dalle graduatorie e metà tra quanti conseguiranno l’idoneità nel concorso dell’anno prossimo. La selezione 2015 avrà più di un aspetto innovativo: riguarderà tutte le classi di concorso e tutte le regioni, mentre sono allo studio meccanismi che permettano di definire aree territoriali di riferimento più ampie della singola regione. 

Passando all’aggiornamento delle graduatorie di istituto, tappa obbligata per l’assegnazione delle supplenze, il Miur ha da poco annunciato che il decreto è stato firmato, e i nuovi elenchi saranno utilizzabili prima dell’inizio dell’anno scolastico 2014/2015. Anche se il testo del decreto (anche in questo caso) non è ancora stato diffuso, il ministero ha anticipato che le graduatorie continueranno a essere rinnovate ogni tre anni, ma a differenza che in passato nel corso di ogni anno le liste di seconda fascia (riservate agli abilitati) potranno essere integrate con i nomi di quanti abbiano ottenuto l’abilitazione nei mesi immediatamente precedenti, che dunque non saranno costretti ad attendere la riapertura degli elenchi. Inoltre i neoabilitati ancora collocati nella terza fascia (docenti senza abilitazione) perché in attesa di essere “promossi” alla seconda fascia avranno precedenza assoluta per l’assegnazione delle supplenze. Infine, cade uno dei principali tabù: per aggiornare le graduatorie si attribuiranno punteggi diversi a seconda del modo in cui i docenti conseguono l’abilitazione. Così i laureati in Scienze della formazione primaria si vedranno assegnare tra i 48 e i 60 punti a seconda della durata del corso di laurea seguito, e altri 12 punti in base alla selettività dell’accesso al percorso abilitante. I laureati che si abilitano tramite Tfa otterranno 12 punti per la durata del percorso e 30 per la selettività. Ancora ignoto, invece, il punteggio (presumibilmente inferiore) che verrà attribuito ai precari che si abilitano con i Pas. Termina la vertenza anche per i precari in possesso di diploma magistrale conseguito prima del 2001/2002, che avendo vinto il ricorso conseguono l’abilitazione e possono essere così inseriti nella seconda fascia.

Un’ulteriore grana da affrontare, infine, è quella degli abilitati Pas: a causa dei ritardi con cui il percorso di abilitazione per i precari è stato attivato, molti docenti nel frattempo hanno acquisito i requisiti di anzianità che ancora non possedevano al momento dell’uscita del bando. Quindi c’è il problema di come non tagliar fuori questa fascia di insegnanti dall’abilitazione necessaria per partecipare al concorso 2015. Una tra le molte questioni in sospeso sulle quali era già al lavoro Maria Chiara Carrozza, che ha preceduto la Giannini al dicastero: ma un decreto che doveva riformare il regolamento sulla formazione degli insegnanti, e perciò intervenire anche su questo punto, si è arenato da tempo al Consiglio di Stato, che ha avanzato numerose perplessità sul testo.

Martino Periti

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