SCIENZA E RICERCA

Il diabete, un problema di prevenzione mondiale

Ogni minuto nel nostro Paese viene effettuata una nuova diagnosi di diabete. Ogni tre minuti e mezzo un diabetico ha un attacco cardiaco. Ogni dieci minuti un diabetico muore. Sono alcuni dati resi noti dall’Italian Barometer Diabetes Observatory nel report 2013 sullo stato della malattia in Italia. Tra i dati che emergono si evidenzia anche come la malattia, entro il 2030, rappresenterà in Europa la quarta causa di morte, raggiungendo il primato di contribuire alla mortalità della popolazione più di quanto non facciano collettivamente Aids, malaria e tubercolosi. L’International Diabetes Federation, inoltre, afferma nell’annuale Diabetes Atlas che le morti per questa malattia o per cause a essa affini sono ormai 5,1 milioni l'anno, una ogni sei secondi. “Tra i due tipi di diabete che ci troviamo a studiare – commenta Angelo Avogaro, professore straordinario di endocrinologia e metabolismo all’università di Padova – tralasciando il diabete di tipo 1 che è una malattia autoimmune e colpisce soprattutto i bambini, è quello di tipo 2 a essere strettamente associato all’obesità e a risentire di più della scarsa prevenzione, sia in termini di approccio dietetico sia di attività motoria”. "Soltanto il Veneto registra, attualmente, 250.000 casi di diabete – continua Avogaro – e una fetta rilevante di questa cifra (quasi la metà), coinvolge individui affetti dalla malattia ma ignari di esserlo: nella maggior parte dei casi si tratta di persone in sovrappeso. Altre 350.000 persone presentano una forma di pre-diabete, condizione che predispone fortemente al diabete vero e proprio. Sono questi i casi in cui la sensibilizzazione mediatica servirebbe maggiormente, perché è fondamentale che le persone comprendano l’importanza di migliorare il proprio stile di vita con tempestività, prima che determinate patologie diventino una condizione irreversibile”. Ad aumentare sono anche le spese per i servizi sanitari: a livello mondiale, la somma è attualmente stimata in 548 miliardi di dollari, destinati a diventare 627 nel corso di vent’anni. Health at a Glance, l’annuale rapporto che presenta i trend e i fattori con un impatto sullo stato di salute, i servizi e le politiche sanitarie nei Paesi Ocse e Brics, segnala una sempre maggiore diffusione delle malattie croniche. Anche i Paesi non europei dell'area Ocse registrano un progressivo aumento della spesa sanitaria, sebbene con ritmo più lento, come nel caso di Canada e Stati Uniti. A determinare la vera e propria “epidemia” in corso, secondo quanto riportato da Health at a Glance, sono i paesi in via di sviluppo che stanno adottando gli stili di vita occidentali: la Cina presenta il più alto numero di casi al mondo, con 98,4 milioni di persone affette da diabete, che secondo le stime diventeranno 143 milioni nel 2035. Inoltre “le persone che vivono in aree storicamente caratterizzate una grande scarsità di cibo – continua il professor Avogaro – una volta esposte a regimi alimentari occidentali hanno maggiore facilità a contrarre il diabete. Ecco perché nei Paesi asiatici, specialmente in Cina e in India, nei prossimi trent’anni si assisterà a una vera e propria emergenza mondiale per quanto concerne il diabete. Solo adottando in breve tempo una campagna di prevenzione sistematica ed efficace, potremmo riuscire a contrastare in qualche modo questa piaga internazionale”.

Gioia Baggio

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012